Vantaggi e implementazione della flessibilità lavorativa

09.09.2024 - Tempo di lettura: 8'
Vantaggi e implementazione della flessibilità lavorativa

Il tema del lavoro flessibile è diventato in questi anni sempre più discusso, anche in virtù di un maggior ricorso a soluzioni tecnologiche che permettono di svincolare i lavoratori da tempi e spazi rigidamente impostati. Questo modello lavorativo, che comprende orari di lavoro variabili e modalità di svolgimento delle attività che vanno oltre il tradizionale ufficio, offre infatti numerosi vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende, a patto che l’intera organizzazione sia gestita in maniera ottimale, senza andare a danneggiare la produttività o a sovraccaricare il dipendente. Cerchiamo dunque di capire meglio che cos’è la flessibilità lavorativa, quali sono i suoi principali benefici e come implementarla efficacemente nella tua azienda.

Cosa si intende per lavoro flessibile?

Il lavoro flessibile si riferisce a una varietà di accordi lavorativi che consentono ai dipendenti di avere maggiore controllo sui loro orari e luoghi di lavoro. Vediamo alcuni esempi:

  • orari di lavoro flessibili, i dipendenti possono cioè scegliere quando iniziare e terminare la loro giornata lavorativa, all’interno di un arco di tempo definito;
  • telelavoro o lavoro da remoto, consente ai dipendenti di lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo fuori dall’ufficio tradizionale;
  • part-time e lavoro a tempo determinato, opzioni di impiego che offrono orari ridotti o contratti a breve termine;
  • lavoro a progetto o freelance: i lavoratori vengono assunti per completare progetti specifici senza un legame continuo con l’azienda oppure svolgono attività concordate con l’azienda ma in maniera autonoma.

Come si può osservare analizzando questi esempi di flessibilità lavorativa, il cambio di prospettiva può dunque influenzare diversi aspetti, ma alla base vi è sempre l’idea di abbattere alcune barriere del lavoro tradizionale, temporali e geografiche, favorendo da un lato una maggiore libertà del lavoratore e dall’altro ottimizzando i risultati e l’efficienza aziendale. Ma quali benefici può offrire più nello specifico il lavoro flessibile?

I vantaggi della flessibilità lavorativa

Il ricorso a modelli di lavoro flessibile può portare diversi benefici alle aziende e ai dipendenti, andando a influenzare in maniera più o meno diretta sia aspetti strettamente connessi all’attività che altri di natura più personale.

  1. Aumento della produttività

Uno dei vantaggi più significativi del lavoro flessibile è l’aumento della produttività. La flessibilità consente di lavorare nei momenti in cui ci si sente più energici e produttivi, il che può portare a risultati migliori e a un aumento dell’efficienza operativa.

  1. Miglioramento del benessere dei dipendenti

La flessibilità del lavoro contribuisce significativamente al benessere dei dipendenti, poiché riduce lo stress legato ai lunghi spostamenti e permette un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata. I dipendenti che possono l’orario di lavoro per la soddisfazione delle proprie esigenze personali e familiari tendono a essere più soddisfatti e meno inclini al burnout.

  1. Riduzione dei costi operativi

Per le aziende, la flessibilità lavorativa può tradursi anche in una significativa riduzione dei costi operativi. Il telelavoro, per esempio, può ridurre la necessità di grandi uffici e le spese associate come affitti, utenze e manutenzione, senza dimenticare la riduzione delle assenze dei dipendenti, grazie alla possibilità di lavorare da casa in caso di malattia lieve o emergenze familiari.

  1. Maggiore attrazione e retention dei talenti

Offrire flessibilità lavorativa può essere un forte incentivo per attrarre e trattenere talenti di alta qualità. I potenziali dipendenti sono sempre più alla ricerca di aziende che offrano una maggiore libertà e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, per questo, un modello di lavoro flessibile può posizionare l’azienda come un datore di lavoro più apprezzato, riducendo il turnover e i costi di reclutamento.

  1. Incentivo all’innovazione e alla creatività

Lavorare in un ambiente flessibile può stimolare, infine, l’innovazione e la creatività. I dipendenti che hanno la libertà di lavorare nei loro spazi preferiti e secondo i propri ritmi possono essere più inclini a pensare fuori dagli schemi e a proporre idee nuove. Inoltre, l’esposizione a diversi ambienti e contesti può arricchire la loro prospettiva e contribuire a soluzioni innovative.

Contratti di lavoro flessibile: quali sono

Un’azienda che decide di implementare il lavoro flessibile si trova a dover gestire tale aspetto anche dal punto di vista contrattuale. Gli accordi con i lavoratori possono infatti variare in base al tipo di contratto stipulato, che può prevedere misure particolari in termini di orari e non solo. In generale, i contratti di lavoro flessibile possono essere:

  • contratto part-time che prevede un orario di lavoro ridotto rispetto al tempo pieno e può essere orizzontale o verticale, a seconda che la riduzione riguardi le ore lavorate giornalmente o il numero di giorni di lavoro settimanali;
  • contratto di somministrazione a tempo determinato o indeterminato che prevede un rapporto tra agenzia di lavoro, impresa e lavoratore con lo scopo di favorire le esigenze di flessibilità sia per l’azienda che per i dipendenti;
  • contratto di lavoro autonomo che impiega i lavoratori freelance che svolgono in autonomia le proprie mansioni, senza che ci sia un rapporto di subordinazione;
  • contratto di telelavoro o smart working che permette ai dipendenti di lavorare fuori sede, spesso da casa, a tempo pieno o parziale, utilizzando strumenti digitali per connettersi con l’azienda;
  • contratto di lavoro flessibile che include varie forme di orari flessibili, come il lavoro a turni o il lavoro su richiesta, e permette ai dipendenti di avere una maggiore autonomia nella scelta delle ore di lavoro, pur rispettando le esigenze operative dell’azienda;
  • contratto di job sharing: consente a due o più dipendenti di condividere le responsabilità di una posizione a tempo pieno, dividendosi le ore di lavoro.

In base al tipo di contratto, ci sono riflessi non solo nell’organizzazione del tempo e del luogo di lavoro, ma anche sulla retribuzione: la flessibilità lavorativa in busta paga prevede calcoli differenti che riguardano, per esempio, le ore effettivamente lavorate e la presenza di incentivi finanziari, benefit e rimborsi spese a seconda degli accordi tra azienda e dipendente.

Come implementare la flessibilità lavorativa nella tua azienda

Ma come possono, le aziende, attivare modelli di lavoro flessibile in maniera efficiente? Esistono delle soluzioni che consentono di muoversi in questa direzione ottimizzando i vari passaggi? Sicuramente sì, ma il tutto va pianificato ed eseguito in maniera coerente, in modo da evitare che la flessibilità possa trasformarsi in un boomerang per l’impresa stessa.

Il primo passo è, dunque, quello di definire la reale politica di implementazione del lavoro flessibile, delineando e espicitanto con precisione e chiarezza aspettative e linee guida per i dipendenti, esplicitando tutto ciò che riguarda i contratti di lavoro, le responsabilità e gli obiettivi condivisi. Una volta fatto ciò, si può passare alla parte più operativa, introducendo in azienda tutte le tecnologie necessarie per svolgere le diverse attività e per comunicare e collaborare a distanza: fondamentali saranno, in questo senso, software di videoconferenza, piattaforme di gestione dei progetti e sistemi di cloud computing, come quelli presenti nelle suite digitali di TeamSystem studiate proprio per facilitare la gestione del lavoro flessibile.

Affinché il modello funzioni è essenziale che anche i manager siano formati per gestire efficacemente team flessibili, per supervisionare e supportare i dipendenti a distanza e comprendere le migliori pratiche per mantenere l’engagement e la produttività. Inoltre rivoluzionate le modalità di valutazione delle prestazioni. Invece di concentrarsi sulle ore lavorate, i manager dovrebbero infatti valutare i risultati e gli output, in relazione a obiettivi chiari e misurabili, impostati a monte.

Infine, occorre creare un clima di fiducia a 360 gradi, applicando un vero e proprio cambiamento di mentalità che coinvolga in ogni fase dirigenti, manager e dipendenti.

Cosa cambia dunque con il lavoro flessibile?

La flessibilità lavorativa offre insomma numerosi vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende, incidendo positivamente sulla produttività e sul benessere dei dipendenti, riducendo i costi operativi e aiutando ad attrarre e trattenere talenti, a patto però che il tutto venga implementato in maniera coerente e chiara e con gli strumenti giusti. Adottare il lavoro flessibile può infatti trasformare il modo in cui la tua azienda opera, creando un ambiente più dinamico e adattabile, che può prosperare in un mondo in continua evoluzione.

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