Firma Grafometrica
Firma Grafometrica
La firma grafometrica, conosciuta anche come firma biometrica, è un particolare tipo di Firma Elettronica Avanzata (FEA) che integra calligrafia e tecnologia. Grazie all’impiego di un supporto digitale, permette infatti di rilevare la tradizionale firma autografica e di apporla su un documento elettronico, in maniera simile ma non identica alla firma automatica.
Di fatto, vengono registrati i dati biometrici del firmatario nel momento stesso in cui appone la sua firma su un tablet o su una tavoletta grafica, legando li stessi alla documentazione specifica. In questo modo si possono gestire digitalmente, e in modo più semplice e veloce, tutti i documenti cartacei, andando così ad abbattere i tempi di ricezione del documento e a contenere gli effetti negativi sull’ambiente.
Scopri TeamSystem Signature per far sottoscrivere documenti elettronici al firmatario in modo valido e sicuro.
Cos’è la firma grafometrica e come funziona
Per firma grafometrica si intende una firma olografa, che viene cioè realizzata a mano dal soggetto firmatario. Il sottoscrittore utilizza una apposita penna elettronica, con cui apporre la sua firma su una tavoletta digitale precedentemente configurata per tale funzione. All’atto della firma, lo speciale software integrato va a catturare tutta una serie di parametri biometrici che la rendono unica e irriproducibile, esattamente come quella classica manuale.
Per definizione, ne deriva che una firma grafometrica non è altro che il processo di applicazione della propria firma olografica su un dispositivo di tipo elettronico, come può essere ad esempio un tablet o una tavoletta grafica. Il tutto per una rappresentazione assolutamente completa e complessa del tratto del singolo utente.
All’incisione della firma, sarà proprio il device a rilevare tutti i gesti del firmatario, anche quelli impercettibili, come possono essere la velocità di scrittura, la pressione esercitata, lo spostamento tra una lettera e l’altra o il ritmo del segno. I dati biometrici raccolti saranno codificati e legati al documento elettronico, a sua volta autenticato tramite una chiave di cifratura, per poi essere criptati grazie alla tecnica di crittografia asimmetrica.
Firma digitale grafometrica: le caratteristiche uniche
Per spiegare meglio questo processo, partiamo dalle basi. Un’organizzazione che vuole impiegare la firma grafometrica avrà prima di tutto bisogno di due strumenti precisi, vale a dire una penna elettronica e una tavoletta grafometrica configurata. A questi, molto spesso si accompagna un software installabile che assicura che la firma sia valida e possa essere apposta ai documenti digitali di nostro interesse.
Con l’ausilio della strumentazione prevista, i dati biometrici già elencati sono campionati più volte al secondo, in modo da restituire una rappresentazione complessiva e completa del tratto del soggetto firmatario, proprio come se avesse firmato manualmente della documentazione cartacea.
Una volta raccolto il dato biometrico, questo viene immediatamente criptato sfruttando la già citata tecnica crittografica asimmetrica. Alla fine, tutte le informazioni raccolte dal sistema combinato hardware e software vengono distrutte e sovrascritte in modo sicuro per non essere più recuperabili, naturalmente a tutela della privacy e della sicurezza dell’utente.
Firma grafometrica: valore legale e privacy in Italia
Trattandosi di una particolare tipologia di firma elettronica, anche la firma grafometrica assume pieno valore legale e probatorio, ed è ufficialmente riconosciuta dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD). Per la legislazione, a fronte della sua natura di Firma Elettronica Avanzata, ha lo stesso valore giuridico di una sottoscrizione autografata.
Anche nell’ottica della privacy, la firma grafometrica è concepita per tutelare i dati dei soggetti firmatari e per proteggerli nel tempo. I dati biometrici dell’utente, legati esclusivamente alla rilevazione della sua grafia, vengono infatti sottoposti a processi di crittografia asimmetrica tramite l’uso di algoritmi indecifrabili. Gli algoritmi utilizzano coppie di chiavi di cifratura sotto forma di codici, una delle quali residente sugli apparati di firma e l’altra – necessaria per la messa in chiaro – detenuta da terzi fidati, come possono essere Autorità di Certificazione, Enti, o sempre più di frequente Notai specializzati in questo specifico settore.
Tale complesso procedimento è stato concepito per permettere una prima verifica di integrità del documento, valutando dalla prima impronta se questo è stato alterato dopo la sottoscrizione; in più, nel caso di espresso disconoscimento della firma, fornisce tutti gli strumenti per una verifica più approfondita, sfruttando anche la seconda impronta e tutti i dati biometrici in chiaro, che saranno analizzati con l’aiuto di un grafologo professionista.