Quali sono le attività diverse di un ETS e quali sono i limiti da rispettare

24.02.2025 - Tempo di lettura: 9'
Quali sono le attività diverse di un ETS e quali sono i limiti da rispettare

Gli enti del Terzo settore accanto alle iniziative principali possono svolgere anche delle attività definite “diverse” rispettando, però, precise regole e specifici limiti.

 

Le attività svolte da un ente del Terzo settore devono rispondere a precise regole e si possono raggruppare sostanzialmente in due categorie: quelle “di interesse generale” e quelle definite “diverse”.

Oltre alla tipologia di iniziative messe in campo, bisogna poi considerare anche il loro peso nell’economia complessiva delle azioni portate avanti dagli ETS: esistono, infatti, precisi limiti da rispettare.

Una panoramica sulle indicazioni previste dal Codice del Terzo Settore.

Quali sono le attività diverse di un ETS?

Le regole sono contenute nell’articolo 5 e 6 del decreto legislativo numero 117 del 2017 che concede agli enti di esercitare le attività diverse ”a condizione che l’atto costitutivo o lo statuto lo consentano e siano secondarie e strumentali rispetto alle attività di interesse generale, secondo criteri e limiti definiti” con apposito provvedimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

L’attività principale svolta da un ente del Terzo settore deve, quindi, rientrare nel perimetro stabilito dalla normativa: la scelta deve ricadere tra le 26 diverse voci indicate dalla normativa che vanno dai servizi sociali alla formazione e deve essere indicata anche all’interno dello statuto. Regola prevista anche per le attività diverse che devono conservare un carattere di strumentalità rispetto alle principali.

La loro funzione deve essere, in ogni caso, quella della realizzazione, in via esclusiva, delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale perseguite dall’ente stesso.

E proprio per conservare e assicurare la centralità delle iniziative principali, la normativa ha imposto la necessità di rispettare precisi limiti.

Quali sono i limiti per le attività diverse per gli ETS?

I valori di riferimento sono stati definiti dal decreto n.107 del 19 maggio 2021 e sono i parametri di riferimento per individuare la correttezza dell’attività esercitata dall’ente.

Sono due le strade per verificare i limiti delle attività diverse e sono entrambe relative ai ricavi dell’attività determinati in ciascun esercizio:

  • non devono superare il 30% delle entrate complessive dell’Ente del Terzo settore;
  • non devono superare il 66% dei costi complessivi dell’ETS.

In caso di superamento delle soglie, l’organizzazione deve comunicarlo entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio e porre rimedio riducendo, nell’anno successivo, il rapporto tra le attività in maniera proporzionale.

Se l’organizzazione non comunica di aver superato i limiti o non ristabilisce l’equilibrio, viene cancellata dal Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.

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