Come la blockchain potrebbe rivoluzionare la nostra identità digitale

25.06.2024 - Tempo di lettura: 6'
Come la blockchain potrebbe rivoluzionare la nostra identità digitale

L’identità su Internet ha sempre suscitato interrogativi. La Self-Sovereign Identity (SSI) promette di restituire il controllo sui dati agli individui, con la tecnologia blockchain.

Quando si parla di identità digitale, però, non stiamo parlando dell’identità in senso fisico o psicologico; stiamo parlando di un insieme di dati che ci identifica e che permette di accedere a diversi servizi. In sostanza, parlare di identità digitale significa parlare del controllo che abbiamo tutti dei nostri dati personali identificativi.

Ogni volta che vogliamo accedere a un’applicazione digitale, dobbiamo inviare una serie di dati personali che vengono memorizzati sui server delle aziende che li richiedono. In molti casi ci vengono chiesti anche selfie e copie di documenti fisici. Inoltre, tipicamente non leggiamo informative e termini d’uso: semplicemente diamo per scontato che questa sia la condizione necessaria per ottenere quell’app o servizio.

Questi sistemi hanno portato a una situazione in cui la sorveglianza digitale è diventata la norma, con gli utenti che perdono il controllo sulla propria identità digitale, sottoposti a una continua osservazione e monetizzazione da parte di entità centralizzate e monopolistiche. Questa dinamica non può non sollevare preoccupazioni sul diritto alla privacy e sulla proprietà dei dati personali. In risposta a questi problemi, è stato ideato il concetto di identità decentralizzata, o Web 3, che promette di restituire agli individui il controllo sui propri dati.

La Self-Soverign Identity

Le fondamenta della Self-Sovereign Identity (SSI) sono radicate nella crittografia avanzata, nella tecnologia blockchain e nelle architetture di rete decentralizzate. Ogni individuo è dotato di un set di chiavi crittografiche – una pubblica, utilizzata per l’identificazione, e una privata, per l’autenticazione – conservate con estrema sicurezza direttamente sul dispositivo dell’utente o all’interno di una blockchain. Si introducono poi i concetti di Identificatori Decentralizzati (DID) e Credenziali Verificabili (VC), che servono a rappresentare e scambiare dati identitari in maniera uniforme e standardizzata.

Il “Triangolo della fiducia”

Questo sistema si fonda sul “Triangolo della fiducia“, un modello che descrive l’interazione tra i vari soggetti all’interno di un ecosistema di identità decentralizzato. In pratica, un DID funge da rappresentante digitale di un’entità, mentre un VC agisce come una conferma o documento rilasciato da tale entità. Grazie alla registrazione della chiave pubblica sull’infrastruttura blockchain e alla firma digitale del VC, è possibile attestare l’esistenza dell’entità e l’autenticità della credenziale verificabile, assicurando così che sia stata realmente emessa da quell’entità specifica. Per esempio, un VC può attestare semplicemente che un individuo ha superato un’età minima richiesta, senza necessariamente divulgare la data di nascita completa o l’età esatta.

DID e VC

I DID modificano radicalmente il paradigma tradizionale di controllo e gestione delle identità digitali: non siamo più noi utenti a dover richiedere l’accesso ai vari servizi online, ma sono piuttosto i servizi stessi a dover ottenere il nostro permesso per accedere ai dati che desideriamo condividere. Questo approccio ci permette di decidere liberamente quali informazioni divulgare, a chi, con quale grado di dettaglio e per quanto tempo. Contrariamente ai sistemi di identità convenzionali, che affidano a terze parti la custodia e la gestione dei nostri dati, il modello decentralizzato attribuisce all’individuo pieno possesso, controllo e capacità di condivisione della propria identità digitale, eliminando la necessità di intermediari.

L’identità decentralizzata: prospettiva o chimera?

L’identità decentralizzata potrebbe offrire una maggiore privacy, sicurezza e controllo sui dati personali. Nonostante ciò, la strada verso l’adozione di massa di questa tecnologia è ancora costellata di sfide, tra cui la standardizzazione, l’interoperabilità e la necessità di un’esperienza utente intuitiva che faciliti la transizione verso questo nuovo paradigma.

In conclusione, l’identità decentralizzata emerge come un diritto umano fondamentale nell’era digitale, offrendo la promessa di un futuro in cui gli individui possono navigare nel mondo digitale con maggiore libertà, privacy e controllo sui propri dati. Questo cambiamento di paradigma richiede un impegno collettivo da parte di aziende, governi e individui per realizzare una visione di un’identità digitale più giusta e sovrana.

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