Autofattura

Autofattura: cosa è e come si emette

L’autofattura è un documento fiscale che certifica la spesa di un bene o servizio, in cui il mittente e il destinatario corrispondono. Si tratta di una tipologia di fattura molto particolare; in questo caso, infatti, l’obbligo di applicazione dell’IVA e dell’emissione di fattura è a carico del destinatario.

Data la particolarità di questo documento, è possibile effettuare un’autofattura solo in alcuni casi, tra cui la fatturazione di omaggi, l’autoconsumo di beni aziendali, una denuncia o nel caso di reverse charge.

Si tratta di uno strumento che si utilizza per ottenere l’adeguamento dell’IVA ed è per questo che si parla anche di autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture. Dal 1° settembre 2024, per effetto della riforma delle sanzioni tributarie, l’obbligo di regolarizzare le operazioni mediante emissione di autofattura lascia il posto ad una nuova comunicazione da trasmettere all’Agenzia delle Entrate.

Cos’è l’autofattura e come funziona

Come il termine lascia intuire, l’autofattura rappresenta un documento fiscale che un’azienda o un libero professionista produce verso sé stesso. Al contrario di quanto avviene con le fatture tradizionali, nell’autofatturazione l’obbligo di emissione della fattura e di applicazione dell’IVA è a carico dello stesso destinatario.

Sono diversi i casi in cui la normativa prevede che vi sia l’emissione dell’autofattura. Ad esempio, tra le principali tipologie di autofatturazioni abbiamo:

  • cessioni gratuite a titolo di omaggio, per prodotti e servizi da registrare e offerti gratuitamente;
  • autoconsumo, ovvero per i beni dell’impresa non destinati all’attività di riferimento;
  • denuncia, quando vi è il mancato ricevimento di una fattura o della regolarizzazione di una fattura errata entro 4 mesi dalla data di emissione;
  • autofattura per acquisti extra UE, cioè quando un soggetto passivo di IVA residente in Italia acquista beni o servizi da aziende residenti in paesi extra-UE.

L’autofattura va sempre emessa in formato elettronico e deve essere trasmessa tramite il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, a meno che non si tratti di autofatturazione per soggetti extra-UE (in questo caso l’autofattura elettronica è a discrezione degli interessati).

Autofattura e reverse charge

Molto spesso si sente parlare di autofattura e reverse charge. La cosiddetta inversione contabile è un principio secondo il quale l’IVA non viene pagata dal fornitore ma direttamente dall’acquirente del bene o del servizio. Un sistema, questo, che viene indicato nel documento di autofatturazione con la voce specifica “operazione soggetta al reverse charge“.

Non solo, possiamo suddividere il reverse charge in due principali modalità, vale a dire reverse charge esterno e reverse charge interno. Con il primo si gestiscono le operazioni legate a fornitori residenti in UE o all’estero, mentre l’autofattura con reverse charge interno è obbligatoria con fornitori residenti in Italia che emettono un documento fiscale elettronico o cartaceo senza addebito IVA.

Dal punto di vista operativo, relativamente alle operazioni interne effettuate in regime di reverse charge, per l’integrazione della fattura ricevuta (“autofattura”) indicando aliquota ed imposta ricevuta bisognerà utilizzare il tipo documento TD16.

Come fare autofattura estera

L’autofattura elettronica per fatture estere va ovviamente a differire da quella per gli acquisti sul territorio nazionale. Non a caso, per sapere come fare un’autofattura elettronica è fondamentale identificare non solo la tipologia di acquisto effettuato, ma anche la nazionalità della Partita IVA del fornitore.

Il documento contabile da emettere andrà a variare nel caso di autofattura per acquisti intracomunitari (quindi UE) e esteri, sia per i beni materiali che per l’erogazione di servizi. In particolare:

  • per l’acquisto di beni da un fornitore residente in UE, è necessario inserire nell’autofattura il codice TD18;
  • per l’acquisto di beni da un fornitore extra-UE, basterà generalmente la bolla doganale senza necessità di autofattura elettronica. Se però gli articoli si trovano già in Italia, e vengono consegnati tramite un fornitore nazionale, bisognerà inserire il codice TD19;
  • per la sottoscrizione di servizi da un fornitore UE o esterno, si utilizza invece il codice TD17, sempre da inserire all’interno dell’autofattura.

Nell’ambito delle operazioni estere, l’autofattura elettronica TD17 – TD18 e TD19 si utilizza anche per adempiere all’obbligo di trasmissione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle operazioni di cessione di beni e di prestazioni di servizi effettuate e ricevute da e verso soggetti non residenti.

Si tratta di un obbligo che a partire dal 1° luglio 2022 ha sostituito l’adempimento dell’esterometro e che prevede il rispetto delle seguenti tempistiche:

  • per i dati relativi alle operazioni svolte nei confronti di soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato, l’invio dovrà avvenire entro i termini di emissione delle fatture o dei documenti che ne certificano i corrispettivi;
  • per i dati relativi alle operazioni ricevute da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato, la trasmissione è effettuata entro il 15° giorno del mese successivo a quello di ricevimento del documento comprovante l’operazione o di effettuazione dell’operazione.

Stop all’autofattura di regolarizzazione dal 1 settembre 2024

La riforma delle sanzioni tributarie operativa dal 1 settembre 2024 ha modificato le regole in materia regolarizzazione delle operazioni da parte del cessionario o del committente che, entro i termini previsti, non riceve una fattura o la riceve errata.

Dall’autofattura si passa a una nuova comunicazione da trasmettere all’Agenzia delle Entrate, con il conseguente venir meno dell’obbligo di versare l’imposta relativa all’operazione non fatturata o fatturata per importi irregolari.

Per le violazioni commesse fino al 31 agosto, al cessionario o committente che ha acquistato beni o servizi senza che sia stata emessa fattura, o in caso di fattura emessa con errori e irregolarità, si applica una sanzione pari al 100% dell’imposta, con un minimo di 250 euro, che è possibile evitare regolarizzando l’operazione secondo le seguenti vie:

  • in caso di fattura non emessa, emettendo un’autofattura entro il quarto mese successivo alla data di effettuazione dell’operazione, previo pagamento dell’imposta;
  • in caso di fattura irregolare, emettendo un’autofattura entro il 30° giorno dalla registrazione del documento errato, previo pagamento della maggiore imposta eventualmente dovuta.

Per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024  si passa ad una nuova comunicazione da effettuare all’Agenzia delle Entrate, segnalando l’omissione o l’irregolarità.

Ci saranno 90 giorni di tempo, a decorrere dal termine in cui doveva essere emessa la fattura (o da quando è stata emessa la fattura irregolare), per evitare l’applicazione della sanzione a carico del cessionario o committente.

L’importo applicato in caso di mancata comunicazione dei dati scende, e passa al valore del 70 per cento dell’imposta, fermo restando l’importo minimo di 250 euro.

Autofattura per acquisto da privato

L’autofattura con reverse charge interno deve essere emessa nel caso di omaggi, autoconsumo e autofatturazione agricola.

L’autofattura per omaggi, in particolare, deve essere emessa indicando il codice TD27 nel caso di cessioni gratuite di beni se di costo unitario non superiore a 50 euro, ad esclusione di quelli la cui produzione o commercio non rientra nell’attività propria dell’impresa, e di quelli per i quali all’atto d’acquisto non sia stata operata la detrazione dell’imposta.

Lo stesso codice TD27 si utilizza anche in caso di autoconsumo di un bene o di un servizio.

Ancora, l’autofattura agricola si applica ai titolari di Partita IVA agricola, che devono compensare la quota d’IVA agevolata.

Infine, per le violazioni commesse fino al 31 agosto 2024, l’autofattura elettronica si utilizza quando non si è ricevuta la fattura da parte del fornitore o se la documentazione è errata, indicando il codice di riferimento T20.

Come fare autofattura elettronica

Ma come fare l’autofattura elettronica nel modo giusto? Gli strumenti a disposizione per l’autofatturazione sono il portale dell’Agenzia delle Entrate o un software di fatturazione abilitato al SDI.

Scegliendo il primo metodo, è possibile utilizzare il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, ma solo effettuando l’accesso con il proprio SPID e seguendo le indicazioni a schermo dopo aver selezionato la sezione Fattura e corrispettivi e la voce Fattura elettronica. Con un software di fatturazione elettronica, il procedimento sarà invece semplificato, grazie alla presenza di un campo apposito in cui generare l’autofattura.

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