Parlami del web e ti dirò che professionista sei! (analogico o digitale)
Mi capita spesso di incontrare professionisti (commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro) e confrontarmi con loro sulle opportunità di business che si possono presentare adottando i nuovi strumenti tecnologici presenti sul mercato per costruire il sito web ed utilizzarlo come strumento di lavoro.
Quando affrontano l’argomento legato al sito web riconosco molto in fretta in quale categoria tecnologica si collocano, analogica o digitale, dalle loro risposte. E la differenza è evidente.
Il professionista analogico risponde solitamente così:
- “A cosa mi serve un sito web?” Questa risposta è forse la peggiore perché significa che, oltre a una mancata presenza in un mercato ricco di opportunità come il web, ci sia anche una scarsa conoscenza del mondo digitale.
- “Il sito ce l’ho già da un sacco di tempo!” Questa è la risposta data con un atteggiamento di superiorità perché viene motivata dalla dichiarazione di essere stato uno dei primi professionisti della sua zona a “farsi il sito” (commissionandolo a qualcuno, ovviamente!). Se però vado a curiosare in cosa consiste questo sito scopro che il più delle volte si tratta di una pagina contenente le informazioni di contatto: nome e cognome, indirizzo postale e recapito telefonico. E con queste informazioni la presenza sul web è assicurata.
- “Sì, ce l’ho, me l’hanno fatto ma non me ne faccio niente.” Questa risposta invece rivela come il professionista abbia quasi subìto la realizzazione del suo sito aziendale, accettandolo solo perché altri lo avevano già pubblicato e quindi doveva essere presente anche lui sul web.
Con questi interlocutori è molto difficile parlare della rivoluzione digitale in atto e della necessità di un cambiamento della loro modalità operativa e comunica cambiamento in atto e della digitalizzazione del mondo del lavoro anche nel settore dei professionisti.
Il professionista digitale invece, quando viene interrogato sull’argomento “sito web”, inizia le risposte in modo simile a quello analogico ma aggiunge o toglie poche parole che però “fanno la differenza”:
- “Mi serve un sito web!” Il professionista si è destato dal torpore e ha compreso l’importanza di una presenza sul web per la tutela e la crescita del suo business, rimasto troppo tempo lontano dalla tecnologia.
- “Il sito ce l’ho già da un sacco di tempo, ma è vecchio e non vedo l’ora di cambiarlo!” In questo caso la consapevolezza di dover cambiare è già un primo passo in avanti perché ci si è resi conto che il web è cambiato e anche il sito deve essere aggiornato a quello che richiede il mercato.
- “Sì, ce l’ho, me l’hanno fatto ma non me ne faccio niente e ho bisogno di lavorare.” La trasformazione da analogico a digitale si è compiuta perché il sito è considerato un vero e proprio strumento di lavoro. In questo caso il professionista è alla ricerca di una soluzione utilizzabile in totale autonomia, senza dover dipendere da altre persone se non per una formazione iniziale sull’utilizzo delle funzionalità.
Per queste figure hanno già compreso che la tecnologia si è evoluta e il sito web è solo uno dei tanti strumenti che si sono evoluti per migliorare la loro operatività e per accrescere la loro professionalità nei confronti di colleghi, concorrenti e soprattutto clienti.
E tu, che tipo di risposta daresti?