Comunicazione per Studi Professionali: pianificare ora

23.09.2024 - Tempo di lettura: 1'
Comunicazione per Studi Professionali: pianificare ora

Giusto il tempo per risistemare le scrivanie, smaltire le mail arretrate, superare il burnout post vacanze, ricontattare i clienti che avevamo lasciato con il “risentiamoci a settembre” e poi siamo pronti per partire.

Settembre, del resto, è noto a tutti, è il vero capodanno; è il momento in cui si tirano le fila dei percorsi intrapresi, ci si accerta del punto preciso nel quale si è giunti, ed è quindi il tempo più adatto anche per i programmi, per mettere giù, nero su bianco i piani, i to do per l’anno, lavorativo, che sta iniziando.

Ma proprio in questo periodo è consigliabile non solo programmare i prossimi passi lavorativi e di relazioni con i clienti, ma anche e conseguentemente a questo, pianificare i prossimi passi nel mondo della comunicazione.

È il momento in cui non si deve procrastinare al domani, ma nel quale è opportuno impostare le linee guida, le strategie, definire il budget, individuare il consulente al quale ci si vuole affidare, le modalità per progredire in questo campo, per gli studi che si sono già affacciati a questa materia, e per lanciarsi in questo mondo, per quelli che invece non hanno mai avuto modo, tempo e voglia per farlo.

E allora credo sia opportuno dare qualche indicazione in materia.

La comunicazione non deve essere spot, un una tantum.

Alcuni professionisti che fino ad oggi non si sono affacciati alla comunicazione hanno l’errato pensiero che basti un’uscita, un articolo sulla stampa, una menzione, un virgolettato, per essere riconosciuti, accreditati, tra i competitor del mercato e individuati da possibili clienti; ebbene, spiace sfatare questa leggenda, ma no, la comunicazione non può essere impostata su apparizioni sporadiche, distanziate nel tempo e soprattutto opportunistiche, ossia cogliendo l’occasione di un’uscita sulla stampa, senza preoccuparsi, che sia coerente con le expertise dello studio, con le competenze dei professionisti, che sia quello il canale media più adeguato. Ecco è il primo errore da non commettere. Prima di imboccare una strada è opportuno accertarsi del dove porta e soprattutto, che dia sbocco ad altri percorsi e non sia una strada chiusa.

Mi spiego meglio; e in altre occasioni, l’ho ribadito. La comunicazione non è improvvisazione. È un percorso ragionato che deve essere intrapreso dopo aver portato a termine un’accurata analisi dello studio, dei professionisti, delle competenze, del progetto complessivo.

Solo dopo aver effettuato quest’esame, chiamiamolo introspettivo, si è pronti per fissare le tappe, definire i temi, impostare gli obiettivi e di conseguenza i canali per raggiungerli. Questo è il tempo più indicato per effettuare questo percorso. È questo perché se si rimandasse ai prossimi mesi, sarebbe tardi, troppo tardi, sarebbe come voler salire su un treno già in corsa, sulla linea dell’alta velocità, che fatichereste a fermare, o quantomeno rallentare, rischiando di farvi male.

Infatti se la pianificazione degli step dedicati al progetto comunicazione, avviene per tempo, è più probabile garantire il successo, la messa a segno degli obiettivi prefissati.

L’invito, per i professionisti che finora non si sono affacciati alla comunicazione professione, ma che stanno pensando di farlo, è di farlo adesso, o almeno di incontrare, parlare, farsi spiegare da chi segue queste discipline il percorso e decidere, a stretto giro, se intraprenderlo.

Per gli studi che invece hanno già alle spalle anni, se non lustri, o decenni di esperienza in materia, il consiglio è quello di guardarsi indietro e analizzare il percorso fatto, i risultati ottenuti, gli obiettivi mancati, valutare, e decidere se opportuno proseguire con il percorso già intrapreso o se fare delle variazioni, esplorare nuove zone, anche poco battute, avere il coraggio di osare, ma mantenere saldo il timone della rotta, per non snaturarsi, ricordando sempre di essere coerenti e valorizzare i propri punti di forza. Ma se guardando indietro, non vi rispecchiate in quel percorso, in quel linguaggio, in quelle uscite, allora forse è tempo di cambiare, di prendere il coraggio a due mani e cambiare di netto, riprogrammare, ripensare a tutto il progetto di comunicazione; questa volta, pensandolo non solo a livello razionale, ma anche emotivo, e se i nuovi piani, le nuove prospettive, vi procureranno un sentimento di trepidazione, fate le valigie e intraprendete questo nuovo viaggio, questo percorso, senza farvi troppe domande, ma con la voglia e la frenesia di portarlo a compimento.

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