Farm to Fork: la tracciabilità alimentare
Ai consumatori la qualità dei prodotti oggi non basta. Più esigenti e più informati, i clienti cercano la qualità delle informazioni. Dalla fattoria alla forchetta, garantire la massima trasparenza informativa significa introdurre lungo la filiera processi di tracciabilità e rintracciabilità realizzabili solo con un’elevata integrazione tecnologica.
Cosa significa tracciabilità alimentare
Tracciabilità dei prodotti alimentari significa prima di tutto sicurezza e maggiore consapevolezza rispetto a una filiera diventata estremamente complessa e ricca di interlocutori. Le etichette sulle confezioni alimentari raccontano solo in parte quello che succede nei nostri piatti: per questo è necessario introdurre sistemi più evoluti che permettano di gestire maggiori informazioni.
Agli operatori dell’agroalimentare è richiesta la capacità di tracciare e seguire un alimento, un mangime o sostanza destinati o atti a entrare a far parte di un alimento o di un mangime in tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione. Questo implica l’utilizzo di determinate tecnologie di codifica e di scambio delle informazioni tra tutti gli attori della filiera.
Come? Tramite un’etichettatura intelligente e sistemi ERP capaci di lavorare in tempo reale e in maniera integrata le informazioni per arrivare, con approcci sempre più evoluti ad un Product Lifecycle Management di nuova generazione che da un lato gestisce i prodotti e dall’altro, tutta la documentazione associata alla gestione degli ordini, documenti di trasporto inclusi.
I due asset dello sviluppo: codifica e digitalizzazione
Le tecnologie in campo sono diverse. Gli operatori più innovativi stanno integrando ai barcode l’identificazione univoca tramite tecnologia RFID. Grazie al tag, infatti, i prodotti diventano intelligenti e comunicanti, aggiungendo in ogni fase del processo nuove informazioni che si vanno a integrare ai sistemi gestionali permettendo di aggiornare in tempo reale i dati.
Questo semplifica la gestione degli ordini, velocizzando i tempi di presa in carico, le consegne ma anche gli inventari. La possibilità di avere a sistema tutti i processi, incluse bolle, fatture e DDT, ad esempio, aiuta gli operatori ad avere una migliore visione su contratti, margini, ritorni a supporto di un miglior time to market.
Non solo: integrare tutte le fasi di lavorazione, produzione, trasporto e consegna, consente di ottimizzare le filiere e ridurre le scorte all’essenziale, azzerando molti costi nascosti legati a sprechi, smarrimenti e tempi di scadenza che possono essere convertiti in promozioni, sempre apprezzate dal consumatore finale.
Tutelare i brand e i consumatori dalla contraffazione
Oltre a certificare le informazioni, garantendo ai consumatori l’origine e l’autenticità dei prodotti, le tecnologie salvaguardano le filiere dalla contraffazione e da quell’Italian sounding che, secondo Coldiretti, colpisce praticamente tutte le tipologie di prodotti Made in Italy, dai salumi alle conserve, dal vino ai latticini, fino a olio, sughi o pasta.
In testa alla classifica dei prodotti più contraffatti ci sono infatti i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano ma anche i nostri salumi più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, così come gli extravergine di oliva e le conserve (il pomodoro San Marzano viene prodotto in California e venduto in tutti gli USA o prodotto con pomodori cinesi e venduto nel mondo).
La trasparenza informativa garantita dalle tecnologie assicura il consumatore finale che, tramite QR CODE oppure soluzioni di imagine recognition, può andare sui siti o landing page del brand produttore e approfondire meglio la storia e la lavorazione dei prodotti acquistati.
In sintesi, le tecnologie non solo migliorano l’efficienza e l’operatività dei produttori e dei distributori ma tutelano alimenti e bevande e garantiscono i consumatori.