HSE solutions. La formazione è prevenzione
Alcuni incidenti accadono e non possiamo evitarli. Questa affermazione è del tutto vera oppure in sé nasconde una forma di giustificazione per la nostra incapacità di controllare e gestire le situazioni? Riflettiamo bene.
Quali sono i meccanismi mentali che ci portano a compiere i più banali errori di valutazione? Per quale motivo, anche con anni di esperienza, possiamo incorrere in incidenti particolarmente gravi? La risposta non può essere unica e non può essere univoca. L’analisi del fenomeno della percezione del rischio, ancorché tardiva nella storia della sicurezza sul lavoro, ha coinvolto decine di ricercatori producendo una letteratura cospicua. Il pensiero industriale è maturato nei decenni, passando da un completo disinteresse per la sicurezza individuale tipico della rivoluzione industriale, ai decreti 81/08 e 231/01 che della sicurezza sono i cardini odierni. Forse come non mai il decreto 81/08 ha messo al centro l’uomo che opera all’interno di un ambiente e da esso mai si slega pur mantenendo la propria singolarità di individuo che sceglie come agire ed interagire. Tuttavia la giurisprudenza, dovendo adottare regole comuni a tutti, non riesce e non può avere l’approccio individualistico della psicologa del lavoro. Ogni incidente, infatti, è diverso dall’altro.
Allora, se la soggettività e l’ambiente sempre mutevole, giocano una partita sempre diversa nella gestione della sicurezza, come possiamo premunirci dagli incidenti o prevederli?
La risposta alla seconda parte della domanda che riguarda la capacità di previsione dell’evento, è presto data: non si può prevedere il futuro. Nessuno può. Tutti i previsionali hanno un certo grado di fallacità , è normale, se potessimo prevedere il futuro non compiremmo errori invece gli errori sono parte integrante della nostra vita. La risposta alla prima parte della domanda, ovvero come possiamo premunirci dagli incidenti, è più complessa. La prevenzione del rischio passa dall’educazione del personale, ovvero dalla cultura aziendale. In parole povere, dalla formazione.
Ora, avete mai partecipato ad un corso di formazione sulla sicurezza? Immagino di sé. Quindi sapete che i contenuti normativi trattati in maniera accademica sortiscono due effetti principali: la sonnolenza e il totale oblio.
Qual è quindi la loro utilità ? Pressoché nulla. Allora come possiamo trasmettere i concetti riguardanti la sicurezza in maniera attiva?
Quello di cui si avrebbe bisogno veramente è una modalità di trasmissione delle informazioni efficace che faccia comprendere i concetti in maniera diretta, ancor meglio esperienziale, per farli diventare, mano a mano, parte della cultura aziendale. E’ un processo lungo, ma questo è l’unico modo affinché la sicurezza venga agita ed interagita da tutti. Solo così le azioni preventive verranno dal basso senza essere imposte dall’alto e forse, finalmente, si imparerà a valutare correttamente il rischio, smettendola di definire l’incidente come evento sfortunato, interagendo in maniera intelligente con il pericolo, superando quelle difficoltà e quei limiti mentali che hanno fino ad ora impedito un comportamento appropriato.
La percezione del rischio di Piero Vigutto
L’orto della cultura Casa Editrice