Parliamo dell’Age Management in Azienda
Anche a causa di vari interventi legislativi, la vita lavorativa nel nostro Paese si è allungata con tutte le problematiche che ciò comporta. Questo fenomeno, che possiamo definire anche alta seniority aziendale, non significa altro che nelle nostre aziende, e spesso in ruoli chiave, restano persone anziane dal punto di vista lavorativo. Questo, inutile negarlo, è anche una delle cause della crescita pi๠lenta del nostro Paese.
In genere, però, l’aspetto positivo è che questi “senior“ sono elementi molto legati all’impresa in Italia la loyalty è altissima, negli Usa la permanenza media è sotto ai cinque anni la loro esperienza è ricca e trasmissibile alle giovani generazioni in quanto si tratta di persone che hanno contribuito alla creazione di una cultura organizzativa nel corso del tempo, superando crisi e problemi.
Di contro, le risorse anziane, soprattutto quelle più tecniche, sono soggette più facilmente all’obsolescenza e devono in continuazione trasformare e aggiornare il loro core know how. Come conciliare queste esigenze contrapposte, senza che diventino un problema?
Occorre, ove ciò non sia già praticato, un rapido cambio di mentalità , abbandonando atteggiamenti difensivi o burocratici all’interno delle organizzazioni e trasformando i processi che hanno ancora funzioni separate in sistemi reticolari. Occorre capire che mettere a fattore comune le conoscenze trasferendole in rete porta un vantaggio positivo per tutti con riconoscimenti anche meta-economici, professionali e personali. Soprattutto, introducendo meccanismi che facilitino la patrimonializzazione delle conoscenze e dei saperi interni, spesso appannaggio dei senior, è possibile costruire un deposito di memorie tecniche, esperienze dirette, routine, cioè un repository del know how, accessibile a tutti, condivisibile, memorizzando, integrando, trasferendo le conoscenze anche le più informali – che sono le più difficili da razionalizzare e verbalizzare – superando le resistenze dei soggetti che stentano a metterle a disposizione perché le considerano uno strumento di difesa del proprio potere.
Accanto a questo, i senior devono essere disponibili ad aggiornarsi costantemente, in una realtà in cui gli strumenti digitali (con i diversi media disponibili) e le conoscenze reali facciano parte di un unico ecosistema di apprendimento, in grado di coinvolgere le persone e che, partendo dal core learning, rendano l’esperienza stessa dell’apprendimento più intrigante e utile, anche grazie a dinamiche di gaming e a meccanismi di valutazione dei risultati con gare, sfide, connessioni social ecc.
Per far questo, un aiuto importante lo possono fornire le piattaforme tecnologiche, come TeamSystem HR, un sistema nel quale possono confluire tutte le funzionalità necessarie per sviluppare questo tipo di processi e per favorire l’erogazione della formazione in modo capillare. L’aspetto importante di queste piattaforme è, tra gli altri, proprio il fatto che l’utente possa disporre di un ampio ventaglio di contenuti facilmente accessibili, grazie all’evoluzione tecnologica e ai nuovi modelli di condivisione, e possa svolgere un ruolo attivo e propositivo all’interno del sistema, sostenuto da un coordinamento che avviene a monte e che fa in modo che la conoscenza dal punto di vista aziendale sia un fenomeno moltiplicativo e invasivo e rappresenti una vera e propria risorsa di valore.
Per far questo, occorre Lo ripeto – avere alle spalle modelli organizzativi che non isolino i singoli saperi in compartimenti stagni, ma li rendano disponibili per integrarsi e arricchirsi vicendevolmente.