Cos’è l’attività istituzionale di un’associazione?

10.12.2024 - Tempo di lettura: 9'
Cos’è l’attività istituzionale di un’associazione?

Tra i dubbi più forti di chi si trova a gestire un’associazione o un altro ETS, soprattutto nei primi tempi, c’è quello relativo alla distinzione tra attività istituzionale e attività commerciale. Saper distinguere in modo certo e preciso la prima dalla seconda è di fondamentale importanza per non rischiare di incorrere in sanzioni o estromissioni, e in generale per una corretta gestione degli adempimenti fiscali e contabili dell’associazione stessa.  

In questo articolo vedremo quindi cos’è l’attività istituzionale in un’associazione, come la si può distinguere dall’attività commerciale e cosa dice a questo proposito il TUIR. 

Significato di attività istituzionale per un’associazione?

La definizione di attività istituzionale di un’associazione è estremamente chiara e semplice: tale è l’attività prevista dallo statuto dell’associazione stessa come scopo principale dell’ente. Si capisce quindi che l’attività istituzionale di un ente senza scopo di lucro finisce per sovrapporsi con il suo obiettivo. Nel caso di un’associazione culturale, dunque, saranno individuate come attività istituzionali tutte quelle riconoscibili come artistiche e culturali, cosa che ovviamente non si potrebbe dire a proposito di un’associazione di tipo politico, religioso oppure sportivo. Per altri l’attività istituzionale sarà costituita invece dall’assistenza sociale, oppure dalla beneficenza, o ancora, dall’organizzazione di corsi di formazione o di attività sportive. 

A caratterizzare l’attività istituzionale c’è inoltre, in linea generale, il fatto di essere rivolta principalmente ai soci, di essere svolta prevalentemente nell’ambito dell’attività dell’ente e di non prendere in nessun caso la forma di attività imprenditoriale. 

Differenza tra l’attività commerciale e l’attività istituzionale in un’associazione

Cerchiamo ora di distinguere in modo più netto l’attività istituzionale, già definita, dall’attività commerciale. Nel primo caso tutte le entrate e le uscite sono strettamente connesse con la finalità statutaria dell’associazione, qualsiasi essa sia. Si parla quindi di attività messe in campo per i soci e per i tesserati, che non hanno scopo di profitto. L’attività commerciale, invece, non ha il vincolo di essere attinente in toto alla finalità sociale dell’ente: si tratta infatti di attività di tipo diverso, che si rivolgono principalmente all’esterno dell’associazione, puntando a persone terze. 

Va ora capito in quali casi un’associazione può svolgere un’attività commerciale, e perché è sempre bene saper distinguere quest’ultima da quella di tipo istituzionale. 

Cosa dice l’articolo 148 del TUIR 

In materia di definizione dell’attività istituzionale negli enti associativi, è necessario riportare quanto si trova nell’articolo 148 del Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), al terzo comma. Per quanto riguarda le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona, nonché per le strutture periferiche di natura privatistica (quelle che il TUIR indica come “necessarie agli enti pubblici non economici per attuare la funzione di preposto a servizi di pubblico interesse”), la norma dice che “non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonché le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati”. 

Il confine tra attività istituzionale e commerciale risulta spesso sottile. Pensiamo per esempio a un’Associazione di Promozione Sociale (APS), che normalmente conosce diversi tipi di entrate. Quelle risultanti da un corso di pronto soccorso diretto ai propri soci saranno entrate da attività istituzionali, mentre quelle relative al medesimo corso rivolto alle imprese del territorio saranno da considerarsi invece come entrate da attività commerciali. 

Perché la distinzione è importante

Le associazioni e altri ETS sono tenute a presentare annualmente bilanci e rendiconti: in questi documenti finali è fondamentale distinguere in modo chiaro e corretto le attività istituzionali da quelle commerciali, sapendo che le prime non generano imponibile IVA o IRES, mentre le entrate da attività commerciale generano dell’imponibile. 

Inoltre, è importante conoscere la differenza tra i due tipi di attività perché, al fine di continuare a beneficiare dei vantaggi fiscali previsti per gli Enti del Terzo Settore, un’associazione non potrà mai far prevalere l’attività commerciale rispetto a quella istituzionale.  

Da tutto questo risulta chiaro quanto per ogni ente non profit sia importante una gestione attenta delle proprie entrate, gestione che può essere facilitata utilizzando gli strumenti migliori per evitare errori, storture o veri e propri illeciti. Con il software gestionale Terzo Settore in Cloud di TeamSystem, le associazioni e più in generale gli ETS possono avere sotto controllo tutte le attività del proprio ente, tenere traccia dei flussi di cassa e redigere facilmente bilanci e rendiconti, con la certezza di avere sempre a disposizione uno strumento aggiornato automaticamente con le ultime normative. 

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