La digitalizzazione in Italia
“Digital Transformation”, “Digitalization”, “Digitalizzazione”, “Digitale”, ecc. sono parole ed espressioni di cui si è tanto sentito parlare in questi ultimi mesi. Oltre alle parole e ai termini, quali sono i fatti e qual è lo stato dell’arte della digitalizzazione in Italia?
È scontato e forse banale dire che il digitale è parte fondamentale della nostra quotidianità. Senza, infatti, non potremmo quasi più comunicare, orientarci, condividere informazioni e foto, lavorare, ecc. Basti pensare a quanto i social network, gli smartphone, i computer, i navigatori satellitari siano entrati a far parte della nostra vita, ogni girono. Quindi grazie alla digitalizzazione si sono rivoluzionati molti dei nostri stili di vita quotidiani. Ma qual è la reale situazione della digitalizzazione in Italia?
L’Italia occupa il quartultimo posto, prima solo alla Grecia, Bulgaria e Romania, nella classifica DESI (Digital Economy Society Index) predisposta dalla comunità europea per misurare i progressi tecnologici dei 28 stati membri. Consideriamo, poi, che l’economia Europea, rispetto a Stati Uniti e Cina, non è riuscita ad essere determinante sui mercati con imprese tech dedite al digitale. La digitalizzazione, quindi, nella pratica non riesce a trovare in Italia il giusto spazio. È vero che le tecnologie sono disponibili e collaudate anche nel nostro Paese, ma sono richieste determinazione e coraggio da parte delle imprese che le vogliono utilizzare. Vi sono, al contrario, resistenze interne, limiti culturali e, soprattutto, di competenze digitali. Sempre secondo l’indice DESI, per il Capitale Umano siamo 24esimi: meno di un italiano su due ha le digital skill e, sull’uso di Internet e dei servizi digitali, siamo al 28esimo, l’ultimo posto.
Quali sono i consigli per quelle aziende che vogliono abbracciare il cambiamento digitale?
- Adesione di tutti i membri alla trasformazione digitale dell’organizzazione. La trasformazione digitale non è esclusiva degli IT manager, ma deve coinvolgere tutti gli attori interni all’azienda ed esterni: clienti, utenti, fornitori, collaboratori, consulenti, ecc.
Per riprogettare così radicalmente le relazioni, serve quindi l’impegno ed il contributo di tutte le funzioni. - Non delegare a terzi o a intermediari parti dei processi solo perché si credono complessi dal punto di vista tecnologico. I processi devono essere governati dall’interno, si potranno delegare servizi o parti di processo solo per effettiva convenienza e sempre con consapevolezza.
- Cambiare il punto di vista e portare al centro le persone coinvolte, il loro modo nuovo di interagire. È necessario abbandonare alcuni modelli consolidati e liberare la creatività e l’immaginazione per poterne pensare di nuovi. È necessario quindi uno sforzo creativo accompagnato da investimenti in analisi, studio e strategie per essere in grado di valutare e misurare la bontà di quanto immaginato prima di pianificarne la messa in produzione.
- Digitalizzare passo dopo passo. Il primo passo per la digitalizzazione in azienda è senza dubbio la fatturazione elettronica. Grazie all’impulso normativo della fattura PA, sono parecchie le organizzazioni che si sono convertite alla digitalizzazione del processo di fatturazione. Non va dimenticata – sempre in ottica di digitalizzare i processi organizzativi – la gestione documentale e l’archivio digitale dei documenti.