Come sta cambiando il ruolo del Consulente del lavoro?

27.11.2024 - Tempo di lettura: 7'
Come sta cambiando il ruolo del Consulente del lavoro?

Da figure storicamente legate alla gestione amministrativa e agli adempimenti burocratici, i Consulenti del lavoro stanno assumendo sempre più un ruolo strategico che li vede accanto ad aziende e lavoratori per accompagnarli in un mercato complesso e in costante mutamento. 

Se, un tempo, il loro lavoro era principalmente legato a compiti tecnici, oggi spazia anche in ambiti innovativi come il welfare aziendale, lo smart working e le politiche di inclusione (e altro ancora). 

Questi cambiamenti richiedono non solo competenze tecniche, ma anche soft skill come empatia, ascolto attivo e capacità di risoluzione dei problemi.

Scopriamo di più in questo articolo.

I numeri del settore e la diversificazione dei servizi

Prima di entrare nel vivo del cambiamento, è importante dare una panoramica sulle figure di cui stiamo parlando: in Italia, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, i Consulenti iscritti agli Ordini provinciali sono 26.500, in costante aumento rispetto ai cinque anni precedenti. Quasi l’80% delle aziende private (su un campione di 250) si avvale dei servizi dei Consulenti del lavoro, confermando un rapporto di stima e fiducia consolidato nel tempo;: sempre secondo quanto diffuso dalla Fondazione, infatti, il 53,4% degli imprenditori dichiara di avvalersi dello stesso professionista da oltre 10 anni e il 45,6% da oltre 15

A ciò si aggiunge la soddisfazione per i servizi che i Consulenti offrono alle aziende: il 92,8% degli intervistati esprime una valutazione elevata o molto elevata. 

In questo quadro, è interessante vedere come il ruolo del Consulente sia notevolmente cambiato. 

I Consulenti del lavoro si sono tradizionalmente occupati di aspetti amministrativi, come elaborazione delle buste paga, gestione delle pratiche previdenziali e assicurative e rispetto degli obblighi contrattuali. Tali compiti sono stati, e continuano a essere, la colonna portante del loro lavoro, garantendo alle aziende una corretta gestione del personale e il costante allineamento con le normative in vigore, ma si affiancano oggi a nuovi ambiti che riflettono le profonde trasformazioni del mercato del lavoro, in particolare dal 2020 in poi.

L’evoluzione del ruolo: dal supporto amministrativo alla consulenza strategica

Entrando nel dettaglio e facendo sempre riferimento a quanto riporta la Fondazione degli Studi dei Consulenti del lavoro, l’amministrazione del personale resta il servizio professionale più richiesto dalle aziende ai consulenti: per 61,2% delle PMI questa è indubbiamente la funzione più importante. Seguono la consulenza giuridica sui rapporti di lavoro (il 58,3% interpella un consulente) e la consulenza fiscale. Al quarto posto, la consulenza in materia previdenziale (34,2%), un ambito innovativo di attività al quale le imprese guardano con interesse sempre maggiore. Altrettanto importanti sono la sicurezza sul lavoro (20,2%) e la privacy (19,1%).

Come si evince, oggi i Consulenti del lavoro giocano un ruolo chiave nelle strategie aziendali. Con il welfare aziendale sempre più protagonista e lo smart working strumento non solo di benessere, ma anche per attrarre nuove risorse e favorire la retention, avere a fianco una figura consulenziale è fondamentale. I consulenti inoltre danno un notevole apporto nel definire politiche di inclusione che aiutino a diminuire il gender gap, evitare situazioni legate all’ageismo, a politiche migratorie, trasferimenti all’estero e tanto altro. 

La loro capacità di interpretare i trend del mercato e di consigliare come agire in determinate situazioni è sicuramente un vantaggio competitivo per le imprese.

Nuove sfide: Intelligenza Artificiale e soft skill 

Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, si aprono nuove opportunità per i professionisti del settore. Da un lato, utilizzare strumenti basati sull’AI consente ai Consulenti del lavoro di automatizzare attività ripetitive come la gestione delle buste paga o l’elaborazione dei dati per la compliance normativa.
Dall’altro, invece, l’integrazione dell’AI nei processi aziendali richiede ai Consulenti di acquisire competenze specifiche, per esempio per mirtigare rischi come la discriminazione in  fase di recruiting e di assunzione o la violazione della privacy dei dipendenti. Inoltre, il Consulente supporta le aziende anche nello sviluppare politiche aziendali riguardo all’uso dell’AI, un tema che come sappiamo è sul tavolo di molti manager e HR. 

Diventa quindi essenziale il passaggio da un ruolo prevalentemente tecnico-operativo a uno di guida e consulenza, in cui l’empatia, la capacità di interpretare contesti complessi e di costruire soluzioni personalizzate diventano competenze insostituibili. Tra le competenze trasversali per il consulente del lavoro, inoltre, spiccano senso critico, problem solving, capacità di negoziazione e attitudine al lavoro in team che dimostrano come questa professione non sia più solo meramente tecnica, ma comporti sempre più attività di relazione e di confronto. 

Il ruolo del Consulente del lavoro è evoluto in modo significativo, passando da una funzione puramente amministrativa a una dimensione strategica. Oggi, la combinazione di competenze tecniche, innovazione tecnologica e soft skill rende questa figura fondamentale per affrontare le sfide moderne, come l’adozione dell’Intelligenza Artificiale, il welfare aziendale e le politiche di inclusione. Grazie a tali capacità trasversali, il Consulente del lavoro è diventato un attore cruciale per il successo e la sostenibilità delle imprese e le accompagna nel loro percorso di crescita in un mercato sempre più dinamico.

TeamSystem HR
La soluzione All-in-One per la gestione di tutti i processi della Direzione HR: dall’amministrazione e paghe fino alla salute e sicurezza sul lavoro.

Articoli correlati