Quote associative: come incassarle in modo efficiente
Le quote associative sono un elemento fondamentale e distintivo del mondo delle associazioni. La gestione di queste quote i non è però sempre semplice: ci sono infatti spesso dubbi sull’obbligatorietà della quota associativa, sulla possibilità di optare per delle quote diversificate, nonché sulle modalità di incasso. In questa breve guida vedremo quindi brevemente cosa sono le quote associative, come devono essere gestite dalle associazioni e quali sono le tecniche per incassare questi pagamenti facilmente, semplificando allo stesso tempo il ruolo dei soci iscritti.
Cosa sono le quote associative, in breve
Vediamo una breve definizione di quota associativa e quali sono i suoi vantaggi sia per i soci che per gli enti che incassano queste quote.
Definizione di quota associativa e vantaggi per i soci
La quota associativa è, molto semplicemente, la somma che un socio è tenuto a versare all’associazione, così da poter approfittare dei diritti riconosciuti ai soci dallo statuto associativo, dal Codice del Terzo Settore, dal Codice Civile.
La quota associativa ha scadenza annuale: un socio che non emette il suo contributo vede precludersi la possibilità di partecipare attivamente all’ente e di godere dei diritti riconosciuti agli altri soci paganti. Ecco allora che al venir meno del pagamento della quota prevista ci si vedrà negare il diritto di consultare i libri sociali, di votare durante le assemblee dei soci, di eleggere gli organi sociali, e via dicendo.
Poiché danno accesso ad una serie di diritti, le quote associative c, non sono trasmissibili ad altri né sono oggetto di rimborso; la quota associativa deve essere pagata dapprima per fare il proprio ingresso nell’ente, e successivamente, di anno in anno, per rinnovare il proprio status di socio.
I vantaggi delle quote associative obbligatorie per gli ETS
L’obbligo di versamento della quota associativa deriva dallo statuto dell’associazione stessa. Del resto, sono espliciti i vantaggi dell’obbligatorietà di tali quote. Attraverso i fondi raccolti è possibile finanziare le attività dell’associazione, senza quindi dipendere pesantemente su altre fonti. Ma non è tutto qui: è proprio la presenza delle quote associative a irrobustire il diritto di voto. E ancora, un’associazione che può dimostrare la presenza di dinamiche precise per le ammissioni dei soci potrà superare con maggiore facilità eventuali verifiche fiscali, dimostrando di non avere una natura commerciale.
Per loro natura, le quote associative non sono soggette a tassazione, e possono essere incassate semplicemente a fronte di un rilascio di una ricevuta non fiscale. Va peraltro detto che il fatto di versare una quota definita a cadenza annuale non esclude la possibilità di richiedere ai soci dei corrispettivi ulteriori ed eccezionali per partecipare a delle attività dell’associazione stessa.
A stabilire l’importo della quota associativa è il Consiglio Direttivo dell’associazione, senza che il legislatore abbia definito delle soglie minime o massime.
Quote diversificate: cosa dice l’Agenzia delle Entrate
Come sa molto bene chi frequenta il mondo associativo, all’interno di queste organizzazioni è normale avere una diversificazione tra i soci. Ecco allora che è possibile suddividere i soci in base al ruolo ricoperto all’interno dell’associazione, all’anzianità e via dicendo. Si parla quindi di soci ordinari, di soci onorari, di soci minori, di soci anziani e così via. Va però sottolineato che, a prescindere dalle tipologie adottate, queste classificazioni non hanno nessuna influenza dal punto di vista dei diritti e dei doveri dei soci. E per quanto riguarda le quote associative?
È noto che il Codice del Terzo Settore non presenta norme specifiche sugli importi delle quote sociali, né tanto meno su quelli delle eventuali quote diversificate. Attraverso l’articolo 148 comma 8 lettera C del TUIR si affermano i principi di uguaglianza e di democraticità, sottolineando come sia importante che, a prescindere dai ruoli e dagli importi delle quote associative, vengano riconosciuti i medesimi diritti e doveri. Da parte sua l’Agenzia delle Entrate, con la circolare 18/E dell’8 gennaio 2018, ha ribadito che è possibile adottare quote diversificate, a condizione di rispettare i detti principi.
Come gestire e incassare facilmente la quota associativa
La gestione veloce, rapida ed efficace delle quote associative è tra le sfide più importanti di chi si occupa della parte amministrativa di un’associazione. Diventa quindi prezioso il supporto di un software di gestione per ETS e associazioni no profit come Terzo Settore in Cloud integrato con TS Pay, il quale permette tra le altre cose di accettare pagamenti digitali e gestire i sistemi di incasso automatico delle quote associative (ma anche di donazioni e liberalità), con vantaggi sia per l’amministratore che per l’iscritto, che può effettuare comodamente il pagamento della quota associativa anche online. Inoltre, grazie a Terzo Settore in Cloud è possibile monitorare lo stato dei pagamenti delle quote, verificare facilmente chi ha pagato la propria quota o no, e tracciare i dati dei pagamenti che serviranno per redigere i bilanci.
Non è tutto qui: il software gestionale permette anche di tenere traccia della scadenza delle quote, con la possibilità di inviare automaticamente delle comunicazioni agli associati con un sollecito per il pagamento della quota associativa.