MOG per ASD e SSD: cosa sono i Modelli Organizzativi di Gestione e Controllo

08.04.2025 - Tempo di lettura: 6'
MOG per ASD e SSD: cosa sono i Modelli Organizzativi di Gestione e Controllo

Non solo il safeguarding: a partire dal 31 agosto 2024 le Associazioni Sportive Dilettantistiche, così come le Società Sportive Dilettantistiche, sono obbligate a predisporre e adottare due documenti per la tutela dei minori e la prevenzione delle molestie: parliamo dei MOG sportivi, ovvero dei Modelli Organizzativi e di Gestione, e del Codice di Condotta.

L’obiettivo del legislatore – che ha introdotto questi obblighi a partire dal decreto legislativo 39/2021 – è stato più nel dettaglio quello di prevenire sia la violenza che le discriminazioni nel mondo dello sport, con particolare attenzione ai minori iscritti presso le ASD e SSD.

Ma cosa sono, nel concreto, i MOG per ASD e SSD? Chi deve redigere questi modelli, e cosa è necessario inserire in questi documenti obbligatori?

Cos’è il MOG, Modello Organizzativo e di Controllo dell’attività sportiva

Iniziamo con lo spiegare cos’è un Modello Organizzativo e di Controllo dell’Attività Sportiva: si tratta di un documento che definisce sia la struttura organizzativa dell’associazione o società sportiva dilettantistica, sia – e soprattutto – gli iter che la stessa è tenuta a seguire da quel momento per prevenire comportamenti dannosi o illeciti all’interno dell’ente.

Lo scopo dei MOG (indicati anche con l’acronimo MOGC), come si può comprendere, è duplice. Prima di tutto si punta a fare in modo che nelle associazioni e società sportive dilettantistiche, e più in generale nel mondo dello sport, non ci sia spazio per molestie, per violenze di genere o per discriminazioni riguardanti la religione, l’etnia, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’età o le convinzioni personali. In secondo luogo, si punta a mettere al riparo l’ente stesso nello sfortunato caso di reati.

Per questi importanti motivi è stato deciso l’obbligo di adozione dei MOG e dei Codici di Condotta; entrambi devono essere approvati dal Consiglio direttivo dell’ASD o SSD, per poi essere resi pubblici mediante il sito web dell’ente e per mezzo di affissione nella sede sociale.

Mog e safeguarding

L’obbligo di redigere i Modelli Organizzativi e di Gestione e i Codici di Condotta non è da considerarsi come isolato: come sappiamo, negli stessi mesi è entrato infatti in vigore anche l’obbligo di nominare un responsabile in materia di safeguarding, ovvero di dotarsi di un responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, a tutela dei giovani sportivi.

Vale la pena ricordare in questa sede che il responsabile in questione deve essere indipendente e terzo, così da evitare a monte qualsiasi forma di conflitto di interessi; non esiste un divieto esplicito di nomina del responsabile del safeguarding tra i tesserati, ma di certo l’intento del legislatore prevede tendenzialmente la scelta di una persona esterna, che possa vantare esperienze nei campi dell’educazione e della psicologia.

Chi deve redigere i Modelli Organizzativi dell’ASD e SSD

Torniamo ora ai MOGC per ASD e SSD: in molti casi, le associazioni si sono chieste a chi spetta la responsabilità di redigere il proprio Modello Organizzativo e di Controllo dell’Attività Sportiva. Ebbene, quel che è certo è che questi documenti devono essere approvati dal Consiglio direttivo dell’ASD, ma questo non significa automaticamente che sia lo stesso Consiglio il responsabile della redazione del documento.

Questo compito potrebbe per esempio competere al presidente stesso, o a un’altra carica dell’ente: in caso di dubbio, potrebbe essere utile controllare lo statuto dell’associazione sportiva dilettantistica, per controllare la presenza di eventuali indicazioni circa l’approccio da adottare in situazioni come questa.

Al di là dei particolarismi, però, si può certamente affermare che può risultare utile, a livello di trasparenza e di democraticità, presentare sia il Codice di Condotta che il Modello Organizzativo e di Controllo dell’Attività Sportiva all’assemblea dei soci, affinché tutti possano esprimere la propria opinione su tale documento prima di procedere alla sua approvazione. Ma questo, per l’appunto, è solo un consiglio: nessuna regola impone come obbligatorio questo ulteriore passaggio nella redazione e approvazione del MOG.

Cosa inserire nei Modelli Organizzativi e di Gestione dell’ASD e SSD

Quali sono le informazioni da inserire obbligatoriamente nel MOG di un’associazione sportiva dilettantistica? La materia trattata è ampia e complessa: a venire in soccorso al responsabile designato all’interno dell’ASD ci possono però essere le linee guida appositamente create dalle diverse Federazioni Sportive Nazionali o dagli Enti di Promozione Sportiva, da interpretare come modelli standard di partenza. C’è peraltro di più, in quanto alcune Federazioni, nei mesi precedenti all’entrata in vigore dell’obbligo, hanno creato per i propri affiliati dei veri e propri modelli da “compilare” e da adattare alle peculiarità delle singole ASD e SSD.

Ecco, in ogni caso, quelle che dovrebbero essere le informazioni presenti nel MOGC di un ente sportivo dilettantistico per assolvere all’obbligo introdotto a partire dal 2024:

  • i principi e gli obiettivi del MOG: il Modello Organizzativo e di Controllo dell’Attività Sportiva dovrebbe aprirsi con la presentazione dei valori fondamentali dell’ASD o SSD, a partire dai quali indicare anche le finalità del documento stesso;
  • i destinatari del Modello: ovviamente gli atleti, ma anche gli allenatori, i tecnici, i dirigenti, i collaboratori con altre specializzazioni, nonché i genitori degli atleti minorenni. Nel MOGC deve essere indicato il pubblico di riferimento, esplicitando cioè a chi si rivolgono queste procedure;
  • le condotte messe al bando: il cuore del Modello Organizzativo e di Controllo dell’Attività Sportiva consiste nell’elenco dettagliato dei comportamenti che non possono in alcun modo essere trascurati o accettati. Si spazia dunque dalle molestie sessuali all’abuso psicologico e fisico, dalla discriminazione al bullismo, dalla negligenza nell’assistere i minori per arrivare all’abuso dei mezzi di correzione;
  • l’indicazione del responsabile: come accade sempre nel momento in cui si definiscono delle regole, è necessario indicare anche un responsabile, tenuto cioè a vigilare sulla loro applicazione e sul loro rispetto;
  • le procedure operative: il Modello Organizzativo e di Controllo dell’Attività Sportiva si completa infine con una descrizione degli iter da rispettare per la quotidiana gestione dell’ente, illustrando quindi le regole da seguire per usare gli spazi sportivi dell’associazione, per organizzare le trasferte, per comunicare con gli atleti. E ancora, in questa sezione devono essere esposte le procedure per l’assistenza psicologica degli atleti nonché i doveri di ogni soggetto coinvolto, dai dirigenti agli atleti stessi.

Le sanzioni per le ASD e SSD senza MOG

A livello dell’articolo 16 del Decreto Legislativo 39/21 “Fattori di rischio e contrasto della violenza di genere nello sport” si legge che “Le Associazioni e le Società sportive dilettantistiche e le Società sportive professionistiche devono predisporre e adottare modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva nonché codici di condotta ad esse conformi”. Ma cosa può succedere, nel concreto, alle ASD e alle SSD che, anche dopo la scadenza del 31 agosto 2024, non presentano un MOG completo delle informazioni necessarie sul proprio sito web e accessibile a chiunque nella propria sede?

A farsi carico dell’onere della sanzione sono le Federazioni sportive nazionali e gli Enti di promozione sportiva, i quali sono tenuti a prevedere delle sanzioni disciplinari a carico degli enti tesserati (seguendo quanto riportato nel capo II del titolo I, libro III del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198). Le sanzioni, va sottolineato, possono essere molto pesanti, tenendo conto della delicatezza e dell’importanza dei temi trattati e alla gravità della negligenza.

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