Cos’è l’impatto sociale e come si effettua la sua valutazione
Cos’è la valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli ETS? Per definizione, un Ente del Terzo Settore non ha una finalità propriamente economica. Ecco che allora, perlomeno superficialmente, diventa difficile riuscire a valutare la portata delle attività svolte dall’ente. In che modo quindi gli stakeholder di quell’ente possono capire quali sono gli effettivi risultati raggiunti dall’ente? È per rispondere a questa domanda che entra in gioco la valutazione dell’impatto sociale (in sigla VIS) degli enti del Terzo Settore: vediamo cos’è nel concreto, quando la valutazione si rende necessaria e quali sono le linee guida da cui partire.
Cos’è la valutazione dell’impatto sociale di un ETS
Iniziamo con il definire la valutazione dell’impatto sociale di un ente del Terzo Settore: questa attività permette di misurare in modo oggettivo il cambiamento apportato dalle attività di un ETS, in termini sociali ed economici.
La valutazione dell’impatto sociale di un ente si concretizza in una valutazione che presenta sia dati quantitativi che qualitativi, guardando al breve, al medio e al lungo periodo, in riferimento alle diverse attività svolte dall’ETS nei confronti del proprio pubblico di riferimento.
L’analisi viene fatta tenendo ovviamente in considerazione quelli che sono gli obiettivi predefiniti dall’ente stesso. Ecco che allora il fatto di svolgere una VIS dà la possibilità di capire l’effettivo valore aggiunto generato a livello sociale dall’ente, nonché la sostenibilità delle sue attività e i cambiamenti stimolati nel tempo.
Sorge a questo punto spontanea una domanda: in quali casi un ente del Terzo Settore è obbligato a elaborare e a fornire una valutazione del proprio impatto sociale?
Quando è necessario valutare l’impatto sociale nel terzo settore
Nessuna regola del Terzo Settore obbliga un ente a dover redigere una valutazione dell’impatto sociale. Ci possono però essere degli scenari in cui un ente, per poter effettuare determinate attività, potrebbe essere obbligato a presentare una VIS. A richiederla potrebbe esser una pubblica amministrazione, nell’ambito di una procedura di affidamento. Va detto che i casi in cui una pubblica amministrazione può effettuare questa richiesta sono ben definiti, in quanto si parla unicamente di interventi e di azioni di media oppure lunga durata, in tutti i casi superiore ai diciotto mesi; altre condizioni sono l’entità economica superiore a un milione di euro e la dimensione geografica, che deve essere come minimo interregionale (oppure azionale o internazionale).
Del resto, un ente potrebbe decidere di effettuare una valutazione dell’impatto sociale delle proprie attività anche senza nessuna richiesta dall’esterno, in modo volontario, per far emergere per l’appunto i cambiamenti sociali prodotti e il valore aggiunto generato.
Le Linee guida sulla valutazione impatto sociale (VIS)
Il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali 23 luglio 2019, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 214 del 12 settembre 2019, presenta le Linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo Settore. Oltre a indicare quanto già visto sopra in relazione all’utilità della valutazione dell’impatto sociale, nelle linee guida viene sottolineata l’esistenza di diversi possibili approcci per affrontare questa attività: è facoltà del singolo ETS scegliere le metriche più adatte, anche e soprattutto in base al tipo di attività svolte. I principi ai quali ispirarsi devono essere:
- Intenzionalità: la valutazione deve essere strettamente connessa con gli obiettivi strategici dell’ente;
- Rilevanza: nella valutazione devono essere inclusi tutti gli elementi volti a evidenziare la dimensione comunitaria delle attività e il loro interesse generale;
- Affidabilità: le informazioni inserite devono essere non solo eque e veritiere, ma anche precise;
- Misurabilità: nel caso di attività che possono essere misurate con parametri quantitativi, la valutazione deve essere attenta e precisa, identificando indici e indicatori coerenti.
Per misurare l’impatto sociale dell’ETS devono essere seguite 5 fasi, ovvero:
- Analisi del contesto e dei bisogni;
- Pianificazione degli obiettivi di impatto;
- Analisi delle attività e scelta delle metodologie, degli strumenti e delle tempistiche di misurazione;
- Attribuzione di un valore, ossia di un significato, ai risultati conseguiti;
- Comunicazione degli esiti
Anche per valutare l’impatto sociale, il software gestionale Terzo Settore in Cloud si può confermare come il miglior alleato, perché consente di tenere traccia e di gestire tutte le attività organizzate e svolte dall’ente, avendo sempre a disposizione una reportistica facile da consultare. Scopri tutte le funzionalità di Terzo Settore in Cloud per la gestione organizzativa, contabile e fiscale di un ETS.