Crisi d’impresa: è possibile prevenirla con l’aiuto di un software?
Nella storia di un’impresa i momenti di difficoltà sono inevitabili. Se le PMI sono naturalmente più esposte agli effetti della congiuntura economica, la letteratura ha evidenziato che quelle dotate di solidi fondamenti economici e patrimoniali sono in grado di reggere le oscillazioni dei mercati senza esserne travolte.
Per questo motivo, nel corso degli anni, sono nati una serie di software di monitoraggio utili ad individuare ed anticipare i segnali di crisi. Perché creare un’azienda e guidarla significa intraprendere un percorso che può riservare soddisfazioni importanti.
Diritto della crisi d’impresa
Il diritto della crisi d’impresa è lo strumento che il legislatore ha messo a punto per gestire le situazioni di difficoltà. Il codice della crisi d’impresa attualmente in vigore è quello che include le modificazioni approvate dal Parlamento il 15 giugno 2022 e che entreranno in vigore dal 15 luglio: il testo modifica parzialmente quello precedente del 2019, recependo le indicazioni della direttiva UE 2019/1023.
Senza addentrarci in tecnicismi, lo spirito comunitario è quello di favorire la libera circolazione dei capitali rimuovendo gli ostacoli e le incertezze per gli investitori relativamente ai tempi di recupero dei crediti.
La ratio che impernia le norme è innanzitutto quella di prevenire le crisi, intercettandone precocemente le avvisaglie; se le difficoltà, nonostante tutto, si manifestassero, l’idea è quella di facilitare la riabilitazione delle imprese) e favorire la concessione di nuovi finanziamenti. Insomma, le imprese fondamentalmente sane vanno tutelate e aiutate a ristrutturarsi anche attraverso la cessione di rami di azienda. Per farlo, le norme prevedono l’obbligo di un monitoraggio costante delle proprie performance: in questo, la tecnologia può rappresentare un valido aiuto.
Crisi di impresa e procedure di allerta
La direttiva europea (e le norme italiane che ne derivano) mettono quindi al centro le procedure di allerta, l’individuazione di segnali precoci di crisi d’impresa.
Lo strumento fondamentale per stabilire lo stato di salute di un’azienda è il bilancio. Ma è importante sottolineare che i numeri contenuti nel documento vanno interpretati con sguardo critico, capace di andare oltre l’utile e il fatturato. Piuttosto, quello che conta è la relazione tra gli elementi presenti, che consente di valutare tre dimensioni fondamentali: la solvibilità, la liquidità e la redditività di un’azienda.
A questo fine, il codice della crisi d’impresa definisce alcuni indici di allerta: quelli che, in teoria, possono rappresentare una sorta di allarme rosso e mettere in guardia gli amministratori.
Gli elementi che il legislatore sottolinea sono tre, da considerare in ordine gerarchico, e da monitorare con cadenza trimestrale:
- Valore del patrimonio netto: è la differenza tra attivo e passivo. Indica quanto rimane all’azienda una volta che ha saldato i propri debiti verso fornitori, finanziatori, fisco e dipendenti. Se negativo o inferiore alla soglia di legge, può far presumere lo stato di crisi.
- DSCR (Debt Service Coverage Ratio): è la vera novità introdotta dal codice delle crisi d’impresa. Si tratta di un indice di sostenibilità del debito che misura la capacità dell’impresa di ripagare i debiti finanziari in scadenza non in maniera teorica ma in relazione ai flussi di cassa previsti nell’orizzonte temporale considerato. Come evidente da questa descrizione, si tratta di una proiezione e non di un indice storico. Perché la prospettiva sia verosimile, è fondamentale il corretto monitoraggio mensile delle performance.
- Una serie di cinque indicatori caratterizzati da soglie differenti a seconda del settore produttivo:
1) indicatore di sostenibilità degli oneri finanziari, in termini di rapporto tra gli oneri finanziari e il fatturato;
2) indicatore di adeguatezza patrimoniale, in termini di rapporto tra patrimonio netto e debiti totali;
3) indicatore di ritorno liquido dell’attivo, in termini di rapporto tra cash flow e attivo;
4) indicatore di liquidità, in termini di rapporto tra attività a breve termine e passivo a breve termine;
5) indicatore di indebitamento previdenziale e tributario, in termini di rapporto tra l’indebitamento previdenziale e tributario e l’attivo.
Check Up Impresa: lo strumento TeamSystem per prevenirla
Da quanto sopra esposto, è evidente che si è aperta una nuova fase, in cui viene superato il concetto (ampiamente legato al passato) di “fallimento” in favore di una modalità che pone l’accento sulla prevenzione. Un monitoraggio costante delle performance aiuta a mettere in campo misure adeguate a riportare equilibrio nella vita aziendale.
Check Up Impresa è la soluzione in Cloud di TeamSystem per professionisti e aziende che permette di monitorare costantemente lo stato di salute del business e prevenire situazioni di crisi.
Completamente integrabile con l’ampia famiglia di gestionali TeamSystem, può essere utilizzato anche come prodotto autonomo.
Grazie a Check Up Impresa è possibile caricare bilanci dalla Camera di Commercio, elaborare il rating MORE per calcolare il merito creditizio, verificare la probabilità di default, effettuare analisi di bilancio. Il software consente, inoltre, di visualizzare il report della Centrale Rischi della Banca d’Italia e verificare velocemente i requisiti per l’accesso al Fondo di Garanzia, grazie al calcolo del Rating Mediocredito Centrale.
È, infine, possibile produrre reportistica completa e aggiornata da inviare a tutti i soggetti interessati.
Check Up Impresa è una soluzione cloud disponibile ovunque e che consente di valutare le performance grazie a un percorso guidato che accompagna l’imprenditore nell’analisi dei dati e nella loro interpretazione.
La soluzione è disponibile in modalità as a service con fatturazione annuale e con licenze per una, tre o cinque aziende.
Oltre che dai CFO, il servizio può essere utilizzato anche da commercialisti, sindaci e revisori, che potranno fare conto su uno strumento affidabile e che dispone di tutte le funzionalità per rispondere appieno alla normativa in vigore.