Credito d’imposta ricerca e sviluppo: le linee guida per l’applicazione
Il MIMIT ha messo a disposizione dei certificatori le linee guida per l’applicazione del credito d’imposta ricerca e sviluppo. L’individuazione delle attività ammissibili si basa anche sui criteri previsti dal Manuale di Frascati
La pubblicazione delle linee guida relative al credito d’imposta ricerca e sviluppo è stato l’ultimo passaggio formale per l’applicazione delle novità per la certificazione delle spese e dei progetti.
A partire dal mese di maggio è disponibile l’albo dei certificatori, gli specialisti (professionisti, imprese di consulenza private, università o enti) incaricati appunto di certificare che le attività delle imprese rientrino tra quelle che danno diritto al credito d’imposta ricerca e sviluppo, in parallelo alla piattaforma informatica con la quale le imprese possono selezionare il certificatore prescelto e versare i diritti di segreteria.
L’invio della certificazione è necessario per le imprese al fine di attestare che le attività svolte rientrano tra quelle ammissibili al credito d’imposta ricerca e sviluppo. Le linee guida fornite dal MIMIT con il decreto del 4 luglio 2024 definiscono le informazioni necessarie per la corretta qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare, ai fini della loro classificazione nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo, innovazione, design ed ideazione estetica ammissibili al beneficio.
Credito d’imposta ricerca e sviluppo: le linee guida per l’applicazione
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo rientra tra le agevolazioni riconosciute alle imprese con il fine di stimolare gli investimenti privati. Sono diverse le attività agevolate, con regole differenziate che si applicheranno fino al 21 dicembre 2031.
In particolare, per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico, il credito d’imposta è riconosciuto dal 2023 e fino al 31 dicembre 2031 nella misura del 10% e nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
Per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025 il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
Per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green, finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta è riconosciuto fino al 31 dicembre 2025 nella misura del 5% e nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
Stessa percentuale e stessa scadenza anche per le attività di design e ideazione estetica finalizzate ad innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
Le linee guida pubblicate dal MIMIT consentono di individuare in maniera chiara quali sono le attività agevolabili. Il documento pubblicato nel mese di luglio comprende quattro diverse sezioni dedicate ai diversi ambiti di applicazione della misura.
Come si legge nel testo, le linee guida potranno essere successivamente integrate per esaminare casi concreti, determinate tipologie di attività o fattispecie particolari e saranno aggiornate periodicamente per tenere conto di modifiche normative, interventi giurisprudenziali o orientamenti di prassi.
Si tratta in ogni caso di un documento centrale e che dovrà essere consultato dai certificatori iscritti all’apposito albo, ai fini di attestare la qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare ai fini della loro classificazione nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design e innovazione estetica ammissibili al beneficio.
Linee guida credito d’imposta R&S: i criteri del Manuale di Frascati
Le linee guida ministeriali sono un documento centrale e denso di informazioni, ma uno degli aspetti da evidenziare riguarda il richiamo ai criteri previsti dal Manuale di Frascati del quale, come riporta il MIMIT, si deve tener conto anche in sede di interpretazione ed applicazione della disciplina di riferimento.
Secondo quanto previsto dal Manuale, affinché un’attività possa essere classificata come attività di ricerca e sviluppo devono essere soddisfatti congiuntamente cinque criteri fondamentali:
- L’attività deve essere finalizzata a nuove scoperte – criterio della novità: l’attività di R&S deve puntare a nuove scoperte o al raggiungimento di nuovi risultati e conoscenze applicabili a prodotti e processi non già diffusi nel settore di riferimento. La generazione di nuova conoscenza è l’obiettivo previsto per qualsiasi progetto di R&S, ove il concetto di “nuovo” deve necessariamente essere declinato in funzione del contesto all’interno del quale ci si trovi ad operare;
- l’attività deve basarsi su concetti e ipotesi originali, non ovvi .- criterio della Creatività: un progetto di R&S deve avere come obiettivo la creazione/individuazione di concetti o idee che migliorino lo stato dell’arte rappresentante le conoscenze esistenti al momento dell’inizio del progetto stesso, portando a dei risultati originali e pertanto non ovvi. Ciò esclude dal novero delle attività di R&S qualsiasi attività finalizzata al mero cambiamento routinario di prodotti o processi. Così come previsto dal Manuale, sono «inclusi i nuovi metodi sviluppati per svolgere compiti comuni. Per esempio, l’elaborazione dei dati non è un’attività di R&S a meno che non faccia parte di un progetto di sviluppo di nuovi metodi di elaborazione dei dati» ;
- l’attività non deve avere un esito finale certo – criterio dell’Incertezza: le attività di R&S implicano incertezza in quanto, sin dall’inizio di un progetto, il tipo di risultato e/o i costi da sostenere per lo stesso (inclusa l’allocazione temporale) non possono essere determinati con certezza;
- l’attività deve essere pianificata e preventivata – criterio della Sistematicità: le attività di ricerca e sviluppo devono essere condotte in modo pianificato, con una formalizzazione dell’obiettivo perseguito, delle fonti di finanziamento, delle risorse impiegate, del processo seguito, dei risultati anche intermedi raggiunti, degli eventuali insuccessi, della eventuale ridefinizione degli obiettivi o dei processi. Il carattere sistematico dell’attività discende, del resto, dalla stessa nozione di progetto di ricerca, trattandosi altrimenti di attività non unificata e qualificata in funzione dall’obiettivo perseguito;
- l’attività deve condurre a risultati che possano essere riprodotti – criterio della Trasferibilità e/o Riproducibilità: un progetto di R&S dovrebbe comportare un potenziale trasferimento delle nuove conoscenze, assicurarne l’utilizzo e consentire ad altri ricercatori di riprodurne i risultati nell’ambito delle loro attività di R&S. Questo include anche le attività di R&S che hanno dato risultati negativi, nel caso in cui un’ipotesi iniziale non sia confermata o un prodotto non possa essere sviluppato come originariamente pianificato. In un contesto aziendale, i risultati saranno protetti dalla segretezza o da altri mezzi di protezione della proprietà intellettuale, ma si prevede che il processo e i risultati siano registrati per essere utilizzati da altri ricercatori dell’azienda.
Quelle di cui sopra sono alcune delle indicazioni che le linee guida forniscono ai certificatori. L’individuazione delle attività ammissibili al credito d’imposta ricerca e sviluppo segue quindi diversi criteri specifici, alla base dei quali vi è l’obiettivo finale di acquisire nuove conoscenze rispetto a quelle accessibili nel settore di riferimento.
“La novità della conoscenza non deve essere confusa con la novità del prodotto”, specifica il documento. Nel credito R&S potranno quindi rientrare costi che non necessariamente portano alla creazione di un prodotto nuovo, ma che in ogni caso puntano all’acquisizione di nuove conoscenze, secondo un approccio scientifico che dovrà fare da base all’intero progetto messo in campo.
Ad ogni buon fine, imprese e certificatori interessati possono consultare le linee guida complete sul portale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.