Contabilità

Contabilità aziendale: cos’è e tipologie

Si definisce contabilità aziendale quella tecnica di registrazione delle transazioni patrimoniali,  finanziarie ed economiche dell’azienda, come le entrate e le uscite, oppure i ricavi e i costi, rilevanti per un’attività. Queste annotazioni vengono effettuate in partita doppia, ossia utilizzando due colonne (Dare e Avere) per contabilizzare i duplici effetti di ogni singola transazione e verificare che il bilancio tra le due voci sia sempre in equilibrio.

In ogni attività esistono due tipologie di funzione: una civlistico-commerciale che si occupa delle relazioni tra l’azienda e l’esterno e una industriale che si occupa dei processi interni di lavorazione che portano alla creazione di un prodotto finale. Proprio da questa distinzione derivano due tipologie di contabilità:

  • Generale, ossia quella contabilità che registra tutte le operazioni tra l’azienda e l’esterno.
  • Analitica, ossia quella contabilità che registra le operazioni interne all’azienda.

La contabilità generale, a sua volta, si differenzia tra quella che monitora i movimenti economici e finanziari e quella che monitora solamente i movimenti di acquisti e vendite, detta contabilità semplificata.

È evidente come la gestione della contabilità aziendale ricopra un ruolo chiave tra le attività di un’azienda, in quanto consente di avere un controllo e un quadro generale della situazione economica. Solo in questo modo è possibile prendere decisioni consapevoli basandole sui dati passati e analizzare l’andamento per stabilire eventuali mosse strategiche.

Differenza tra contabilità generale e analitica

Come abbiamo già accennato, la contabilità aziendale è utile a registrare tutte le transazioni economiche che risultano rilevanti per un’attività. Non è però tutta uguale, ma si fa una distinzione specifica tra contabilità generale e analitica; entrambe sono strumenti di gestione contabile che le aziende usano abitualmente per tenere traccia delle loro attività finanziarie.

La più rilevante differenza tra contabilità generale e analitica è che la prima tipologia è una contabilità aggregata e si concentra quindi sulle transizioni finanziarie dell’impresa in generale; al contrario, la seconda è una contabilità di tipo analitico e va a concentrarsi sulle transazioni specifiche dei prodotti o delle attività dell’azienda.

Vien da sé che la contabilità generale venga utilizzata maggiormente per scopi esterni, come può essere la presentazione ufficiale dei bilanci (agli investitori o alle autorità di competenza fiscale), risultando così fondamentale per la gestione finanziaria di un’attività. Tramite l’attività analitica, utilizzata principalmente per scopi interni, l’azienda può monitorare prestazioni e costi, migliorando l’efficienza del proprio business.

Contabilità analitica e contabilità generale devono coesistere per il benessere dell’azienda e vanno dunque gestite al meglio per assicurare successo e sostenibilità alla propria attività.

Il significato di contabilità analitica

Considerata la sua natura, la contabilità analitica è un sistema di contabilità aziendale che va a fornire informazioni dettagliate su tutti i costi e i ricavi abbinati a specifiche attività dell’azienda e a singoli prodotti. Si tratta di uno strumento pensato per analizzare le prestazioni economiche dell’impresa in ogni suo aspetto, con l’obiettivo di migliorarne efficienza, efficacia e redditività.

Alcuni degli strumenti della contabilità analitica sono il Budget, il Piano dei Conti Analitico, ma anche il Centro di Costo, il Sistema di Calcolo dei Costi e il Conto Economico Analitico, con cui identificare le attività più o meno redditizie.

Cos’è la contabilità generale e i regimi contabili attualmente in vigore

Nella contabilità aziendale, la contabilità generale è definita come un sistema di registrazione e tenuta dei libri contabili. Questi hanno il fine di raccogliere, registrare e sintetizzare ogni transazione finanziaria legata all’azienda. Solo in questo modo si ha la possibilità di avere una visione chiara della situazione patrimoniale di una determinata impresa (sia dal punto di vista patrimoniale che reddituale).

Non solo, la contabilità generale è richiesta dalle normative fiscali, e viene impiegata per la stesura del bilancio finale. Per questo, sono esempi di contabilità generale il Registro Contabile, il Bilancio, il Piano dei Conti, il Libro Unico del Lavoro, il Registro IVA e il Registro degli Immobili.

Le regole di base sulla contabilità generale dipendono dal volume di ricavi e dalla forma giuridica dell’azienda. A questo proposito parliamo di regime contabile, intendendo con questo termine l’insieme delle regole di tenuta delle scritture contabili e dei relativi registri.

Oggi in Italia esistono tre regimi contabili:

  • il regime di contabilità ordinaria, che è sempre obbligatorio per le società di capitali, a prescindere dal volume di ricavi prodotto. Tale regime contabile, per i soggetti diversi dalle società di capitali, è obbligatorio quando si superano determinati parametri dimensionali ovvero:
    • euro 500.000,00 per le attività di servizi;
    • euro 800.000,00 per le altre attività.
  • il regime di contabilità semplificata, che può essere utilizzato per i soggetti diversi dalle società di capitali che hanno ricavi annui pari o inferiori ai seguenti:
    • euro 500.000,00 per le attività di servizi;
    • euro 800.000,00 per le altre attività.
  • il regime forfettario, che è un regime fiscale previsto per i contribuenti titolari di partita IVA con ricavi non superiori ad euro 85.000,00. Non è un regime contabile vero e proprio, anzi è il regime fiscale che esonera i soggetti che lo utilizzano dalla tenuta delle scritture contabili.
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