Cloud Computing: i grandi dibattiti
L’espressione “cloud computing” sta ad indicare una serie di tecnologie che consentono di elaborare, conservare e memorizzare quantità diverse di dati, attraverso l’uso di risorse hardware e software in Rete.
Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto grandi passi avanti, lungo il sentiero del cloud. Vediamo le 3 grandi questioni, di cui si è tanto sentito dibattuto.
#1. Esiste un Cloud Computing adatto a ciascuno. Infatti, è bene distinguere tra Cloud Pubblici, Cloud Privati e Cloud Ibridi.
I Cloud Pubblici si basano sul modello standard di cloud computing. Ossia, un service provider mette a disposizione del pubblico su Internet le risorse, come applicazioni e storage. I servizi di Cloud Pubblici possono essere offerti attraverso un modello “paga quello che usi”. Le aziende possono, attraverso un cloud di questo tipo, disporre di un data center, virtualmente proprietario, senza acquistare e manutenere hardware al loro interno.
I Cloud Privati sono ambienti informatici interni all’impresa. Le aziende realizzano ambienti di cloud computing che rimangono completamente interno al data center.
I Cloud Ibridi sono una via di mezzo tra i primi e i secondi e cercano di racchiudere i migliori vantaggi degli uni e degli altri. In questo caso, l’infrastruttura viene mantenuta dal provider interno e da quello esterno.
#2. C’è differenza tra Cloud e Virtualizzazione. Infatti, la virtualizzazione sta ad indicare la gestione di server logici e non fisici. Seppur logici, i server vanno gestiti. Invece, il Cloud solleva l’utente dalla gestione sistemistica.
#3. Cloud è sinonimo di sicurezza. Troppo a lungo si è discusso su questo tema. Infatti, per parecchio tempo, la sicurezza è stato uno dei principali motivi di resistenza al passaggio sulla nuvola. Oggi, chi adotta soluzioni cloud, oltre ad avere un notevole guadagno in termini di efficienza e di scalabilità, può stare tranquillo: i propri dati e le proprie informazioni sono inserite in un ambiente sicuro.