Software gestione magazzino nell’era del multicanale
C’erano una volta i canali di vendita, ognuno con le sue regole, i suoi tempi e le sue dinamiche. C’erano la distribuzione diretta e quella costituita dalla rete di intermediari e grossisti. Poi è arrivato l’e-commerce.
In poco tempo tutto è cambiato: il commercio online ha imposto più di un ripensamento non solo nelle strategie di gestione magazzino, ma anche nella creazione delle proposte di vendita.
Lo sviluppo di strumenti sempre più avanzati (configuratori di prodotto, chat e sistemi di messaggistica per relazionarsi con i clienti digitali, visual content management per consentire di navigare i prodotti quasi come in negozio) hanno reso l’e-commerce sempre più interessante e competitivo.
Più che competizione, convergenza
Più che un’alternativa, l’online ha trasformato i mercati, annullando progressivamente il concetto di canali separati e, soprattutto, di gestioni logistiche separate.
Certo è che in Italia – dove l’e-commerce non è ancora stato adottato in maniera massiccia dal comparto delle piccole e medie imprese – la multicanalità non è ancora uno standard, ma il trend dello sviluppo è innegabile.
Per il semplice fatto che un approccio multicanale offre a qualsiasi organizzazione due indubbi vantaggi:
- permette di far incontrare la domanda e l’offerta in qualsiasi luogo e momento, moltiplicando le occasioni di business;
- consente al magazzino, una volta creati opportuni sistemi di monitoraggio dei processi di kitting e fitting, di limitare gli sprechi di risorse, ottimizzando i tempi di consegna e i livelli di personalizzazioni richiesti dai clienti.
L’approccio multicanale non è quindi una mera definizione della teoria microeconomica, ma un obiettivo da perseguire e una buona pratica da realizzare se si vogliono aumentare i margini in un mondo in cui la concorrenza è ormai senza confini. Multicanalità significa prima di tutto flessibilità. Ed è in quest’ottica che diventa del tutto obsoleto ragionare secondo una programmazione dei processi differente a seconda che le merci siano destinate a una rete di distribuzione tradizionale o siano ordinate e gestite tramite la piattaforma e-commerce. Anche perché, sempre più spesso, negozi fisici e online store si trovano a dialogare e a creare offerte integrate quando non addirittura complementari.
Una proposizione virtualmente infinita
Il caso tipico è quello di un cliente che entra in un centro commerciale specializzato, ad esempio, in abbigliamento e attrezzature per lo sport. Individuato l’articolo che gli interessa – poniamo un paio di scarpe per il running – non riesce a trovare la misura giusta. Chiede l’aiuto di un commesso, che gli dice che purtroppo le sneaker del numero adatto sono esaurite.
Rimanendo nell’ottica di una distribuzione tradizionale ci troveremmo di fronte a un tipico out of stock: la mancanza di un prodotto si traduce in una transazione persa e a un cliente insoddisfatto, che molto probabilmente andrà a cercare le scarpe che gli occorrono altrove.
Ma in un’ottica multicanale, il commesso potrebbe collegarsi tramite smartphone o tablet al registro del magazzino centrale, o ancora più semplicemente alla piattaforma e-commerce del sito Internet, per verificare la disponibilità del modello e del numero richiesto dal cliente. A quel punto potrebbe proporre al cliente la prenotazione delle scarpe, da ritirare in un secondo momento in negozio, oppure che potrà essere consegna direttamente a domicilio.
L’affare è dove si trova il cliente
Naturalmente è plausibile anche il contrario, ovvero il processo inverso: cercando online le scarpe di cui ha bisogno, un utente potrebbe selezionare modello e numero, verificando la disponibilità in negozio ed eventualmente prenotandolo, per poi effettuare il ritiro al centro commerciale.
Ma dall’online al negozio fisico, controllare la disponibilità di un prodotto o di una famiglia di prodotti, incrociando i dati con le preferenze e il profilo e lo storico degli acquisti di un cliente registrato, significa anche avere la possibilità di attivare micro campagne di instant marketing personalizzate.
In altre parole, offrire al cliente non solo un paio di scarpe, ma anche una tuta o una fascia da braccio per monitorare l’attività fisica, o ancora una promozione ad hoc.
Questo meccanismo, che agli occhi del consumatore è del tutto invisibile, immediato e intuitivo, rende l’esperienza d’acquisto più appagante e in grado di essere soddisfatta praticamente in qualsiasi condizione.
Predisporre un ecosistema flessibile
Ma implica che l’azienda che produce, vende o distribuisce i prodotti sulle varie piattaforme abbia dato vita a un ecosistema integrato e flessibile, facilmente accessibile alla forza vendita così come al consumatore finale. Serve innanzitutto un’architettura software capace di verificare l’effettiva disponibilità delle referenze, il tempo necessario per trasportarle in negozio o a casa del cliente e la loro compatibilità in questo senso con altri prodotti che potrebbero comporre un’offerta customizzata.
Occorre però, inoltre, un affinamento nella gestione del magazzino per rendere lo stoccaggio e la movimentazione delle merci sufficientemente rapidi e funzionali anche e soprattutto per piccoli quantitativi in termini di supply chain: i tempi e le quantità dell’e-commerce – pardon, della multicanalità – devono essere tarati sulle esigenze del cliente, e non più su quelle della filiera distributiva.