Il valore di uno studio
Quanto vale uno studio? Come si fa a stabilire il valore di un’associazione professionale?
Per molti la risposta potrebbe essere il dato di fatturato. Ma in realtà non è così. Qui non voglio, con calcolatrice alla mano, impostare i parametri che determinano il quantum di uno studio per una possibile cessione o fusione con un altro soggetto. Ciò che mi interessa fare è aprire un terreno di riflessione su quelli che possono essere i cardini portanti sui quali fondare uno studio e di conseguenza che ne determinano il valore.
A determinare, quindi, il valore di uno studio è la combinazione di numerosi fattori, imprescindibili l’uno dall’altro, e senza i quali non è auspicabile ipotizzare il valore intrinseco dell’associazione professionale.
Sono davvero molti e svariati i fattori che in questa riflessione entrano in gioco e devono essere presi in considerazione.
Primo fra tutti il brand. Attraverso la forza del brand di uno studio è possibile stabilirne la reputation e la percezione che clienti e mercato hanno di esso. Per entrare nel concreto se il solo nome dell’insegna suscita pensieri come professionalità, competenza, affidabilità, qualità, se ci fa subito venire alla mente l’expertise dei professionisti, specializzazioni e settori nei quali operano, vuol dire che su quel brand è stato fatto un buon lavoro di comunicazione.
Che si è riusciti a trasferire i messaggi essenziali per canalizzare le caratteristiche principali di studio e professionisti.
E qui entra in gioco il secondo fattore che è proprio la comunicazione. Senza un progetto strutturato e meticoloso di comunicazione è impossibile veicolare correttamente messaggi che puntino proprio sulla conoscenza e sulla riscontrata reputazione dello studio. Una buona comunicazione, che passa dalle relazioni media, ai social network, alla partecipazione a eventi, alle comunicazioni con i clienti, agli strumenti informatici come il sito e le newsletter, ai messaggi interni, è la base fondante per costruire il valore di uno studio.
Ma tra le fondamenta di questo ci deve essere una salda strategia, strategia che imposti la rotta su dove dirigersi, come farlo, quali percorsi intraprendere, quali, invece, evitare. La governance di uno studio deve avere ben chiaro, prima ancora di avviare i motori, il progetto nel suo complesso e i passaggi da compiere per arrivarci.
Avere le idee chiare e delle mete da raggiungere contribuisce ad accrescere la solidità e aumentare il valore.
Ma guardiamo all’interno; il valore di uno studio, non può prescindere dalle persone, e parlando di persone non mi riferisco solo alle loro competenze, che si da per scontato, in un ambiente come questo debbano essere solide e comprovate, ma soprattutto al rapporto tra le persone, alla condivisione di una scala di valori a livello lavorativo che ne determina il successo del lavoro di squadra, e ancora, delle modalità di relazione e della capacità di condivisione, della forza attrattiva nei confronti delle nuove risorse, altro fattore determinante, e dell’ambiente di lavoro che si riesce a creare. Un ambiente di lavoro sano e armonico, determina senza dubbio la diminuzione del turnaround, e una maggiore motivazione nel fare meglio e fare di più.
Ma parlando di persone consideriamo in questa categoria anche i clienti, che seppur, nella gran parte dei casi siano imprese, queste sono dirette e gestite da persone che sono le dirette interessate ad interfacciarsi con il professionista; e per questo è necessario trattarli come tali, entrare in empatia con loro, capirne i bisogni, le urgenze, anticipare le problematiche, aprire nuove strade, illustrare alternative, insomma non trattarli come un numero di pratica, ma entrare in relazione con loro e accompagnarli nel percorso di business.
Ma c’è di più. In un mercato competitivo come quello odierno, a fare la differenza, tra uno studio professionale e l’altro è la lungimiranza. Il saper guardare al di là, oltre, anticipare tempi, trend, tendenze, intercettare segmenti di mercato, nuovi canali di comunicazione, nuove formule di collaborazione professionale, e soprattutto abbracciare, fare propri temi fondamentali come possono essere quello dell’innovazione (digitale e non solo) e della sostenibilità. Temi che non devono restare parole “sterili” e usate solo a scopo promozionale, ma che devono assumere sempre più significato all’interno delle organizzazioni, determinandone un significativo cambiamento. Un passo alla volta, anche questo, contribuirà a fare acquisire allo studio un enorme valore sul domani.