Avvocati e specializzazioni: a che punto siamo e a cosa servono

11.04.2023 - Tempo di lettura: 3'
Avvocati e specializzazioni: a che punto siamo e a cosa servono

Generalisti o specialisti? Studi boutique o studi multidisciplinari? Sono queste alcune delle domande che si pongono i circa 243mila avvocati che esercitano la professione. A tutti è chiaro che il mondo è cambiato, così l’economia, la cultura e anche il “posto” dell’avvocato nella società.

A certificarlo anche la comparsa di specifici software per lo studio legale, piattaforme tecnologicamente avanzate che proiettano l’avvocato nell’epoca della Digital Transformation e lo aiutano a muoversi in un mondo multidisciplinare e sempre più competitivo.

Dopo la pandemia ci sono fiumi di scritti sull’intelligenza artificiale, lo smart working per gli studi legali, la penuria di giovani motivati che vogliono intraprendere la professione. Non è più in discussione, come qualche anno addietro, se effettivamente il cambiamento ci sia stato, ma dove porterà la professione e cosa può fare il professionista del Foro per adeguarsi e rimanere protagonista del settore, nonché elemento collante tra diritto, economia e vita civile.

LE RICHIESTE DAL MERCATO

Le mille ragioni più volte esposte anche in questa rubrica hanno portato la relazione avvocato-cliente a caratterizzarsi per due nuovi elementi: la specializzazione e la mutidisciplinarietà. Restano, come sempre, centrali il rapporto di fiducia e la preparazione del professionista, per questa ragione non li tratteremo in questo articolo, non perché siano secondari, ma perché sono tradizionalmente fondamentali.

Oggi il cliente business – l’azienda – e spesso anche il privato richiedono all’avvocato specializzazione nella materia di interesse, perché di fronte ad un mercato così variegato, ad una offerta così ampia di servizi professionali e ad un sistema normativo sempre più complesso, il ragionamento del cliente è che preferisce investire soldi e aspettative su chi gli può dare maggiori garanzie di portare a casa il risultato. A differenza del passato, dove l’essere un avvocato generalista ha fatto la fortuna di molti professionisti, soprattutto nelle località più piccole, oggi la richiesta di esperienza e specializzazione si afferma come elemento distintivo centrale nella scelta del consulente legale.

Il secondo aspetto che sta subendo grandi cambiamenti è rappresentato dalla multidisciplinarietà. Se in passato il generalista poteva coprire vaste aree del diritto, quantomeno nelle 4 materie in cui viene suddiviso – civile, penale, amministrativo e tributario – oggi con le specializzazioni la situazione cambia completamente. L’azienda che si rivolge ad uno specialista ha poi necessità di un altro specialista per un‘altra materia, che poi si dovrà probabilmente coordinare con altri professionisti come notai, commercialisti, consulenti del lavoro e periti. Ciò porta ad avere una moltitudine di specialisti come consulenti e a doverli spesso coordinare, cosa che il cliente non vuole e non ama fare. Da qui il nuovo trend degli ultimi anni, che ha avuto una accelerata importante nel dopo pandemia, a costituire realtà professionali multidisciplinari, che possano offrire al cliente il “tutto intorno a te”, cioè un panel di servizi specialistici coordinati tra di loro. Ciò porta ad effettuare economie di scala, con riduzione dei prezzi, rispetto alla somma dei singoli professionisti, a ridurre i tempi di risposta e a offrire consulenze già integrate da professionisti dello stesso studio, abituati a lavorare insieme. Il cliente avrà spesso un solo referente persona fisica, che farà da front end e da coordinatore, garantendo tempestività, cura e presenza continua.

ORGANIZZAZIONI COMPLESSE

Da quanto sopra emerge con evidenza come per poter offrire al mercato questa nuova tipologia di consulenza, specialistica e multidisciplinare, sia necessario rivedere i modelli organizzativi degli studi e, di conseguenza, la mentalità con cui si esercita la professione. Quanto ai modelli organizzativi, per poter offrire più specializzazioni e più competenze professionali è necessario creare organizzazioni complesse, di dimensioni maggiori dello studio boutique con il titolare e pochi collaboratori, e più orientato ad uno studio-azienda. Queste realtà presentano al proprio interno professionisti e dipendenti (staff), organizzati in aree di attività (dipartimenti), con una governance che deve gestire decine e spesso centinaia di persone al proprio interno. Nasce la necessità di avere figure manageriali come il managing partner (una sorta di amministratore delegato), il consiglio di amministrazione dei soci (partner), affidare attività ai singoli con deleghe, approvare bilanci, prevedere forecast di spesa e di guadagno, dividere gli utili, etc.

Le forme giuridiche oggi più utilizzare sono gli studi legali associati, le stp, le sta, le reti professionali. Non rientrano, invece, nel discorso organizzativo che stiamo facendo, i professionisti in condivisione di spese, dove non c’è alcun progetto comune, se non l’esigenza di dividere le spese di location e personale per abbassare i costi.

LE SPECIALIZZAZIONI

Le specializzazioni previste dalla legge vanno proprio in questa direzione: dare una risposta ad un mercato sempre più complesso e competitivo, ad una normativa sempre più articolata e a richieste nuove della clientela. Prima di fare il punto per capire a che punto sia il percorso ultradecennale che porta alla specializzazione forense, soffermiamoci qualche minuto sul significato della parola. Il mercato delle professioni giuridiche sta andando nella direzione del mercato dei medici: così come nel mondo medico sarebbe impossibile avere un medico profondo conoscitore di tutta la medicina, allo stesso modo lo è nel diritto. Ecco, dunque, le figure del cardiologo, dello psichiatra, del dermatologo e potremmo continuare a lungo nel citare le innumerevoli specializzazioni e sotto specializzazioni della medicina (sottospecializzazioni, perché poi in ogni disciplina ci sono ulteriori specializzazioni: l’ortopedico può essere specializzato sulla spalla o sul ginocchio, per esempio).

Accanto all’uso “tecnico” della parola specializzazione, di cui si può fregiare solo chi dimostra di averne i requisiti o in seguito a corsi ad hoc e superamento dell’esame finale, oppure per “comprovata esperienza”, spesso il termine specialista viene utilizzato in modo atecnico, per esempio in articoli di quotidiani o riviste. Nei miei corsi dedicati ai professionisti, specifico sempre che utilizzeremo nel corso la parola specialista come sinonimo di esperto del settore, di focus esclusivo o prevalente su una determinata materia. Prendiamo in esempio gli specialisti negli ambiti delle tematiche digitali, oppure coloro che scelgono di concentrarsi sulle pratiche successorie, usufruendo anche di specifici software per la dichiarazione di successione per qualificare ulteriormente la propria professione. Ricordiamo, però, che l’avvocato non può utilizzare in alcun modo la qualifica di specialista se non ha precedentemente adempiuto agli obblighi di legge. La specializzazione è anche un riconoscimento posto a tutela dei consumatori, per permettere a questi ultimi di orientarsi nelle scelte del professionista più adatto alle proprie esigenze.

LE SPECIALIZZAZIONI FORENSI

Fatta questa premessa, vediamo lo stato dell’arte del percorso che ha portato ad istituire con DM 2022 la Commissione per elaborare i programmi di formazione specialistica. I commissari sono avvocati, professori universitari e magistrati.

Come si può acquisire oggi il titolo di specialista?

Ci sono sostanzialmente due modi:

  • partecipazione a corsi di specializzazione;
  • per comprovata esperienza.

Quanto alla “comprovata esperienza” l’art. 8 del D.M. del 2015, statuisce che il titolo di avvocato specialista può essere conseguito anche “dimostrando la sussistenza congiunta dei seguenti requisiti:

  • di avere maturato un’anzianità di iscrizione all’albo degli avvocati ininterrotta e senza sospensioni di almeno 8 anni;
  • di avere esercitato negli ultimi 5 anni in modo assiduo, prevalente e continuativo attività di avvocato in uno dei settori di specializzazione, mediante la produzione di documentazione, giudiziale o stragiudiziale, comprovante che l’avvocato ha trattato nel quinquennio incarichi professionali fiduciari rilevanti per quantità e qualità, almeno pari a 10 (e non più 15) per anno.

Il nuovo Decreto Ministeriale aggiunge che nell’accertamento di tali requisiti, “la commissione valuta la congruenza dei titoli presentati e degli incarichi documentati con il settore e, se necessario, con l’indirizzo di specializzazione indicati dal richiedente”.

Quali sono le aree di specializzazione forense?

L’avvocato può conseguire il titolo di specialista in non più di due dei seguenti settori di specializzazione:

  1. diritto civile;
  2. diritto penale;
  3. diritto amministrativo;
  4. diritto del lavoro e della previdenza sociale;
  5. diritto tributario, doganale e della fiscalità internazionale;
  6. diritto internazionale;
  7. diritto dell’Unione europea;
  8. diritto dei trasporti e della navigazione;
  9. diritto della concorrenza;
  10. diritto dell’informazione, della comunicazione digitale e della protezione dei dati personali;
  11. diritto della persona, delle relazioni familiari e dei minorenni;
  12. tutela dei diritti umani e protezione internazionale;
  13. diritto dello sport.

Indirizzi del settore del diritto civile

  • diritto successorio;
  • diritti reali, condominio e locazioni;
  • diritto dei contratti;
  • diritto della responsabilità civile, della responsabilità professionale e delle assicurazioni;
  • diritto agrario;
  • diritto commerciale e societario;
  • diritto industriale, della proprietà intellettuale e dell’innovazione tecnologica;
  • diritto della crisi di impresa e dell’insolvenza;
  • diritto dell’esecuzione forzata;
  • diritto bancario e dei mercati finanziari;
  • diritto dei consumatori.

 Indirizzi del settore del diritto penale

  • diritto penale della persona;
  • diritto penale della pubblica amministrazione;
  • diritto penale dell’ambiente, dell’urbanistica e dell’edilizia;
  • diritto penale dell’economia e dell’impresa;
  • diritto penale della criminalità organizzata e delle misure di prevenzione;
  • diritto dell’esecuzione penale;
  • diritto penale dell’informazione, di internet e delle nuove tecnologie.

 Indirizzi del settore del diritto amministrativo

  • diritto del pubblico impiego e della responsabilità amministrativa;
  • diritto urbanistico, dell’edilizia e dei beni culturali;
  • diritto dell’ambiente e dell’energia;
  • diritto sanitario;
  • diritto dell’istruzione;
  • diritto dei contratti pubblici e dei servizi di interesse economico generale;
  • diritto delle autonomie territoriali e del contenzioso elettorale;
  • contabilità pubblica e contenzioso finanziario-statistico.»;

Dove può reperire gli specialisti il cliente?

L’art. 5 del D.M. del 2015, statuisce che i Consigli dell’Ordine formano e aggiornano gli elenchi degli avvocati specialisti sulla base dei settori di specializzazione e li rendono accessibili al pubblico anche tramite consultazione telematica. A tale disposto la nuova disciplina ha aggiunto la facoltà, in capo all’avvocato specialista, di chiedere che nell’elenco siano specificati l’indirizzo o gli indirizzi, sino a un massimo di tre per ciascun settore.

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