Il ristorante è chiuso! Ma resiste!
Oggi molti ristoranti sono chiusi, fenomeno impensabile per l’Italia solo fino a qualche mese fa: Il Bel Paese celebre in tutto il mondo per il buon vivere e per l’atmosfera di convivialità, che solo gli italiani riescono a creare quando si siedono a tavola, sta vivendo un momento di cambiamento e ripianificazione. Solo alcune attività di ristorazione sono attive, quelle che grazie alla loro organizzazione interna hanno potuto proporre subito un servizio delivery adatto alle nuove dinamiche del lockdown.
Il ristorante che ora è chiuso, deve mettere in atto delle strategie di evoluzione che andranno a impattare sulla base della sua organizzazione. La tanto attesa “Fase 2” di scongelamento parziale della quarantena deve essere affrontata con tutto l’ottimismo necessario e una nuova prospettiva. Il ristoratore deve vivere questo panorama presente come un’opportunità per osservare con attenzione l’evoluzione del settore e pianificare con strategia il futuro attraverso azioni anche rivoluzionarie.
La formula distributiva della consegna a domicilio o dell’asporto, ora più che mai deve essere prevista nella propria organizzazione del lavoro. Ma non si parla solo del semplice e giù collaudato food delivery, oggi è necessario prevedere una linea dedicata che porti la firma del ristorante e la sua filosofia all’interno delle case. Per fare questo, il ristoratore può reinventarsi attraverso questi consigli di settore:
-
Rivalutare la componente del prezzo proposto nell’ottica dei piatti realizzabili ora e delle necessità della clientela
-
Coniugare la filosofia del ristorante con le nuove esigenze di mercato senza snaturare l’identità del brand
-
Studiare le migliori condizioni di trasporto dei piatti nel breve e lungo percorso
-
Prevedere e curare la nuova relazione umana nell’atto della consegna formando ad hoc gli addetti alla consegna
-
Pensare a un packaging nuovo, stimolante, che faccia la differenza e che renda davvero unico il tuo brand. Il packaging, in questo momento più che mai, deve essere memorabile, ecologico, possibilmente riutilizzabile e concepito rispettando la sostenibilità
-
Rivedere il servizio nell’ottica di una nuova food experience proposta ai clienti, anche attraverso attività innovative e originali di marketing online
-
Assicurare alla clientela la massima igiene e sicurezza, così come ai collaboratori e riders
-
Garantire la performance gastronomica anche fuori dal locale, realizzando nuovi piatti che siano perfetti alla consegna, tenendo conto del tempo del viaggio necessario, delle condizioni della strada che deve percorrere il rider e della temperatura effettiva del piatto quando varca la porta di ingresso del cliente
Il ristorante dopo il lockdown
In questo insolito 2020 “andare al ristorante” per gli italiani potrebbe essere considerato non più come un piacevole diversivo da vivere in modo spensierato con parenti e amici; domani gli italiani potrebbero percepire le uscite di piacere in un’ottica di esclusività, non tanto come un lusso da concedersi una volta ogni tanto, ma come un momento molto atteso a cui si attribuiscono aspettative ancora più alte.
Un’ulteriore soluzione per il ristorante che ora non può lavorare, potrebbe essere l’adesione a formule di emergenza come il Dining Bond, dove il cliente acquista oggi un buono di spesa a un prezzo ridotto, che poi andrà a beneficiare di persona direttamente nel ristorante in un momento più favorevole. La fase del cambiamento è difficile, e non significa stravolgere la propria identità, ma evolverla, renderla più dinamica e pronta a ogni evenienza.