Cos’è il Social Bonus per il Terzo Settore

17.05.2024 - Tempo di lettura: 7'
Cos’è il Social Bonus per il Terzo Settore

Con la Riforma del Terzo Settore, il mondo delle associazioni, delle cooperative, delle imprese sociali e delle organizzazioni non governative ha vissuto notevoli cambiamenti, mutamenti che hanno avuto luogo in uno spazio di tempo piuttosto ridotto. Non c’è quindi da sorprendersi nel constatare che alcune tra le novità introdotte negli ultimi anni risultano ancora poco conosciute a tanti ETS. È questo, per esempio, il caso del Social Bonus per gli Enti del Terzo Settore, una novità piuttosto recente che porta notevoli vantaggi per gli ETS che intendono mettere in campo dei progetti di recupero di particolari edifici e beni mobili. Ecco quindi cos’è il Social Bonus Terzo Settore, come si struttura e cosa deve fare un ETS per accedervi.  

Social bonus Terzo Settore: che cos’è?

A introdurre il Social Bonus è stato il Codice del Terzo Settore: l’obiettivo è quello di dare agli ETS un nuovo strumento per attirare in modo vantaggioso dei contributi da parte di privati e aziende.  

Il campo di azione del Social Bonus, va sottolineato, è limitato in modo molto preciso e chiaro. Si tratta infatti di una misura fiscale volta a promuovere e a sostenere il recupero di immobili e mobili da parte degli Enti del Terzo Settore. Non si tratta però di qualsiasi bene; sono anzi solamente due i tipi che ricadono nel Social Bonus: 

  •  gli immobili pubblici inutilizzati; 
  • i beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata. 

Questi di fatto sono i requisiti fondamentali per l’individuazione degli “oggetti” attorno al quale costruire il Social Bonus; per quanto riguarda invece il loro successivo utilizzo, i beni recuperati dovranno essere usati dagli ETS per svolgere delle attività di interesse generale non commerciali. In questo contesto, il Bonus Sociale per ETS si concretizza come un inedito canale di finanziamento per la copertura dei costi sostenuti dall’ente per il recupero, ed esplicitamente come un particolare credito d’imposta sulle erogazioni liberali di persone fisiche, di enti e di aziende. Tali erogazioni devono essere versate in modo tracciabile agli ETS, e sempre con vincolo di utilizzo per il già citato processo di recupero.  

I benefici del Social bonus per gli ETS: il credito d’imposta

Non tutti i donatori beneficiano del medesimo credito d’imposta a fronte delle erogazioni in ambito Social Bonus. Si parla infatti di:  

  • un credito d’imposta del 65% per tutte le donazioni pari o inferiori al 15% del reddito imponibile realizzate da parte di persone fisiche; 
  • un credito d’imposta del 50% per le donazioni effettuate da enti con un ammontare pari inferiore al 15% del reddito imponibile; lo stesso credito d’imposta è previsto anche per le aziende che donano una cifra pari o inferiore al 5 per mille dei ricavi annui.  

In tutti i casi, il credito d’imposta viene suddiviso in tre quote annuali. 

I doveri degli ETS

Visto cos’è il Social Bonus per Enti del Terzo Settore e quali sono i crediti d’imposta previsti per i diversi donatori, è bene capire cosa deve fare l’ETS per poter accedere a questa possibilità, attirando così nuove donazioni per un utilizzo specifico.  

  • come riportato nell’articolo 81 del Codice del Terzo Settore, comma 1, i beni recuperati dovranno essere “utilizzati esclusivamente per lo svolgimento di attività di cui all’art. 5 con modalità non commerciali”; 
  • per accedere al Social Bonus gli ETS devono presentare un’istanza al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, allegando la modulistica relativa al progetto di recupero; 
  • una volta approvato e avviato il progetto, l’Ente del Terzo Settore deve dare pubblica comunicazione dell’ammontare delle donazioni, della loro destinazione e del loro utilizzo, utilizzando a tale scopo il proprio sito web ufficiale; 
  • a cadenza trimestrale, l’Ente deve comunicare al Ministero del Lavoro l’ammontare delle somme ricevute e il relativo utilizzo; 
  • altro obbligo dell’Ente che beneficia delle donazioni vincolate è quello di rendicontare lo stato di avanzamento degli interventi sui beni mobili o immobili e di effettuare un rendiconto finale. 

Quando gli ETS possono presentare istanza

Gli ETS possono presentare l’istanza con il progetto di recupero degli immobili entro tre finestre temporali, valide ogni anno: il 15 gennaio, il 15 maggio e il 15 settembre.  

Se fai parte di un ente che del Terzo Settore, anche per la gestione di progetti di recupero è essenziale poter contare su dei gestionali in grado di facilitare i vari compiti. Con Terzo Settore in Cloud la gestione finanziaria e contabile del proprio ETS diventa semplice e veloce, rendendo più agevole anche l’accesso a queste utilissime agevolazioni.
Inoltre, Terzo Settore in Cloud presenta già al suo interno il sistema di pagamento digitale tracciabile grazie all’integrazione con TS Pay, che permette di tracciare tutti gli incassi, comprese le erogazioni liberali. 

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Il software per la gestione degli enti del terzo settore e delle Associazioni no profit.

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