Plusvalenza

Plusvalenza

Il significato di plusvalenza è chiaro già dallo stesso termine: indica infatti un aumento di valore, associato ad un titolo o ad un immobile, in un dato arco di tempo. Di fatto non costituisce un reddito, ma potrebbe comunque generare un’entrata.

Plusvalenza: cos’è e significato

In economia, con plusvalenza si fa riferimento all’utile derivato dalla vendita di un immobile o di un titolo, il cui valore è andato ad aumentare rispetto al momento dell’acquisto. Vien da sé che la differenza positiva tra il prezzo di acquisto e quello di vendita è per l’appunto la plusvalenza.

Questo valore è solitamente determinato da:

  • beni, come possono essere immobili, intere aziende o beni strumentali utilizzati per lo svolgimento delle attività imprenditoriali;
  • valori mobiliari e strumenti di investimento finanziario, come ad esempio le azioni.

Come già detto, l’aumento di valore effettivo di per sé non contribuisce a formare reddito, anche se molto spesso all’atto pratico va a determinare un’entrata.

Le principali tipologie di plusvalenza

Compreso cos’è la plusvalenza, è possibile elencarne le specifiche tipologie:

  • plusvalenza immobiliare, o da cessione di immobile, è la differenza tra il prezzo dell’immobile registrato alla data di acquisto e quello nel momento in cui è stato perfezionato l’atto di vendita;
  • plusvalenza patrimoniale, vale a dire derivante da beni differenti da quelli che contribuiscono a generare ricavi, è definibile come la differenza positiva tra il prezzo di vendita e il costo non ammortizzato dei beni ceduti;
  • plusvalenza da cessione azienda, ovvero la differenza tra il prezzo di cessione e il valore contabile dei beni ceduti;
  • plusvalenza da cessione quote, definita come la differenza positiva tra il corrispettivo percepito e il valore soggetto a tassazione di partecipazioni qualificate e partecipazioni non qualificate.

Si tratta comunque di una forma di arricchimento: viene quindi applicata una tassazione, che si differenzia ovviamente in base alle diverse tipologie di plusvalenze precedentemente esaminate. Per le plusvalenze immobiliari, in particolare, esistono delle eccezioni non soggette a imposta sostituiva del 26%:

  • immobili ereditati;
  • immobili destinati a prima casa;
  • cessione gratuita di un immobile;
  • vendita dell’immobile dopo 5 anni;
  • immobile a destinazione commerciale.

Esempio pratico di plusvalenza

Per comprendere meglio cos’è una plusvalenza, possiamo fare un esempio pratico. Immaginiamo di acquistare un pacchetto di 1.000 azioni al prezzo di 1 euro per ogni azione e che, dopo un periodo di tempo di 10 anni, il loro valore sia aumentato a 2 euro. Il valore complessivo del nostro patrimonio azionario è quindi passato a 2.000 euro ed è raddoppiato rispetto costo iniziale.

L’aumento di valore che si è andato a registrare è proprio la plusvalenza, in questo caso pari a 1.000 euro. Ovviamente l’incremento di valore del pacchetto azionario è ancora latente e non rappresenta reddito reale, in quanto si tratta di valori fluttuanti fino a quando non viene rivenduto; al contrario, otterremo l’effettivo aumento di capitale solo al momento della vendita, che evidenzia chiaramente la differenza tra il valore economico e il valore finanziario, due valori che non sempre coincidono tra loro.

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