Recruiting Marketing: il selezionatore del personale come Sales e Brand Ambassador

26.07.2016 - Tempo di lettura: 4'
Recruiting Marketing: il selezionatore del personale come Sales e Brand Ambassador

Il mondo sta virando rapidamente verso la crescente adozione di strumenti digitali in tutte le sfere professionali. Si richiede un adeguamento delle vecchie pratiche con i nuovi mezzi messi a disposizione dalla ricerca tecnologica.

Quando i numeri diventano importanti e i processi complessi, occorrono mezzi idonei per gestire i talenti, il training e le compliance.
Oggi vogliamo occuparci dell’evoluzione nel processo di recruiting e delle nuove competenze attese con l’avvento del web. Gli esperti in comunicazione condividono con l’HR molto più di quanto non si possa pensare.

Anche il recruiting, infatti, è marketing.

Ogni Azienda oggigiorno deve possedere una presenza online, una forte comprensione del business e dei suoi processi: “It’s time to recognize that social isn’t just campaign-based, it’s an integrated part of your ongoing business strategy“(Ted Rubin). Questo assunto vale indubbiamente per la funzione web-marketing, non è però meno importante in ambito HR.
Le Aziende si affacciano al mondo forti di una identità  (Brand Identity) costruita con attenzione al fine di poter essere riconosciuta, comunicata, condivisa ed emulata. Se risulta possibile parlare del panettone Bauli come di un cugino prossimo, è perché ognuno possiede nella mente l’immagine del bambino che aiuta Babbo Natale a scendere dal caminetto (Buttati che è morbido!). I grandi marchi hanno costruito le proprie identità  con cura e strategia, portando il consumatore a rapidissime e inconsce associazioni tra il brand, il prodotto e le sensazioni ad esso associate (fiducia, piacevolezza, autorevolezza, affidabilità , empatia). A tutti i brand è associata un’emozione, un posizionamento, un colore. Solo la vicinanza con il consumatore, il fatto di conoscersi e riconoscersi reciprocamente può portare un marchio a diventare leader di mercato.

RECIPROCAMENTE

Sì. Perché se negli anni Novanta – in un processo unilaterale – era il consumatore a riconoscere il brand, oggi il brand deve conoscere il consumatore… e dialogare con lui. Con l’avvento dei social e la possibilità  di interagire con potenziali clienti e con possibili candidati, diventa necessario intavolare relazioni. Rispettare la propria identità  aziendale, offrire contenuti rilevanti per l’audience di riferimento non è solo possibile, è richiesto. Il grado di identificazione dei dipendenti con l’Azienda li elegge a Brand Ambassador, primi promotori della bontà  e della serietà  del marchio, creando le basi per l’espansione che ogni attività  si augura di intraprendere e generando un clima di coinvolgimento e fidelizzazione per tutti coloro che, dal balconcino di casa, guardano a ciò che il brand comunica e si dicono “Ehi capo, certo che sarebbe proprio bello lavorare là”

I SELEZIONATORI DEL FUTURO

Chi sono quindi i selezionatori del futuro? Sono esperti di marketing.
Come un prodotto, anche le posizioni vacanti devono essere pubblicizzate, promosse, devono rientrare all’interno di una strategia più estesa di Brand Awareness. Occorre stuzzicare la curiosità  del candidato, che alla pari dei dipendenti di lunga data, diventa il promotore numero uno della bontà  dell’Azienda.
Il rapporto con i candidati nell’era del web 2.0 si delinea su tutti i canali, piattaforme, forum, social. Passa dall’immediatezza dall’immagine che un’Azienda dà  di sé, dal grado di definizione della propria veste, della propria faccia, del proprio spirito. L’Azienda è una persona fisica, con un volto, i tacchi o i sandali, il rossetto o il lucidalabbra, la cravatta o il cardigan… ha una veste che deve essere identificabile e deve creare desiderio di inclusione. I buoni marketer-recruiter sapranno fare tutto ciò. Il posto di lavoro, d’altro canto, altro non è che un prodotto, un bene da commercializzare e promuovere verso un target specifico: i candidati-clienti. Un brand forte attrae curiosità  esterne ed è in grado di creare un senso di appartenenza nei confronti del personale interno, che verrà  coinvolto spontaneamente nella ricerca del candidato, scelto €œa propria immagine e somiglianza.
Se i dipendenti sono i portavoce dell’Azienda nel mondo, la comunicazione online è l’immagine trasmessa su larga scala, la base per la costruzione di identità  e reputazione. Un buon recruiter saprà  cogliere tutti i suggerimenti della funzione marketing per impostare un fertile e rapido processo di selezione online.

COSA E’ CAMBIATO CON LA CRISI ECONOMICA?

Il turnover è diventato più rapido, il senso di diffidenza e incertezza professionale ha reso i candidati e i neo-assunti più inclini al cambiamento. Tempo ed energie aziendali vengono sprecate laddove non si garantisca una positiva esperienza al “dipendente-cliente”. Come ottenere questo risultato? Con una buona strategia di onboarding.
Si calcola che nel 2025 il 75% dei lavoratori sarà  costituito da Millennials: nativi digitali con una forte propensione all’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Se la stanzialità  non è più riconosciuta come valore assoluto, il desiderio di riconoscimento economico e stabilità  professionale resta saldo.
Per catturare profili di questo tipo, l’Azienda dovrà  saper comunicare valori forti e identità  chiare, in linea con i tempi e le caratteristiche dei talenti del nuovo millennio.

COSA DEVE SAPER FARE UN RECRUITER?

Deve essere esperto di:

  • SEO/SEM: il candidato cercherà  lavoro per parole chiave di riferimento. Occorre rispondere fornendogli ciò che chiede;
  • Social Media Marketing: una forte presenza sul web è la base per una forte presenza sul mercato;
  • Branding: la costruzione di una identità  aziendale chiara è il fondamento del processo di fidelizzazione.

Come Sales Executive, il recruiter saprà  coinvolgere il candidato, presentare caratteristiche e vantaggi della posizione ricercata, intavolare una relazione di scambio e confronto sulle reciproche aspettative. Al contempo, dovrà  prestare attenzione alla voce interiore dell’Azienda, avviando un processo di internal recruiting che segua le aspirazioni del personale assunto, accompagnandolo nella crescita professionale.

L’HR Manager è a tutti gli effetti un esperto di marketing strategico.

Il supporto delle tecnologie

Utilizzare un software per la ricerca e selezione del personale può facilitare il processo di gestione della funzione HR.

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