Fondo Nuove Competenze: proroga per la presentazione della domanda
Buone notizie per le aziende interessate ad avviare percorsi di formazione per i propri dipendenti: è stato, infatti, prorogato a lunedì 27 marzo 2023 il termine per presentare le domande di accesso al Fondo Nuove Competenze.
Alla luce della conversione in legge del Decreto Milleproroghe, che ha esteso a tutto il 2023 l’operatività del Fondo Nuove Competenze, l’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) ha riaperto i termini per la sottoscrizione degli accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro e per la presentazione delle domande di accesso ai finanziamenti (inizialmente previsti, rispettivamente, per il 31 dicembre 2022 e per il 28 febbraio 2023). Inoltre, ha ufficializzato il rifinanziamento del Fondo per ulteriori 180 milioni di euro.
Ma in cosa consiste il Fondo Nuove Competenze? E chi può presentare domanda di accesso ai contributi?
Fondo Nuove Competenze: cos’è
Il Fondo Nuove Competenze è un fondo pubblico, cofinanziato dal Fondo sociale europeo, nato per contrastare gli effetti economici della pandemia da Covid-19. Il Fondo, gestito da ANPAL, rientra tra gli strumenti previsti nell’ambito del PNRR e ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle competenze dei lavoratori, finanziando accordi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati alla realizzazione di percorsi di formazione professionale.
Come si legge nell’Avviso pubblico Fondo nuove competenze 2022 dell’ANPAL, “la finalità del Fondo Nuove Competenze è quella di agevolare l’innalzamento del livello del capitale umano, offrendo ai lavoratori l’opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze e di dotarsi degli strumenti utili per adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato di lavoro, sostenendo le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi, in risposta alle transizioni ecologiche e digitali ovvero qualora emerga un bisogno di adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori conseguente alla sottoscrizione di accordi di sviluppo per progetti di investimento strategico ovvero conseguente al ricorso al Fondo per il sostegno alla transizione industriale.”
Il Fondo Nuove Competenze permette quindi alle aziende di favorire lo sviluppo delle competenze dei lavoratori, offrendo:
- ai dipendenti la possibilità di destinare una parte dell’orario di lavoro alla formazione;
- ai datori di lavoro un contributo economico per coprire il costo delle ore di lavoro che i dipendenti destinano a tale scopo.
Fondo Nuove Competenze: destinatari e attività finanziate
La domanda di accesso ai contributi previsti dal Fondo Nuove Competenze può essere presentata da tutti i datori di lavoro privati, incluse le società a partecipazione pubblica[1], che abbiano sottoscritto entro il 27 Marzo 2023 accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati a percorsi formativi dei propri dipendenti.
Per poter accedere ai finanziamenti, le aziende:
- devono essere in regola sotto il profilo contributivo, fiscale e assistenziale;
- non devono trovarsi in condizione di liquidazione, fallimento, cessazione di attività, concordato preventivo o in procedimenti finalizzati alla dichiarazione di una di tali situazioni;
- non devono avere contenziosi giudiziali o stragiudiziali con ANPAL riguardanti contributi pubblici.
Inoltre, i progetti formativi devono essere destinati all’accrescimento delle competenze dei lavoratori nell’ambito della transizione digitale ed ecologica; ovvero devono riguardare percorsi di formazione dedicati allo sviluppo di competenze digitali o di abilità utili alla transizione ecologica delle aziende[2].
I progetti oggetto della domanda di accesso al Fondo Nuove Competenze devono prevedere, per ciascun lavoratore coinvolto, almeno 40 ore di formazione (e fino ad un massimo di 200) e devono concludersi entro e non oltre 150 giorni dalla data di comunicazione di approvazione della domanda stessa.
Fondo Nuove Competenze: come presentare la domanda
Ogni azienda può presentare una sola domanda di accesso al Fondo Nuove Competenze, relativa ad un unico progetto formativo[3].
Le domande possono essere presentate entro il 27 marzo 2023, direttamente sulla piattaforma informatica dedicata MyANPAL (accessibile tramite SPID, CIE o CNS) allegando l’accordo collettivo di rimodulazione dell’orario di lavoro, e saranno valutate da ANPAL in base all’ordine cronologico di presentazione.
Il contributo massimo riconoscibile per ogni domanda è pari a 10 milioni di euro.
Il contributo sarà erogato in un’unica soluzione, al completamento dei percorsi formativi da parte dei lavoratori. Tuttavia, le aziende possono richiedere un’anticipazione fino al 40% del contributo concesso, previa presentazione, entro 30 giorni dalla data di accettazione della domanda di accesso al Fondo, di una fidejussione della durata di 24 mesi e di importo pari all’anticipo.
[1] Per società a partecipazione pubblica si intendono le società a controllo pubblico, nonché le altre società partecipate direttamente da amministrazioni pubbliche o da società a controllo pubblico.
[2] L’accordo collettivo di rimodulazione dell’orario di lavoro deve indicare i processi in funzione dei quali è necessario l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori a seguito della transizione digitale ed ecologica, individuandoli tra i seguenti:
- innovazioni nella produzione e commercializzazione di beni e servizi che richiedono un aggiornamento delle competenze digitali;
- innovazioni aziendali volte all’efficientamento energetico e all’uso di fonti sostenibili;
- innovazioni aziendali volte alla promozione dell’economia circolare, alla riduzione di sprechi e al corretto trattamento di scarti e rifiuti, incluso trattamento acque;
- innovazioni volte alla produzione e commercializzazione di beni e servizi a ridotto impatto ambientale;
- innovazioni volte alla produzione e commercializzazione sostenibile di beni e servizi nei settori agricoltura, silvicultura e pesca, incluse le attività di ricettività agrituristica;
- promozione della sensibilità ecologica, di azioni di valorizzazione o riqualificazione del patrimonio ambientale, artistico e culturale.
[3] Solo nel caso in cui il progetto formativo coinvolga diverse categorie di lavoratori (dirigenti e non) e il datore di lavoro aderisca per tale motivo a due diversi Fondi Paritetici Interprofessionali, potranno essere presentati due progetti formativi – uno per ciascun Fondo Paritetico Interprofessionale – comunque contenuti in un’unica domanda.