Cloud: i vantaggi dell’approccio As a Service
Il vero grande atout delle soluzioni di nuova generazione dedicate alle imprese sta nel fatto che si possono utilizzare ogni volta che lo si desidera… senza possederle! Sono queste le logiche dell’As a service e del On demand, per cui appunto si usa e si paga ciò che serve davvero.
Alle spalle del meccanismo c’è il sempiterno Cloud Service, che permette alle aziende di acquistare hardware e software nella forma di un servizio su misura.
Cloud Service: tante risorse sempre a portata di azienda
Sono finiti i tempi in cui a ogni postazione doveva corrispondere un personal computer. Trasferendo sul Cloud la capacità di elaborazione dei dati, la suite per la produttività e i database a disposizione, i carichi di lavoro potranno essere gestiti in funzione delle reali necessità del momento. Utilizzare macchine virtuali invece di macchine fisiche come possono essere i desktop porta vantaggi a qualsiasi organizzazione:
- attivazione immediata della postazione
- flessibilità delle risorse
- accessibilità alla propria postazione a prescindere dal luogo fisico in cui ci si trova, l’ideale per progetti di smart working
- massima trasparenza nella condivisione dei file e nei processi di collaboration
- presidio dei sistemi e monitoraggio di aggiornamenti e servizi di manutenzione pressoché totali
Desktop, server e storage: tutti possono essere On demand!
I desktop sono solo la punta dell’iceberg della filosofia As a Service: soprattutto nel caso di infrastrutture che non necessariamente devono lavorare a pieno regime 24 ore su 24, sette giorni su sette, l’opzione in Cloud diventa un ottimo modello di riferimento per le aziende che vogliono usufruire di risorse scegliendo la modalità dell’On demand.
Basti pensare a business fortemente stagionalizzati o con picchi di attività in specifici giorni della settimana o del mese, per comprendere quanto sia possibile risparmiare fruendo di data center virtuali che si accendono, si potenziano e si spengono in base a esigenze specifiche.
L’esempio del Retail
Un esempio che spiega bene il vantaggio apportato da questo approccio arriva dal Retail, che nel periodo natalizio deve sostenere il 25% della spesa in consumi generata su tutto l’anno: transazioni, rotazioni di magazzino, traffico Internet per l’e-commerce, eventuali reclami e la straordinaria amministrazione degli assistenti di vendita nei negozi presi d’assalto.
Chiunque abbia un’attività stagionale o soggetta a significative variazioni del carico di lavoro, per esempio i call center, trova nell’As a Service e nell’hardware On demand la risposta a molte delle proprie necessità.
Applicazioni e software: con l’On demand cambia tutto anche qui
Tutto ciò che vale per l’hardware, vale a maggior ragione per il software. Grazie alla nuvola, il mercato sta gradualmente evolvendo dalla logica dei contratti di licenza a tempo a quella delle applicazioni erogate su richiesta. Aumentano in questo modo la scelta, la flessibilità e la velocità di rilascio delle soluzioni, senza contare i benefici economici che le aziende possono trarre anche dal nuovo contesto competitivo che porta gli sviluppatori a contendersi lo scenario con offerte ad hoc e servizi a valore aggiunto per i clienti. Anche qui, infatti, il concetto di pay per use è il tema dominante di una rivoluzione che cambierà per sempre il mondo del software!
Che cosa si trova nel Cloud?
Praticamente di tutto. Dagli ERP (Enterprise Resource Planning) alle suite per la produttività, passando per sistemi di CRM e analytics fino a soluzioni ultra specialistiche per settori verticali. L’aspetto forse più interessante è che la maggior parte delle applicazioni, anche le più complesse, sono accessibili da qualsiasi device. Quindi, a prescindere dal tipo di formato del file, dal dispositivo che si utilizza e dal sistema operativo adottato per visualizzarlo o modificarlo, l’utente avrà una user experience unificata e trasparente.
Con la garanzia di un software sempre aggiornato, protetto e performante.
A ciascuno il suo Cloud
Scegliere l’approccio As a Service significa per forza abbandonare hardware e software On premise? Assolutamente no. Anzi, per molti versi vuol dire valorizzarli. Le risorse presenti in azienda possono lavorare insieme a quelle sfruttabili sulla nuvola. È il cosiddetto Hybrid Cloud, che permette di integrare con la massima agilità le macchine reali e quelle virtuali assegnando carichi di lavoro mission critical sull’una o sull’altra struttura, ripartendoli in maniera trasparente e indolore per l’architettura IT e per i suoi utenti.
Le aziende possono scegliere se allacciarsi a un Cloud pubblico, ovvero condiviso con altre organizzazioni e offerto generalmente da colossi della digital economy come Google, Microsoft e Amazon, oppure portare i propri dati su un Cloud privato, e quindi più impegnativo sotto il profilo degli investimenti.
A prescindere dalla scelta, che dipende soprattutto dalla strategia di sviluppo intrapresa dall’organizzazione, mettere affianco risorse private e capacità logiche e computazionali del Cloud è il classico caso in cui uno più uno fa tre.