Trattamento integrativo

Il trattamento integrativo del reddito (TIR) è un contributo riservato ai lavoratori dipendenti e a quelli che percepiscono alcuni redditi agli stessi assimilati. Da luglio 2020 è erogabile ogni mese in busta paga.

Tale agevolazione è finalizzata al taglio del cuneo fiscale, dopo l’abrogazione del bonus di 80 euro (introdotto dal Decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66) e spetta ai medesimi beneficiari del precedente bonus Irpef (anche noto come bonus Renzi).

Trattamento integrativo: cos’è e come funziona

Il TIR può essere ripartito su base mensile, riconoscendo un importo fisso di 100 euro al mese in busta paga e, in base alla fascia di reddito del soggetto interessato, può essere riconosciuto fino a un massimo di 1.200 euro all’anno.

Il trattamento integrativo è stato approvato per dare un aiuto concreto alle famiglie italiane in difficoltà, incrementando la busta paga dei dipendenti il cui reddito complessivo non sia superiore alla prevista soglia. La cifra, a seconda dei casi, viene anticipata dal datore di lavoro o erogata direttamente dall’INPS; in alternativa, esiste la possibilità di recuperare l’intera cifra in sede di dichiarazione dei redditi, con l’Agenzia delle Entrate a registrare ed erogare il trattamento integrativo sotto forma di rimborso.

A chi spetta il trattamento integrativo 2023

Il trattamento integrativo spetta a tutti i lavoratori dipendenti aziendali e a quelli impegnati nel settore pubblico. Non solo, possono richiedere il bonus in busta paga anche altre categorie professionali, vale a dire:

  • soci e lavoratori delle cooperative;
  • lavoratori atipici;
  • lavoratori assunti con contratto co.co.co.;
  • borsisti, stagisti o dipendenti generalmente in formazione;
  • soggetti impegnati in lavori socialmente utili;
  • revisori di società, amministratori comunali e addetti della Pubblica Amministrazione.

Il trattamento integrativo di solito viene erogato direttamente dall’azienda, chiamata a effettuare tutti i calcoli e ad applicare la detrazione fiscale a seconda del reddito del suo dipendente. Di conseguenza, aumenterà lo stipendio netto in busta paga.

Dal trattamento sono esclusi, invece, i lavoratori autonomi e i cosiddetti incapienti, ovvero i soggetti contribuenti della c.d. no tax area.

Trattamento integrativo NASpI e disoccupati

Il TIR interessa pure i percettori di NASpI e i lavoratori messi in cassa integrazione, a patto che non siano già beneficiari del reddito di cittadinanza e di altri trattamenti risarcitori o assistenziali. Lo stesso vale per i soggetti che percepiscono la pensione INPS.

Come si ottiene il trattamento integrativo

Il trattamento integrativo viene erogato direttamente in busta paga, senza che vi sia necessità di fare alcuna domanda. Naturalmente la cifra percepita cambierà negli anni in base alla possibile variazione del reddito annuo del lavoratore.

Se non è inserito in busta paga, si può ricevere il TIR anche a conguaglio di fine anno da parte del datore di lavoro o direttamente in sede di dichiarazione dei redditi, come rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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