Strategia e Modello Aziendale: guida alla rendicontazione secondo gli standard ESRS

13.06.2024 - Tempo di lettura: 12'
Strategia e Modello Aziendale: guida alla rendicontazione secondo gli standard ESRS

Quali sono gli standard ESRS e chi deve applicarli? Una guida alle strategie e alle opportunità per l’implementazione dei modelli aziendali che incidano sugli aspetti ambientali, sociali e della governance.

 

Nel panorama globale cresce di giorno in giorno l’attenzione alla sostenibilità, una dimensione che interessa anche le aziende.

Le imprese devono quindi rendere conto non soltanto delle azioni che hanno riflessi dal punto di vista economico ma anche quelle che incidono dal punto di vista ambientale, sociale e della governance.

Per rendere misurabili tali azioni le stesse hanno a disposizione diversi strumenti, i cosiddetti criteri ESG. A livello europeo gli standard di riferimento per la rendicontazione di sostenibilità, ESRS (European Sustainability Reporting Standards), permettono alle aziende di comunicare con trasparenza e completezza le attività volte a favorire la sostenibilità.

Quali sono le strategie e i modelli aziendali da adottare? Una guida alla rendicontazione basata sugli standard ESRS.

Strategia e Modello Aziendale: gli aspetti più importanti della rendicontazione secondo gli standard ESRS

Gli ESRS, European Sustainability Reporting Standards, sono strettamente collegati alla trasparenza e alla standardizzazione del reporting sull’impatto ambientale, sociale e di governance, ovvero sui criteri ESG.

Gli ESRS si inseriscono nella CSRD, la Corporate Sustainability Reporting Directive, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal dell’Unione europea. Le regole ESRS, infatti, permettono alle aziende di rendere conto delle proprie azioni non strettamente economiche ma di impatto sull’ambiente circostante.

Gli strumenti ampliano l’efficacia e l’estensione del reporting di sostenibilità in quanto rendono possibile il riferimento a specifici standard. L’obiettivo è garantire maggiore affidabilità e coerenza rispetto alle azioni aziendali, permettendo a investitori e stakeholder di compararle.

Gli ESRS definiscono le regole a cui le imprese devono conformarsi nel rendicontare impatti, rischi e opportunità legate alla sostenibilità e fanno riferimento a 12 documenti che riguardano diversi aspetti

  • Aspetti generali:
    • ESRS 1 Requisiti generali;
    • ESRS 2 Contenuti generali;
  • Ambiente (E):
    • ESRS E1 Cambiamento climatico;
    • ESRS E2 Inquinamento;
    • ESRS E3 Risorse idriche e marine;
    • ESRS E4 Biodiversità ed ecosistemi;
    • ESRS E5 Uso delle risorse ed economia circolare;
  • Governance (G):
    • ESRS G1 Condotta aziendale;
  • Sociale (S):
    • ESRS S1 Forza lavoro propria;
    • ESRS S2 Lavoratori della catena del valore;
    • ESRS S3 Comunità interessate;
    • ESRS S4 Consumatori ed utenti.

Sono diversi i punti di discontinuità nel passaggio dalla NFRD (Non Financial Reporting Directive), la direttiva UE 95 del 2014 che aveva già esteso l’obbligo di reporting su tematiche sociali e ambientali, alla CSRD.

Tra queste l’estensione degli obblighi a tutte le società, le banche e le assicurazioni di grandi dimensioni, alle PMI quotate (eccetto le microimprese quotate) e alle imprese di Paesi terzi con determinati limiti e/o filiali o succursali in UE.

Dal 2025, con riferimento all’anno fiscale 2024, le imprese interessate dalla direttiva solo le seguenti:

  • imprese quotate, banche e assicurazioni che abbiano avuto in media durante l’esercizio finanziario un numero di dipendenti maggiori di 500;
  • che, alla data di chiusura del bilancio, abbiano superato uno dei seguenti limiti:
    • 20 milioni di euro di stato patrimoniale;
    • 40 milioni di euro di ricavi netti;

Dal 2026, con riferimento all’anno fiscale 2025, saranno interessate le grandi imprese non quotate che, alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, abbiamo superato almeno due dei seguenti criteri dimensionali:

  • numero di dipendenti maggiore di 250;
  • 20 milioni di euro di stato patrimoniale;
  • 40 milioni di euro di ricavi netti.

Tra i cambiamenti introdotti nel sistema di rendicontazione dalla CSRD c’è l’obbligo di applicazione del principio della doppia materialità (double materiality).

Alla base di tale introduzione c’è l’argomentazione secondo la quale i fenomeni e gli elementi ESG creino rischi e opportunità materiali sotto l’aspetto dell’impatto e quello finanziario. In altre parole le aziende sono chiamate a rendicontare come le attività aziendali impattino all’esterno, in relazione ai temi materiali di sostenibilità, e i criteri ESG abbiano influenza sulle prestazioni finanziarie dell’impresa.

La prima dimensione, la materialità d’impatto, si sofferma sulle conseguenze dirette e indirette delle attività dell’organizzazione all’esterno, sul contesto sociale e ambientale. La seconda dimensione, la materialità finanziaria, è relativa all’impatto dei fenomeni e dei potenziali rischi ESG sull’azienda. Si tratta delle conseguenze finanziarie, influenzate dalle decisioni strategiche della governance aziendale.

Riassumendo, la rendicontazione basata sui criteri degli ESRS permette diversi miglioramenti. Da un lato quello della trasparenza, ovvero l’opportunità di fornire informazioni chiare e dettagliate sulle performance ESG delle aziende. Dall’altro sull’aspetto della comparabilità, che permette un confronto tra imprese appartenenti a differenti settori. Un ulteriore elemento che permette di migliorare è l’affidabilità, implementata da dati accurati e verificabili. L’ultimo è quello della rilevanza, che riguarda l’opportunità di fornire informazioni che suscitino l’interesse di stakeholder e investitori.

Strategia e Modello Aziendale: i punti di forza per le imprese

Nell’ambito degli ESRS l’azienda deve sviluppare delle strategie che permettano di inserire l’aspetto della sostenibilità nelle decisioni aziendali di lungo termine. Il percorso di ciascuna impresa varia anche sulla base del modello aziendale, ovvero l’insieme di condizioni con cui l’azienda crea, distribuisce e mantiene valore nel tempo.

Devono quindi essere sviluppate strategie che, per prima cosa, individuino delle priorità sulla base dei criteri ESG, per focalizzarsi sugli aspetti che possono impattare in positivo in termini di sostenibilità.

Successivamente devono essere definiti degli obiettivi specifici e misurabili, per i quali siano individuate delle scadenze a livello temporale e dei momenti di verifica.

Dovranno inoltre essere individuati dei piani di azione per raggiungere tali obiettivi, che includano le risorse a disposizione e le responsabilità.

Il modello aziendale deve essere rivisto dopo aver identificato le opportunità per migliorare l’aspetto della sostenibilità.

Devono inoltre essere individuate delle pratiche riferite ad azioni concrete per attuare gli obiettivi definiti.

Un aspetto cruciale è l’innovazione che, grazie ad investimenti in ricerca e sviluppo, permette di rendere i prodotti e i servizi sostenibili.

Infine è importante prevedere una modalità di coinvolgimento degli stakeholders nelle strategie aziendali, per permettere di inserire i feedback ricevuti in un processo di miglioramento dei vari aspetti su cui incide l’azienda.

Strategia e Modello Aziendale: i vantaggi della rendicontazione secondo gli standard ESRS

L’utilizzo degli standard ESRS risponde, in alcuni casi, alla specifica richiesta del quadro normativo.

Tuttavia, quando non è previsto l’obbligo, potrebbe essere comunque un’opportunità per l’impresa. Dotarsi di una strategia di sostenibilità solida e di un modello aziendale che risponda a tale strategia permette diversi tipi di vantaggi.

In primis può essere previsto un miglioramento della reputazione dell’azienda. A cascata tale miglioramento può favorire gli investimenti e la creazione di valore a lungo termine.

L’impatto positivo delle aziende in un’ottica di miglioramento della società e dell’ambiente può essere dimostrato dalla rendicontazione ESG ed essere un elemento di attrazione nei confronti degli stakeholder.

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