Covid-19 e Datori di lavoro: come tutelarsi

09.07.2020 - Tempo di lettura: 6'
Covid-19 e Datori di lavoro: come tutelarsi

Questo periodo sta mettendo tutti alla prova: ogni singola persona è stata (e viene ancora) toccata dalle ripercussioni della pandemia, in ogni ambito della sua vita: non soltanto in quello più ampio legato agli aspetti personali, ma anche in termini professionali.Che si sia lavoratori, liberi professionisti o imprenditori, il contraccolpo è tangibile e stiamo riadattando il nostro modo di lavorare alle nuove condizioni.
L’ambito dell’imprenditore è quello su cui vogliamo concentrarci oggi. Questa immagine vuole rappresentare l’insieme dei suoi pensieri e preoccupazioni di recente passato, certo, ma ancora attuali.
Nuvola-grafica-paure-post-covid

Mettiamo ancora maggiormente a fuoco tale apprensione, ricordando chi è il Datore di Lavoro in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro.
In senso generale, il Datore di Lavoro è chi paga lo stipendio, nel nostro ambito è invece chi fra proprietari e soci ha la responsabilità specifica sul tema della Salute e Sicurezza sul Lavoro, è il primo responsabile di tutti gli obblighi di tutela verso i propri lavoratori e quindi sanzionabile in sede civile e penale.

In particolare si assicura che:

  • i luoghi di lavoro/attrezzature siano sicuri
  • le persone siano fisicamente idonee al proprio lavoro e siano formate adeguatamente
  • il rischio delle attività sia accettabile, intervenendo eventualmente con misure di prevenzione e protezione, ad esempio con i Dispositivi di Protezione Individuale e con l’organizzazione del lavoro.

Il Datore di Lavoro deve quindi richiedere ai propri lavoratori il rispetto delle misure decise, anzi pretenderle!

Responsabilità dei Datori di Lavoro per infezione da Coronavirus

Nel Decreto ‘Cura Italia’ (D.L. n. 18/2020) il legislatore ha classificato “infortuni sul lavoro” coperti da tutela INAIL i «casi di infezione da coronavirus (SARS­CoV­2) in occasione di lavoro»,
aprendo un fronte di discussione e di forte preoccupazione da parte dei Datori di Lavoro. Va ovviamente fatta un’altra premessa, cioè quella relativa alla necessità di contestualizzare le responsabilità a seconda della tipologia di attività
svolta dalle singole Organizzazioni e quando queste implichino direttamente un’esposizione professionale al contagio: si pensi generalmente agli ambiti sanitari, per esempio.

La grande domanda a cui si è dovuto
rispondere per definire la responsabilità del Datore di Lavoro è stata quindi: ‘Anche i Datori di Lavoro di attività non professionalmente esposte a rischio contagio, possono essere responsabili di un infortunio dovuto ad un
agente diffuso in senso generale verso tutta la popolazione?’

La risposta è stata articolata e dibattuta, fino a quando il Decreto Liquidità ha disposto che ai fini della tutela contro il rischio di
contagio da Covid-19, i Datori di Lavoro adempiono all’obbligo di tutela verso i lavoratori, mediante l’applicazione delle prescrizioni contenute nei protocolli e
nelle linee guida.


Ottimo quindi! Sì, certo, ma ciò pone grandissima attenzione alle previsioni incluse nei ‘Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del virus COVID-19
negli ambienti di lavoro, non sanitari’
(oppure cantieri o logistica, a seconda dei casi) e delle ‘Linea guida per la riapertura delle attività produttive ed economiche’. È in pratica, l’applicazione
rigorosa di tali indicazioni a sancire il perimetro di responsabilità del Datore di Lavoro, che per onore della cronaca, mantiene comunque l’esposizione a responsabilità penale.

Permane quindi la
necessità che si dimostri che l’eventuale contagio sia riconducibile ad una condotta scorretta del singolo lavoratore, a fronte invece della disposizione attenta e puntuale delle regole dei Protocolli e delle Linee Guida da parte
dell’Organizzazione, inclusa la vigilanza sull’efficacia delle stesse. Ne deriva ovviamente anche la necessità di dimostrare che l’infezione sia avvenuta “in occasione di lavoro”.

In tutto ciò, distanziamento sociale, rilevazione della temperatura, distribuzione di DPI e necessità di autocertificare le condizioni delle presone risultano essere fra le incombenze più gravose per le Organizzazioni.
Nella difficoltà del periodo, può essere però il momento per cogliere un’opportunità: cioè quella di iniziare ad approcciare la materia del Health Safety in maniera innovativa, affidandosi alla tecnologia.

Non solo per l’innegabile supporto dato dall’automazione e dalla digitalizzazione, ma anche come prova di ulteriore diligenza del Datore di Lavoro, potendo dimostrare quindi di aver affrontato
l’investimento senza lesinare, ma anzi affidandosi all’eccellenza tecnologica
.

Articoli correlati