Obbligo di Safeguarding entro il 31 dicembre per ASD e SSD

10.10.2024 - Tempo di lettura: 10'
Obbligo di Safeguarding entro il 31 dicembre per ASD e SSD

Safeguarding per ASD e SSD, entro il 31 dicembre l’obbligo di nomina di un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni. Dai requisiti agli adempimenti, un focus sulle regole da seguire.

 

Safeguarding obbligatorio nello sport dilettantistico entro il 31 dicembre.

Questa la data fissata in calendario, termine entro il quale le associazioni e le società sportive dilettantistiche dovranno adeguarsi ad uno dei nuovi obblighi previsti dalla riforma dello sport a tutela dei minori.

L’obbligo di nomina di un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, previsto in prima battuta entro il mese di luglio, è stato prorogato dal CONI alla fine dell’anno. Una scadenza che quindi è ormai vicina e per la quale è bene riepilogare regole e adempimenti.

Obbligo di Safeguarding entro il 31 dicembre per ASD e SSD

È il comma 6, articolo 33 del decreto legislativo n. 36/2021 a prevedere l’obbligo per associazioni e società sportive dilettantistiche di dotarsi di un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni a tutela dei giovani sportivi.

Obiettivo della nomina del Safeguarding è quindi di tutelare i minori che lavorano in ambito sportivo dilettantistico e l’adempimento si lega all’obbligo, scaduto il 31 agosto, di adozione o adeguamento dei Modelli organizzativi di gestione e controllo (MOGC).

Le due novità previste dalla riforma dello sport per garantire la sicurezza di atlete e atleti, inizialmente allineate sul fronte dei termini da seguire, seguono scadenze diverse per effetto della proroga disposta dal CONI con la delibera presidenziale n. 159/89 del 28 giugno 2024.

ASD e SSD dovranno quindi procedere in tempi brevi all’adempimento dell’obbligo di nomina del Responsabile Safeguarding, secondo le linee guida adottate con apposito regolamento da parte degli enti sportivi a cui sono affiliate. Il compito di questa nuova figura sarà quello di ricevere eventuali segnalazioni in caso di abusi, violenze e discriminazione e adottare idonee misure di tutela e prevenzione.

Chi è il Responsabile Safeguarding: requisiti e competenze

La figura del Responsabile Safeguarding assume un ruolo centrale nelle organizzazioni sportive e sarà chiamata a garantire la sicurezza e il benessere dei minori e di prevenire e gestire casi di abuso, violenza e discriminazione.

Le caratteristiche di questa nuova figura sono state delineate dal CONI: dovrà essere garantita l’indipendenza e la terzietà del Responsabile nominato, con il fine di evitare ogni possibile forma di conflitto di interesse rispetto all’attività svolta dall’associazione o dalla società sportiva dilettantistica per la quale svolge l’incarico.

Pur non essendo previsto un esplicito divieto di nomina di soggetti tesserati, la condizione di terzietà suggerisce di indicare soggetti esterni, che dovranno essere dotati di competenze specifiche sul fronte educativo, psicologico, relazionale ma anche dal punto di vista giuridico e legale. Da evidenziare inoltre la necessità di deposito presso l’ente sportivo del certificato penale del casellario giudiziale.

Il Responsabile Safeguarding rimane in carica quattro anni dalla nomina.

Le funzioni del Responsabile Safeguarding: prevenzione, tutela e segnalazione

Il Responsabile nominato dall’ente dovrà monitorare e ricevere le segnalazioni su situazioni di rischio, anche potenziali.

Su quest’ultimo fronte è richiesto che ogni ASD e SSD implementi specifiche procedure di segnalazione – da descrivere in maniera puntuale nel codice di condotta o regolamento interno – che garantiscano riservatezza e rapidità nella trasmissione delle comunicazioni.

Le funzioni del professionista designato saranno però anche esterne e dovrà di fatto fare da collante tra associazione o società designante e Safeguarding Officer dell’ente di affiliazione, per favorire la collaborazione in caso di segnalazioni per abusi, violenze o discriminazione.

Nomina obbligatoria entro il 31 dicembre

Definiti i contorni di questa figura che diventa essenziale nel mondo dello sport, è bene tornare sul fronte operativo.

In primo luogo si evidenzia che la scadenza attualmente in calendario è quella del 31 dicembre e che ASD e SSD non potranno rifiutarsi di nominare un Responsabile Safeguarding: in caso di inadempienza, dal 1° gennaio 2025  è prevista l’applicazione di specifiche sanzioni che potranno arrivare fino alla revoca dell’affiliazione dalla Federazione.

Della nomina dovrà esserne data evidenza esplicita, con la pubblicazione sia sull’homepage del sito di associazioni e società sportive che mediante affissione presso la sede dell’ente. Sarà inoltre necessario darne apposita comunicazione al Safeguarding Officer della propria Federazione, Disciplina sportiva nazionale o Ente di promozione sportiva di riferimento.

Non da ultimo, dovrà inoltre essere consegnata una copia del Modello di organizzazione e gestione dell’attività sportiva oltre che del Codice di Condotta a chiunque frequenti l’associazione, quindi a tutti gli iscritti, soci, lavoratori, tesserati e volontari.

Nel MOCAS la procedura di segnalazione

Come già detto in precedenza, l’obbligo di nomina del Responsabile Safeguarding si lega a un ulteriore adempimento che ha interessato gli enti del settore sportivo.

Si tratta dell’obbligo di adozione di Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta, sulla base delle linee guida elaborate dalle Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva e benemerite entro il 31 agosto 2023.

La scadenza per l’adozione dei MOCAS da parte di associazioni e società sportive dilettantistiche era fissata nella maggior parte dei casi al 31 agosto 2024, ossia decorsi i dodici mesi dalla data di adozione delle linee guida da parte degli Organismi sportivi di affiliazione. C’è tuttavia da evidenziare come la scadenza dei dodici mesi è legata non alla data di adozione, bensì da quella di comunicazione delle linee guida da parte degli affilianti.

Al netto quindi delle valutazioni circa i termini effettivi da rispettare, è bene evidenziare il legame stretto tra MOCAS e nomina del Responsabile Safeguarding.

I modelli organizzativi, oltre a evidenziare diritti e doveri di tutti i tesserati e le tesserate, individuano i comportamenti rilevanti ai fini della prevenzione e della gestione dei rischi di abuso, violenza e discriminazione, così come le procedure di nomina del Responsabile Safeguarding, i suoi ruoli e le sue funzioni all’interno dell’ASD o SSD.

Nei MOCAS è inoltre dettagliata la procedura di segnalazione di comportamenti lesivi nei confronti di tutti i tesserati e le tesserate, in particolare se minorenni, così come il relativo sistema sanzionatorio.

I modelli diventano quindi uno strumento sia di prevenzione che di gestione delle aree di rischio e i suoi contenuti saranno quindi alla base anche del lavoro del Responsabile delle politiche di Safeguarding.

Un decreto attuativo che tarda ad arrivare

Arrivati a pochi mesi dalla scadenza per la designazione del Responsabile Safeguarding, restano alcuni punti critici e in particolare la mancata emanazione a oggi di un decreto attuativo previsto dall’articolo 33, comma 6, del decreto legislativo n. 36/2021.

In particolare, la disposizione di cui sopra prevede quanto segue:

Fermo restando quanto previsto dalla legge 17 ottobre 1967, n. 977, sull’impiego dei minori in attività lavorative di carattere sportivo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dell’Autorità politica da esso delegata in materia di sport, da adottarsi ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro 12 mesi dall’entrata in vigore del presente decreto di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro della salute e con l’Autorità delegata per le pari opportunità e la famiglia, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono introdotte disposizioni specifiche a tutela della salute e della sicurezza dei minori che svolgono attività sportiva, inclusi appositi adempimenti e obblighi, anche informativi, da parte delle società e associazioni sportive, tra cui la designazione di un responsabile della protezione dei minori, allo scopo, tra l’altro, della lotta ad ogni tipo di abuso e di violenza su di essi e della protezione dell’integrità fisica e morale dei giovani sportivi. Il decreto di cui al primo periodo prevede l’obbligo della comunicazione della nomina del responsabile della protezione dei minori all’ente affiliante di appartenenza, in sede di affiliazione e successiva riaffiliazione.

La mancata adozione del decreto attuativo, dal quale si attendono dettagli sugli adempimenti in carico di ASD e SSD, è stato uno dei motivi principali alla base della proroga dell’obbligo dal 1° luglio alla fine dell’anno, comunicata dal CONI con la delibera 159/89 del 28 giugno.

Ad oggi manca ancora questo passaggio di tutto rilievo per definire al meglio regole e procedure da seguire. Al momento però non vi sono notizie di una nuova proroga in arrivo.

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