Firma elettronica: cos’è e perché è utile e conveniente utilizzarla
Perché una PMI dovrebbe scegliere i servizi cloud? Il problema è sempre lo stesso: migliorare la produttività riducendo gli sprechi. Il cloud è uno strumento che può rispondere a quest’esigenza. Il perché è semplice: l’impresa affida a provider parte delle proprie risorse informatiche senza sostenere alcun costo correlato a manutenzione, aggiornamenti e verifica della compatibilità.
Il provider, ovvero la società che si occupa di fornire e garantire la funzionalità delle risorse cloud, si incarica anche di corrispondere all’azienda cliente garanzie di compliance, allineamento e sicurezza. Un risultato difficilmente raggiungibile se la PMI dovesse fare esclusivo affidamento alle proprie risorse interne.
In questo modello di business il provider diviene un partner chiave, perché si incarica della gestione di informazioni e applicazioni essenziali per lo sviluppo d’impresa. D’altro canto la nuvola non rispetta i limiti delle logiche on premise: non c’è alcun investimento iniziale né vincoli relativi all’obsolescenza del comparto hardware. A ciò si aggiunge una scalabilità senza limiti.
In termini concreti l’accesso alla nuvola è semplice: è sufficiente collegarsi a un portale oppure a una piattaforma. Da qui si possono utilizzare le applicazioni o le macchine virtuali. Nella maggior parte dei casi la compatibilità con i sistemi aziendali è assoluta, visto che il cloud si raggiunge attraverso un banale browser Internet. Nell’eventualità di dispositivi mobile (smartphone e tablet), sono impiegate app dedicate.
Grazie a questa semplice, per il l’utente finale, architettura informatica sono resi disponibili tantissimi servizi, dal rendering 3D alle funzionalità di server e storage, passando per le piattaforme di unified collaboration (teleconferenza e condivisione di file per il lavoro a distanza).
Quanto costano e come si pagano i servizi cloud? Sono tante le soluzioni reperibili sul mercato, in linea di massima possiamo tracciare quattro macro-categorie:
- Gratuiti (si pensi per esempio a Dropbox);
- Freemium: sono gratuite le funzioni base, mentre è previsto il pagamento di quota di abbonamento per quelle avanzate.
- A consumo: l’utente paga esclusivamente le risorse che effettivamente utilizza e può monitorare puntualmente il rapporto tra spesa sostenuta e utilità;
- Canone di abbonamento.