Consulenti del lavoro: ecco 10 soft skill da allenare per svolgere al meglio la propria professione

29.07.2024 - Tempo di lettura: 6'
Consulenti del lavoro: ecco 10 soft skill da allenare per svolgere al meglio la propria professione

Con soft skill o competenze trasversali, se vogliamo dirlo all’italiana, si intendono tutte quelle abilità interpersonali e comportamentali che integrano le cosiddette competenze tecniche.

Le soft skill sono importanti anche per i consulenti del lavoro, perché contribuiscono a creare un ambiente positivo, mantenere dei buoni rapporti con i clienti e poter risolvere problemi complessi.

Ma quali sono le 10 soft skill che un o una consulente del lavoro dovrebbero avere? E come “allenarle”? È quanto cerchiamo di esplorare in questo articolo.

1 – Comunicazione efficace

Spesso si pensa che, quando si ha a che fare con leggi e numeri, la comunicazione possa passare in secondo piano. In fondo, quello che conta è conoscere bene la normativa, saperla applicare e così aiutare i clienti. Se questo è in parte vero, un buon consulente del lavoro deve anche saper trasmettere informazioni in modo chiaro, comprensibile e perché no, anche coinvolgente. Questo significa, ad esempio, che si possono usare esempi per far comprendere un determinato concetto o analogie in modo da far entrare il cliente nel merito del problema e fargli capire come sarà risolto.

La comunicazione efficace, infatti, richiede di costruire il messaggio che si vuole dare sulla base non solo del contenuto che verrà condiviso, ma anche della modalità più adatta per farlo capire alla persona con cui ci si interfaccia.

2 – Empatia

Di pari passo con la comunicazione efficace, l’empatia consente ai consulenti del lavoro di calarsi nei panni delle persone che hanno davanti, di comprendere le loro preoccupazioni, le ansie e in generale le emozioni.

Essere empatici è fondamentale per chi fa questo lavoro perché permette di creare un rapporto più diretto con i clienti e di ottenere da loro le risposte necessarie con più facilità.

Basti pensare a tutte le volte in cui si ha, come consulenti, bisogno di un determinato file o di altro materiale: se il cliente è consapevole della richiesta che gli viene fatta e del perché il consulente gliela sta facendo, sarà sicuramente più predisposto a collaborare.

Per gestire al meglio il rapporto con i clienti, è utile considerare strumenti come TeamSystem Studio HR, una soluzione integrata che permette ai consulenti del lavoro di creare un nuovo ecosistema digitale tra le proprie aziende clienti e i loro dipendenti, abilitando anche l’erogazione di nuovi servizi a valore aggiunto in ambito Risorse Umane.

3 – Ascolto attivo

Continuando con le soft skill, altrettanto importante è l’ascolto attivo. Mettere insieme le due parole può sembrare un pleonasmo, eppure oggi le persone, continuamente stimolate da informazioni (soprattutto per via dello smartphone sempre presente) ascoltano poco e lo fanno in maniera passiva. Per esempio, focalizzandosi solo su alcune parole che vengono pronunciate dall’interlocutore o pensando alla risposta che vogliono dare, a prescindere da quello che viene loro detto.

Pertanto, parlare di ascolto attivo significa comprendere, interpretare e rispondere in modo adeguato alle esigenze dei clienti. Chi è davanti a voi capirà subito se l’avete ascoltato davvero e in questo modo si sentirà non solo accolto, ma si fiderà ancora di più del vostro operato.

Un consiglio in più per allenare questa competenza: leggere il libro “L’arte di saper ascoltare” di Kate Murphy (edizioni Corbaccio). Fa riflettere molto sul modo in cui ascoltiamo gli altri e dà dei consigli utili, partendo anche da esperienze vissute.

4 – Problem Solving

Sembra quasi scontata, ma la capacità di trovare soluzioni rapide ed efficaci per risolvere i problemi – quella che in inglese viene definita problem solving – è una soft skill che un consulente deve sicuramente allenare. Il problem solving, infatti, permette di saper comprendere e analizzare una situazione complessa, capire qual è la soluzione più adatta per risolverla e che potrebbe incontrare gli orientamenti del cliente. Richiede capacità di comprensione, di analisi e di saper prendere decisioni, spesso anche in modo rapido.

5 – Pensiero critico

Collegato al problem solving c’è il pensiero critico, anche questa una soft skill, a nostro avviso, che rende il consulente del lavoro sempre più efficiente nel suo lavoro. Cos’è il pensiero critico? È quella capacità di saper analizzare in maniera attenta e logica tutte le informazioni disponibili e di andare ancora più a fondo per poter cercare ulteriori fonti che avallino o confutino quella teoria.

Avendo a che fare con leggi e normative, va da sé che è una competenza che migliora notevolmente la qualità del lavoro del consulente.

6 – Voglia di apprendere e formazione professionale continua

Ci sono professionisti che si “limitano” a fare il loro lavoro e lo fanno bene, ma ce ne sono altri che vanno oltre, mettendosi nelle condizioni di imparare sempre cose nuove, anche non strettamente legate al proprio lavoro. Che abbiano a che fare con il proprio lavoro, certamente, ma anche che non lo riguardino direttamente. Per fare un esempio, un corso di public speaking potrebbe sembrare inutile a un consulente del lavoro che parli solo con i suoi clienti e mai in pubblico.

Invece, potrebbe essere utile per imparare a comunicare in modo efficace, a parlare lentamente, a scandire bene quello che si dice, evitare cantilene ecc… Idem – restando sul piano degli esempi – un corso di social copywriting: un consulente che vuole gestire in autonomia i propri canali social, tra cui LinkedIn, potrebbe apprendere come scrivere un post che sia letto dall’inizio alla fine, come usare le tecniche della persuasione ecc…

Puntare sulla formazione professionale continua per un consulente del lavoro significa, poi, essere costantemente aggiornato sulle novità che riguardano il suo lavoro, quindi allenare le competenze tecniche, ma anche trasversali. Significa, infatti, poter offrire ai clienti non solo le soluzioni più aggiornate, ma quel mix di conoscenze e consapevolezza che lo aiutano a individuare subito i problemi e capire come risolverli.

Inoltre, formarsi costantemente permette di apprendere un’altra competenza: saper fronteggiare i cambiamenti ossia essere ben disposti verso le novità, saperle accogliere e di conseguenza integrare nel proprio flusso di lavoro.

7 – Gestione del tempo

Che lo si dica all’italiana, gestione del tempo, o all’inglese time management, si tratta di una soft skill fondamentale per qualsiasi professione, ancora di più per i consulenti del lavoro, per bilanciare le varie responsabilità, rispettare le scadenze e rispondere, allo stesso tempo, ai dubbi dei clienti.
Per allenare questa competenza è fondamentale usare strumenti di pianificazione e tecniche che permettano di individuare le attività prioritarie.
In questo ambito, TeamSystem Studio HR offre un supporto proattivo fondamentale per la gestione delle pratiche HR, permette di condividere i report di sintesi con le aziende clienti e consente, come accennavamo, di creare un ecosistema digitale di collaborazione tra lo studio, l’azienda e i suoi dipendenti che ottimizza la gestione del tempo e la gestione dei processi.

8 – Capacità di negoziazione

La negoziazione è spesso necessaria per raggiungere accordi vantaggiosi per tutte le parti coinvolte. Saper negoziare implica avere una buona capacità di persuasione, di ascolto e saper trovare il giusto compromesso. Se non si è abituati a negoziare o se si vogliono affinare le capacità in tal senso, sicuramente un corso o un libro sull’argomento possono essere particolarmente utili. Per quel che riguarda i libri, consigliamo “Il negoziato perfetto” di Willam Ury, edizioni Corbaccio.

9 – Saper lavorare in team

Spesso si pensa ai consulenti del lavoro come figure isolate che, come tali, portano avanti la relazione con il cliente. Eppure, il consulente del lavoro può collaborare con altri professionisti per fornire soluzioni integrate ai clienti. Per lavorare bene in team è importante mettere da parte le preferenze personali, le proprie convinzioni e fare del proprio meglio per raggiungere l’obiettivo comune di fornire la soluzione migliore al cliente.

La capacità di lavorare in team può essere allenata fin da bambini praticando sport di squadra e, quando si è adulti, si può continuare a farlo organizzando partite di calcetto, beach volley o qualsiasi altra attività che, apparentemente, sembra non essere efficace sul lavoro, ma che di fatto aiuta a sentirsi parte di una squadra anche quando si torna dietro la scrivania.

10 – Capacità di fare networking

Per svolgere al meglio il proprio lavoro, è fondamentale che il consulente del lavoro sappia creare e mantenere una rete di contatti professionali e amicali. Si tratta di rapporti che possono rivelarsi importanti per un confronto in merito a una determinata questione, per ottenere informazioni e così via.

Come fare networking? Sicuramente andando agli eventi dedicati ai consulenti del lavoro, ma se si è interessati anche al mondo digitale, per esempio, non disdegnare eventi in cui si parli di digital marketing, soluzioni digitali, Intelligenza Artificiale e così via.

Un consiglio fondamentale per fare networking: quando si conosce qualcuno, evitare di imbastire tutta la conversazione sul lavoro o dare subito il proprio bigliettino da visita. Siamo tutti persone prima che lavoratori: parlare di altro, come hobby, passioni o attività extra lavoro, può aiutare a trovare punti in comune e creare connessioni.

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