Permessi dei dipendenti: tipologie e soluzioni per migliorare la gestione

27.01.2025 - Tempo di lettura: 10'
Permessi dei dipendenti: tipologie e soluzioni per migliorare la gestione

Una delle operazioni quotidiane in cui si imbattono i datori di lavoro e gli addetti alla gestione del personale è quella di gestire la richiesta dei permessi di lavoro. Presentata dal dipendente, questa richiesta può essere associata a una serie di motivi. Si tratta di giorni di assenza lavorativa ulteriore rispetto alle ferie e costituiscono un diritto fondamentale dei lavoratori. Comprendere tutte le tipologie di permessi e gestirle correttamente può risultare impegnativo, specie quando bisogna bilanciare le esigenze aziendali con i diritti dei lavoratori.

In questa guida esploreremo le diverse tipologie di permessi aziendali previsti dalla normativa italiana, analizzando come gestirli in modo efficace.

Cosa sono i permessi di lavoro?

I permessi di lavoro rappresentano un diritto del dipendente a usufruire di un’assenza temporanea dal posto di lavoro per motivi specifici riconosciuti dalla legge o dal contratto collettivo di lavoro. I periodi di assenza possono essere retribuiti o non retribuiti, a seconda della natura del permesso e delle normative applicabili. La finalità dei permessi è quella di consentire al dipendente di gestire eventi personali o situazioni particolari senza compromettere il proprio posto di lavoro o la propria retribuzione, entro i limiti stabiliti dalla legge. La situazione legata ai permessi del singolo dipendente è riassunta nel cedolino.

Permessi di lavoro: cosa dice la legge?

Nel contesto italiano i permessi di lavoro sono disciplinati dal Codice Civile e dalle normative specifiche come la Legge 104/92, che si occupa della tutela delle persone con disabilità e dei loro familiari. Inoltre, esistono contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL) che prevedono ulteriori permessi, in genere a condizioni più favorevoli rispetto a quanto stabilito dalla legge.

Sia i dipendenti che i datori di lavoro devono avere una comprensione chiara della normativa, per evitare violazioni e assicurare una corretta gestione delle risorse umane.

Permessi di lavoro retribuiti e non retribuiti

Tra gli aspetti importanti da chiarire c’è la distinzione tra permessi retribuiti e non retribuiti. I primi permettono al dipendente di assentarsi dal lavoro continuando a percepire lo stipendio, al contrario di quelli non retribuiti che prevedono un’interruzione temporanea della retribuzione. La distinzione dipende dalle condizioni previste e indicate nel contratto di lavoro stipulato tra le parti: in genere i permessi per malattia, motivi familiari, donazioni di sangue tendono a essere retribuiti. Può accadere, invece, che alcuni permessi legati a motivi personali non lo siano, oppure lo siano entro una certa misura.

Quali sono le principali tipologie di permessi di lavoro?

Un’ulteriore distinzione da fare è quella tra ferie e permessi. In nessun caso queste due tipologie di interruzione del lavoro sono assimilabili. Le ferie, infatti, si calcolano su base giornaliera e, secondo quanto stabilito dal Codice Civile, ogni lavoratore ne ha diritto per un minimo di 4 settimane ogni anno.

I permessi vanno invece conteggiati ad ore e, per legge, non presentano un limite minimo e possono variare in base alle dimensioni dell’azienda. Vediamo quali sono le tipologie più diffuse.

Permessi per malattia

Si tratta di assenze che vanno regolate mediante un certificato di malattia, uno strumento che serve sia al datore di lavoro sia al dipendente per tracciare e giustificare la malattia.

I permessi o le assenze per malattia si riferiscono ai giorni in cui i dipendenti sono impossibilitati a lavorare a causa di un problema di salute. Si tratta di permessi retribuiti e possono variare in base ai problemi del lavoratore.

Permessi per Legge 104/92

La Legge n.104/92 prevede permessi retribuiti per i dipendenti che assistono familiari con disabilità grave o che sono essi stessi portatori di handicap. Il lavoratore ha diritto a tre giorni di permesso ogni mese o a una riduzione dell’orario di lavoro. Si tratta di permessi esclusivamente legati all’assistenza delle persone disabili.

Permessi per congedo parentale

Il congedo parentale viene concesso ai genitori per la cura dei figli nei primi anni di vita. Sia la madre che il padre hanno diritto a questo tipo di permesso, che può essere fruito in modo continuativo o frazionato, per un’indennità pari al 30% dello stipendio nei primi sei mesi.

Permessi per congedo matrimoniale

Il congedo matrimoniale rientra tra i diritti del dipendente che si sposta e prevede un permesso retribuito di 15 giorni consecutivi continuativi, comprendenti pertanto anche i sabati e le domeniche. Il dipendente è tenuto a comunicare con anticipo la data del matrimonio e a presentare la documentazione necessaria al rientro in servizio.

Permessi per ex-festività

Questo permesso è collegato a giornate che in passato venivano considerate festive e che oggi non lo sono più. Rientrano in questa lista la Festa del Papà (19 marzo), l’Ascensione di Gesù (40 giorni dopo Pasqua), la Festa di Santi Pietro e Paolo (29 giugno), il Corpus Domini (60 giorni dopo Pasqua) e la Festa dell’Unità Nazionale (4 novembre). Questi permessi possono essere goduti dal lavoratore durante l’anno solare in cui sono maturati. Se non goduti, vanno retribuiti in busta paga con il nome di “ex festività non godute”.

Permessi per visite mediche

I permessi per visite mediche consentono ai dipendenti di assentarsi dal lavoro per sottoporsi a controlli medici, esami o visite specialistiche. Sono spesso retribuiti, ma dipende dal contratto collettivo applicato e dalle politiche aziendali. È essenziale fornire la documentazione che attesti l’effettiva necessità della visita medica.

Permessi per studio

In genere i permessi per motivi di studio non sono retribuiti, oppure lo sono solo parzialmente. Vengono concessi per sostenere esami universitari o frequentare corsi di formazione o aggiornamento. Il numero di ore o di giorni disponibili per questi permessi dipende dal contratto collettivo.

Permessi per lutto

Consentono ai dipendenti di assentarsi dal lavoro in caso di morte di un familiare stretto. Si tratta di un congedo opzionale, fruibile con retribuzione nel limite di 3 giorni all’anno. Affinché venga concesso, la persona deceduta deve ricadere all’interno del 2° grado di parentela. Questo permesso ha effetto solo durante i giorni lavorativi e la legge ne prevede l’utilizzo entro 7 giorni dal decesso.

Permessi ROL

Acronimo di “Riduzione dell’Orario di Lavoro”, i permessi ROL sono i più diffusi. Maturano ogni mese, come stabilito dal contratto collettivo di riferimento, e variano a seconda della qualifica e dell’anzianità di servizio del dipendente.

Permessi per donatori di sangue e di midollo osseo

Chi dona sangue o midollo osseo ha diritto a specifici permessi retribuiti. Chi dona sangue ha un permesso di 24 ore, purché doni minimo 250 gr di sangue e il prelievo venga effettuato presso un centro accreditato dal Ministero della Salute. Per i donatori di midollo osseo sono previsti permessi più lunghi, anche in base alle necessità cliniche.

Permessi per volontariato e Protezione Civile

I dipendenti che partecipano ad attività di volontariato, come membri della Protezione Civile, possono beneficiare di permessi non retribuiti o retribuiti parzialmente per svolgere il proprio ruolo.

Permessi per cariche pubbliche ed effettive

I lavoratori eletti a cariche pubbliche o che svolgono ruoli in istituzioni democratiche, come membri di consigli comunali, provinciali o regionali, hanno diritto a permessi per l’esercizio del mandato elettorale. Questi permessi possono essere retribuiti o non retribuiti, a seconda della carica ricoperta e delle normative vigenti.

La gestione dei permessi di lavoro con un software

Una corretta gestione dei permessi dei dipendenti è fondamentale per garantire un ambiente di lavoro sereno, equo e rispettoso dei diritti individuali. Ma a volte può rappresentare una sfida per le aziende, specie se si hanno molti dipendenti. Mentre un sistema di gestione manuale è soggetto a errori, la tecnologia offre soluzioni avanzate. TeamSystem HR è lo strumento che permette di monitorare in tempo reale lo stato dei permessi, verificando le ore accumulate e fruite dai dipendenti. Inoltre, può aiutare gli addetti alla gestione del personale a gestire le richieste di permesso, mentre l’integrazione con altri strumenti rende più fluido l’intero processo di gestione del personale e il controllo dei costi.

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