Rating di merito creditizio: il termometro della salute dell’impresa
Difficile accedere ai prestiti bancari? La causa potrebbe essere il rating aziendale. Prima di richiedere un finanziamento, meglio fare un check up della salute dell’impresa.
Lo scorso marzo il Governo Italiano ha varato importanti misure a sostegno delle imprese. Ma l’annuncio che i finanziamenti sarebbero arrivati sotto forma di prestiti bancari ha generato non pochi malumori. Perché si sa, i processi bancari sono lunghi e macchinosi, e prima di vedersi accreditata la somma ci vuole del tempo. E soprattutto perché, nonostante la copertura della garanzia pubblica prevista dal Decreto Liquidità, il finanziamento bancario rimane per molti una chimera.
Il rating, questo sconosciuto
Uno dei principali motivi per cui la banca può rifiutare il credito è il rating dell’impresa. Il rating è una valutazione delle capacità di un soggetto di ripagare i debiti contratti. Se il soggetto è un’impresa, si parla di corporate credit rating. Al rating fanno riferimento sia istituti finanziari e investitori, perché fornisce un giudizio sintetico sul merito di credito di un soggetto. Gli esempi più noti sono i rating assegnati agli Stati dalle Agenzie di Rating americane (ma in questo caso si parla di sovereing credit rating).
Un distintivo di affidabilità
Meno risaputo è che il rating e rappresenta una certificazione di affidabilità per le imprese che ne fanno richiesta. Il rating infatti:
- Qualifica verso le controparti commerciali: verso clienti, fornitori, partner e Pubblica Amministrazione, il rating permette di accreditarsi sul mercato e può essere motivo di premialità nelle gare d’appalto;
- Riduce i costi del credito bancario: la normativa europee (Basilea III) prevede che le banche accantonino una quota del credito a riserva di capitale. L’ammontare della quota dipende del merito di credito dell’affidatario: più alto è il rating, minore sarà la quota da destinare alla riserva di capitale. In alcuni casi, la presenza del rating può anche evitare il rilascio di una fideiussione;
- Agevola l’accesso a strumenti di finanziamento alternativi: il rating è un passepartout per ottenere liquidità anche attraverso strumenti alternativi al prestito bancario, come il crowdfunding, l’invoice trading e il direct lending;
- Accredita l’impresa nella quotazione in borsa: il rating costituisce un’importante informativa per gli investitori e sostiene l’offerta pubblica iniziale (IPO, Initial Public Offering).
Uno strumento di autovalutazione
Non da ultimo, è un importante strumento di autovalutazione per le imprese. Il rating fornisce un’attestazione del proprio stato di salute economico-finanziaria e consente di identificare potenziali elementi di rischio per intervenire in tempo sui fattori critici. La consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza aumenta e le strategie di investimento e finanziamento vengono affinate di conseguenza.
Il rating è anche un ottimo strumento per mettersi al confronto con i propri competitor e individuare le aree in cui è necessario migliorarsi. L’impresa viene confrontata con le aziende appartenenti allo stesso settore e Paese per verificare se esistono degli scostamenti che possono essere spia di errori di gestione economico-finanziaria.
Inoltre, è una certificazione valida anche a livello internazionale. Il rating è un passaporto per l’estero e consente di essere riconosciuti come affidabili anche in aree economiche differenti da quella originaria.
Sulla base di quali fattori viene assegnato il rating?
Il processo che porta all’emissione del rating si compone di due fasi; l’analisi dei dati quantitativi e l’analisi dei dati qualitativo-andamentali.
Il primo passo è il calcolo del credit score. Lo score è un punteggio di affidabilità creditizia calcolato sulla base dei dati di bilancio dell’impresa. È una valutazione basata dunque dati puramente quantitativi e viene calcolato attraverso algoritmi o sistemi statistici. Segue poi:
- l’analisi andamentale, che valuta i rapporti intrattenuti dall’impresa con il sistema bancario, attraverso la lettura dei dati forniti dalla Centrale Rischi della Banca d’Italia e dai sistemi di informazione creditizia (SIC)
- l’analisi degli aspetti qualitativi che possono influenzare l’andamento della società (capacità gestionali dell’impresa, situazioni politiche avverse, eventi imprevisti, ecc).
La soluzione a portata di mano: Check Up Impresa
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