Social bonus: come funziona l’agevolazione
Con la richiesta di accesso al social bonus, presentando progetti di recupero di beni mobili o immobili, gli Enti del Terzo settore “attivano” per chi effettua donazioni la possibilità di accedere a un credito d’imposta del 50 o del 65 per cento: una panoramica su come funziona l’agevolazione
Il social bonus offre la possibilità di accedere a un credito d’imposta a chi effettua donazioni in denaro nei confronti di Enti del Terzo settore che hanno in essere progetti di recupero di beni inutilizzati o confiscati alla criminalità organizzata.
L’agevolazione, quindi, si basa su un circolo virtuoso che prevede un coinvolgimento e dei relativi vantaggi sia per gli ETS che per le persone fisiche, gli enti o le società che scelgono di dare un loro contributo.
Una panoramica su come funziona l’agevolazione.
Social bonus: come funziona l’agevolazione per ETS e donatori
Il social bonus è regolato dall’articolo 81 del decreto legislativo numero 117 del 2017: il meccanismo agevolativo alla base del social bonus parte dalla presentazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di un progetto per sostenere il recupero degli immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata, di cui sono assegnatari, utilizzati per lo svolgimento di attività di interesse generale con modalità non commerciali.
Ottenuto il via libera, entrano in gioco coloro che scelgono di sostenere economicamente le iniziative.
Chi effettua una donazione può accedere a un credito d’imposta di importo variabile:
- nel caso delle persone fisiche è pari al 65 per cento delle erogazioni liberali nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile;
- nel caso degli enti e delle società è pari al 50 per cento nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui e del 15 per cento del reddito imponibile per gli enti non commerciali.
Social bonus per le donazioni agli ETS: come funziona per persone fisiche, enti e società
I principali requisiti che gli Enti del Terzo settore devono avere per poter avviare il flusso del social bonus sono diversi:
- avere la qualifica di ETS;
- risultare assegnatari di un bene mobile e immobile confiscato alla criminalità organizzata o di un immobile pubblico inutilizzato;
- utilizzarlo per lo svolgimento di attività di interesse generale con modalità non commerciali.
Con la nota numero 6447 del 23 aprile, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha chiarito più nel dettaglio le modalità per verificare il primo punto, soffermandosi in particolare sui tempi da considerare.
“È necessario che il beneficiario sia in possesso della qualificazione soggettiva di ente del Terzo settore a partire dal momento della presentazione dell’istanza e alla data di adozione del provvedimento di approvazione dell’elenco dei progetti di recupero ammessi al social bonus e perduri per tutto il periodo di realizzazione dell’intervento di recupero”, si legge nel documento.
Non serve risultare già in possesso della qualifica quando è stato assegnato il bene oggetto dell’agevolazione, ma serve mantenere le condizioni
Social bonus per progetti di recupero di beni mobili e immobili: le istruzioni per gli ETS
Centrale, quindi, anche per la verifica dei requisiti è il momento di presentazione del progetto di recupero. Per attivare il circolo virtuoso, inoltrando la documentazione e la domanda al Ministero del Lavoro tramite la piattaforma dedicata, gli Enti del Terzo settore aspiranti beneficiari delle donazioni hanno a disposizione tre finestre temporali:
- entro il 15 gennaio,
- entro il 15 maggio;
- entro il 15 settembre di ogni anno.
Per procedere è necessario compilare il format, accessibile online tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica, seguendo la procedura guidata e allegando la documentazione richiesta, come ad esempio lo Statuto.
La modulistica di riferimento, anche relativa alla successiva rendicontazione, è stata approvata con il Decreto interdirettoriale n. 118 del 7 luglio 2023.
Social bonus, come funziona l’accesso al credito d’imposta per le donazioni
Dopo aver valutato i progetti presentati con la relativa documentazione e verificati i requisiti degli ETS, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali tramite un apposito decreto direttoriale stila la lista delle iniziative ammessa a beneficiare del social bonus.
In questo modo si attiva il meccanismo alla base delle agevolazioni. Gli enti destinatari delle donazioni comunicano ogni tre mesi al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’importo delle erogazioni liberali, che ricevono durante il trimestre, e comunicano pubblicamente l’importo e l’impiego delle risorse e una serie di informazioni relative al progetto di recupero e restauro, specificando ad esempio gli interventi di ristrutturazione o riqualificazione eventualmente in atto.
Per le donazioni effettuate le persone fisiche, gli enti e le società hanno diritto al credito d’imposta del 65 o del 50 per cento che viene ripartito in tre quote annuali.
L’agevolazione spetta a patto che le erogazioni siano avvenute con metodi tracciabili. E inoltre la causale del pagamento dovrà fare riferimento al social bonus e indicare, oltre all’oggetto della donazione, l’ETS beneficiario.
Le persone fisiche e gli enti non commerciali utilizzano il credito maturato dalla dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state erogate le somme, i soggetti titolari di reddito d’impresa possono utilizzarlo in compensazione dal periodo d’imposta successivo.