ASD e SSD: le operazioni fuori campo IVA fino al 31 dicembre
Slitta la riforma IVA per le associazioni e le società sportive dilettantistiche. Il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione è previsto dal 2026, con il conseguente rinvio di obblighi e adempimenti.
Un ulteriore anno di tempo per adeguarsi alla nuova normativa IVA. Slitta al 1° gennaio 2026 la riforma che interesserà anche le associazioni e le società sportive dilettantistiche.
La novità è stata ufficializzata a ridosso della fine dell’anno, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre del decreto Milleproroghe n. 202/2024.
Al pari degli enti del Terzo Settore quindi, anche ASD e SSD continueranno ad operare per tutto il 2025 nel regime di esclusione dall’IVA, con il conseguente venir meno dell’obbligo di adeguarsi (almeno per il momento) alle novità che incideranno sulla gestione dal punto di vista fiscale dell’attività svolta.
ASD e SSD: proroga per la riforma IVA al 1° gennaio 2026
Il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA sarà particolarmente importante e significativo per le realtà che operano nel mondo dell’associazionismo sportivo e imporrà, come prima cosa, di dover aprire una partita IVA e gestire i conseguenti adempimenti fiscali e amministrativi.
A fronte di una riforma dall’impatto pratico importante, e con il fine di favorire il passaggio graduale al nuovo regime, il Decreto Milleproroghe n. 202/2024 prevede quindi un anno in più di tempo, in attesa della razionalizzazione della disciplina dell’imposta sul valore aggiunto per gli enti che operano nel terzo settore.
Vale la pena ricordare che il focus delle novità rinviate è contenuto nel decreto legge n. 146/2021, che modifica gli articoli 4 e 10 del DPR n. 633/1972 i quali disciplinano rispettivamente le operazioni fuori campo IVA e le operazioni esenti.
Nello specifico, a partire dal 1° gennaio 2026 sarà eliminato dall’articolo 4 il riferimento alle prestazioni sportive rese nei confronti di soci e tesserati dalle operazioni fuori campo IVA, con l’inserimento tra le operazioni esenti delle “prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese da associazioni sportive dilettantistiche alle persone che esercitano lo sport“.
La novità è quindi duplice e, con il fine di adeguare la normativa interna alle indicazioni comunitarie, oltre a prevedere il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione, estende l’applicazione delle misure agevolative a tutte le persone che praticano lo sport, e non solo a soci e tesserati di ASD e SSD.
Vale la pena ricordare che continueranno ad applicarsi fino alla fine dell’anno in corso le norme introdotte con il decreto legge n. 113/2024 e in particolare dall’articolo 3, il quale dispone che fino alla data di debutto della riforma, si potranno considerare come fuori campo IVA tutte le operazioni per le quali è previsto il passaggio al regime di esenzione, cioè:
“le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese da associazioni sportive dilettantistiche alle persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica ovvero nei confronti di associazioni che svolgono le medesime attivita’ e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, nonche’ dei rispettivi soci, associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali.”
L’impatto della riforma IVA dal 1° gennaio 2026
Analizzata la situazione attuale, è bene tornare sull’effetto pratico del passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA.
Uno dei più immediati consisterà nell’obbligo per le associazioni e le società sportive dilettantistiche di dotarsi di partita IVA.
ASD e SSD dovranno quindi confrontarsi con gli obblighi correlati, primo tra tratti l’emissione della fattura elettronica, nel rispetto del termine di 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione, e di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri.
In ambedue i casi, per una gestione ottimale degli adempimenti, diventa fondamentale dotarsi di software e programmi che permettono di ottimizzare il flusso di invio dei dati e gli adempimenti conseguenti, tra cui l’invio della dichiarazione annuale o ancora la trasmissione delle comunicazioni trimestrali, ma anche la conservazione a norma.
Ferma restando la possibilità di adottare il regime speciale forfettario previsto per gli enti associativi, ci sarà un anno di tempo per adeguarsi alle novità e farsi trovare pronti al debutto – salvo nuovi rinvii – della riforma IVA.