Studi legali e public speaking: l’arte del saper parlare
Tra i numerosi rami della comunicazione con i quali uno studio professionale e i professionisti in prima persona devono avere a che fare, ormai quasi quotidianamente, c’è sicuramente il public speaking, la più anticamente conosciuta come ars oratoria.
Ma il parlare a un pubblico, sia esso dal vivo o in video collegamento, non è una pratica così banale, soprattutto non è una competenza innata, né tantomeno va sottovalutata. D’altra parte però questo non deve costituire un ostacolo o deve essere fonte di ansia e creare un blocco. Come per tanti altri aspetti della comunicazione l’ars oratoria va imparata, assimilata, allenata e messa in pratica.
Ma prima di affrontare il grande pubblico, si può fare pratica con il parlare a una o più persone, ecco, io inserisco sotto questo cappello anche gli incontri, per esempio con un possibile nuovo cliente, pensate bene, anche lì si tratta di utilizzare la dialettica per trasmettere messaggi chiari e diretti, nel cercare di guidare il discorso su determinati binari e conquistare il nostro interlocutore.
Allora per prepararsi bene cosa bisogna fare?
Gli avvocati, ça va sans dire, dovrebbero essere tra i più abili esperti dell’ars oratoria, fin dai tempi di Cicerone, ma in realtà la loro impostazione, nei confronti di un possibile nuovo cliente va totalmente ribaltata. Un avvocato è avvezzo al confronto, sbilanciato sulla volontà di primeggiare, di vincere la causa, su una, passatemi il termine, prevaricazione verbale, che fa di un buon avvocato anche il suo punto di forza.
Ma per relazionarsi, con una platea, o con uno soltanto di possibile nuovo cliente, la comunicazione, l’orazione, va spostata su altre direttrici.
Innanzitutto, bisogna studiare bene il nostro interlocutore, il suo contesto, ipotizzare le sue possibili necessità e i suoi bisogni. Cercare di creare empatia dal primo istante, questo, infatti, consente di impostare una comunicazione più serena e distesa. Può essere d’aiuto crearsi prima un breve schema con i punti che si vorranno affrontare nel corso di quel colloquio e basarsi su quelli per indirizzare la conversazione. Trovare dei punti comuni con l’interlocutore, fargli capire che ci si è documentati sul pregresso, che ci si è interessati a quella che potrebbe essere la tematica da affrontare e risolvere insieme.
Ma facciamo un passo in più: il parlare a un pubblico.
A molti professionisti viene chiesto, sulla base delle loro competenze di partecipare a eventi, convegni, corsi, dal vivo o in video, per disquisire su una tematica attinente alla loro professione. Ma farlo la prima volta non è mai semplice. L’impatto con la platea spesso spaventa, blocca, intimorisce. Ecco, proprio queste emozioni sono da tenere lontane. L’ansia e la paura sono nemiche giurate del public speaking e creano proprio l’effetto di generare un oratore impacciato, insicuro, fallimentare al fine della comunicazione orale.
Ma come si fa a superarla? Innanzitutto bisogna prepararsi bene, anzi benissimo. Studiare la materia da trattare in maniera approfondita, non solo per il discorso da fare ma anche per le eventuali domande, non fatevi cogliere in castagna.
È utile impostare il discorso, sulla tempistica definita con gli organizzatori, rispettare una scaletta predisposta in precedenza. Essere chiari, parlare con voce sicura, scandita. Evitare di commettere errori o incartarsi nel discorso.
Magari preparare delle slide, misurate, non troppe, che illustrino i vostri concetti, rendendoli più chiari, proponete immagini, video, grafici. Conquistare la platea deve diventare il vostro mantra.
Ricordate che la noia è il vostro nemico, combattetela ardentemente, se si annoia, avete perso la platea. Tenete il ritmo, alternate i toni della voce, se troppo urlata stanca, se troppo flebile addormenta. Anche la posizione del corpo e l’espressione del viso non va tralasciata, conquistate lo spazio con una posizione sicura, seguite la platea con lo sguardo, cercate i volti. Ma soprattutto, mai e poi mai leggere il discorso. Imparatelo, provatelo, fatelo vostro, ma non leggete!
La comunicazione non può prescindere dall’orazione, anzi come sosteneva Aristotele nel IV sec a.c. “Il carattere dell’oratore è il più possente mezzo di comunicazione”.