Il futuro dell’identità digitale: l’identità decentralizzata

25.09.2024 - Tempo di lettura: 5'
Il futuro dell’identità digitale: l’identità decentralizzata

L’evoluzione tecnologica dell’identità digitale consente un maggiore controllo sulle proprie informazioni. Con la Self-Sovereign Identity e il Web 3.0 si possono garantire sicurezza e autonomia, in linea con i principi del regolamento eIDAS 2.

L’approccio tradizionale all’identità digitale

Quando si parla di identità digitale si possono individuare due approcci che sono stati adottati, storicamente, nella sua gestione:

  • Modello Centralizzato
    In questo modello, gli utenti autenticano l’accesso ai servizi tramite un userID e una password conservati in un database centralizzato. Tuttavia, tale sistema, tipico del Web 1.0, presenta significative vulnerabilità: un’eventuale violazione del database o la cessazione del servizio possono precludere agli utenti la possibilità di identificarsi e di accedere alle proprie informazioni personali, compromettendo così la loro autonomia digitale.
  • Modello Federato
    Questo modello, che si diffonde con il Web 2.0, si basa sull’intermediazione di un “fornitore di identità” che gestisce le credenziali degli utenti. Piattaforme come Facebook e Google funzionano come custodi delle identità digitali, permettendo agli utenti di accedere a vari servizi senza la necessità di ricordare molteplici credenziali. Nonostante questo sistema abbia migliorato l’esperienza-utente, ha anche introdotto gravi problematiche legate al controllo sulla propria identità digitale. Le aziende che aggregano queste informazioni diventano bersagli privilegiati per attacchi informatici e le politiche sulla privacy non sempre trasparenti possono portare a fughe di dati e a un utilizzo non consensuale delle informazioni personali a fini commerciali.

Questi modelli hanno facilitato la raccolta e l’elaborazione massiva dei dati personali, contribuendo al fenomeno del ‘panopticon digitale’ in cui gli utenti hanno un controllo limitato sulle proprie informazioni. Di conseguenza, emerge la necessità di modelli più sicuri e rispettosi della privacy, come l’identità digitale decentralizzata, che mira a restituire agli utenti il controllo dei propri dati.

Un nuovo paradigma: l’identità decentralizzata

Con le moderne tecnologie del Web 3.0, si può pensare a un modello di identità digitale decentralizzato (Self-Sovereign Identity – SSI) già introdotto anche in questo contributo. Tale nuovo paradigma per la gestione dell’identità digitale offre un baluardo contro gli eccessi del “capitalismo digitale”; non è semplicemente una nuova tecnologia, ma un cambiamento di paradigma che restituisce agli individui il controllo e la proprietà delle proprie identità digitali.

Inoltre, le soluzioni di identità decentralizzata sono progettate per essere globalmente interoperabili, il che le rende particolarmente adatte per integrarsi in un contesto europeo che valorizza l’interazione fluida e sicura tra i paesi. Pertanto, l’identità decentralizzata non solo risponde ai requisiti di sicurezza e privacy imposti dal regolamento eIDAS 2, ma offre anche una flessibilità e un controllo dell’identità che potenziano l’autodeterminazione informativa dei cittadini all’interno del mercato unico digitale europeo.

Per un approfondimento su come funziona l’identità digitale decentralizzata, si propone la lettura del contributo L’identità digitale decentralizzata: un esempio concreto.

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