Il processo di implementazione dei fattori ESG nelle PMI

31.01.2025 - Tempo di lettura: 8'
Il processo di implementazione dei fattori ESG nelle PMI

L’implementazione dei fattori ESG nelle PMI richiede un processo con tappe ben definite: dalla consapevolezza del tema della sostenibilità alla comunicazione delle azioni messe in campo. Per le imprese può portare a vantaggi in termini reputazionali e di nuove opportunità di business

L’adozione dei fattori ESG, Environmental, Social, Governance, rappresenta un’opportunità cruciale per le piccole e medie imprese.

Sebbene le PMI non siano obbligate alla rendicontazione di sostenibilità, l’utilizzo di tale strumento può portare a diversi benefici, tra i quali una maggiore competitività e trasparenza.

Nel percorso per l’integrazione degli aspetti legati alla sostenibilità nel modello di business uno strumento utile può essere il documento messo a disposizione dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, redatto dalla Commissione Reporting di Sostenibilità, dal titolo “Il Processo di Implementazione dei Fattori ESG nelle PMI”.

Nel sottolineare l’importanza di un approccio strategico e integrato che coinvolga tutti gli aspetti dell’attività aziendale, il documento traccia un percorso suddiviso in tre fasi principali: analisi, azione e comunicazione.

Il processo di implementazione dei fattori ESG nelle PMI: l’analisi del contesto aziendale

L’integrazione dei fattori ESG è un processo fondamentale per le imprese di tutte le dimensioni. A prescindere dalla compliance agli obblighi normativi rappresenta infatti una leva strategica per la competitività.

Le PMI, attraverso un approccio strutturato e guidato, possono trasformare i rischi legati alla sostenibilità in opportunità di crescita e di innovazione.

Tale processo, qualora affrontato seguendo le indicazioni per un’efficace implementazione delle strategie aziendali, permette di migliorare la trasparenza, rafforzare i rapporti con gli stakeholder e costruire una solida reputazione per l’impresa.

In tale processo, particolare importanza riveste l’informativa di sostenibilità, lo strumento per rendere trasparente il processo aziendale, che precede la fase di rendicontazione.

Nel percorso che mira a diffondere una cultura aziendale della sostenibilità, ad adottare un modello di business sostenibile e a integrare il piano strategico aziendale con gli score ESG, il punto di partenza è la valutazione della situazione attuale dell’azienda in relazione ai fattori ambientali, sociali e di governance.

La fase iniziale richiede un’accurata comprensione delle dinamiche interne ed esterne. Nel documento messo a punto dal CNDCEC vengono evidenziati due aspetti:

  • la consapevolezza, ovvero la dimensione che permette all’azienda di identificare i motivi che spingono verso la sostenibilità, siano essi culturali, strategici o dettati dal mercato. In tale percorso è fondamentale il coinvolgimento della governance, così da rendere l’implementazione diretta e duratura;
  • l’assessment aziendale, ovvero il processo di analisi delle pratiche di governance, degli impatti ambientali e delle politiche sociali. Tale processo permette alle PMI di individuare lacune e opportunità, ponendo le basi per strategie mirate.

In merito al primo aspetto è particolarmente importante la ridefinizione della mission e della vision aziendale integrata ai valori ESG di sviluppo sostenibile. Un ulteriore aspetto operativo rilevante è la nomina di un gruppo di lavoro, o un referente aziendale, che si occupi dell’implementazione di tale processo.

La prima fase è determinante per porre le basi per la successiva, che consiste nella definizione vera e propria degli obiettivi ESG.

Il processo di implementazione dei fattori ESG nelle PMI: azione e definizione degli obiettivi ESG

Superata la prima fase, relativa soprattutto alla consapevolezza e alle valutazioni aziendali, si passa alla fase operativa.

Tale fase ha l’obiettivo di porre le basi per l’implementazione degli obiettivi ESG tra le strategie aziendali. I principali passaggi sono i seguenti:

  1. l’analisi di materialità, ovvero l’identificazione dei temi rilevanti, dei rischi e delle opportunità, con un focus sulla doppia materialità (di impatto e finanziaria) ovvero l’impatto dell’azienda su ambiente e società e viceversa (l’analisi non è richiesta formalmente dallo standard previsto per le piccole imprese (VSME) rilasciato dall’EFRAG nella versione definitiva del 17/12/2024);
  2. la messa a punto del piano ESG, che include obiettivi strategici, indicatori chiave di prestazione (KPI) e azioni concrete con tempistiche definite. Un esempio potrebbe essere quello di un’azienda che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2025 e per farlo individua specifiche azioni da mettere in campo;
  3. l’allineamento normativo, ovvero il rispetto degli standard europei, CSRD, Agenda 2030 e la relativa normativa, per garantire conformità e credibilità.

La fase dell’analisi di materialità permette anche di identificare le opportunità per le PMI, tra le quali possono rientrare: il miglioramento dell’efficienza operativa, l’innovazione di prodotti o servizi, l’accesso a nuove forme di finanziamento.

In merito al piano ESG, è importante che lo stesso includa: strategie e direttrici strategiche dell’azienda, obiettivi operativi per ciascuna direttrice individuata, definizione di indicatori di prestazione chiari, individuazione di azioni concrete e dei tempi di attuazione.

Le fasi in questione hanno come scopo la definizione di obiettivi specifici, misurabili, realizzabili, pertinenti e con un orizzonte temporale definito per migliorare le performance ESG dell’azienda.

Il processo di implementazione dei fattori ESG nelle PMI: rendicontazione e comunicazione

L’ultima fase è quella della redazione di una relazione di sostenibilità, che è resa possibile dai passaggi realizzati nelle fasi precedenti. Tale documento integra i dati economico finanziari del bilancio, relativamente agli aspetti ESG.

L’obiettivo finale è la messa a punto di un documento che dia evidenza agli stakeholder del processo aziendale di sostenibilità e dei risultati raggiunti sulla compliance agli obiettivi ESG, ovvero all’efficacia delle azioni legate all’ambiente, agli aspetti sociali e di governance su cui incide l’impresa.

L’ultima fase concretizza gli sforzi compiuti e presenta i risultati in modo trasparente.

Per raggiungere gli obiettivi devono essere messe in campo azioni che rientrano nei seguenti passaggi:

  • l’adozione degli standard di rendicontazione, per le piccole e medie imprese possono essere quelli dei framework internazionali, ad esempio GRI o IR o versioni semplificate degli ESRS. L’adozione degli score ESG può avvenire anche su base volontaria, per rispondere alle richieste della filiera;
  • la predisposizione di un piano di comunicazione, fondamentale per condividere il report ESG con gli stakeholder attraverso canali digitali, social media e pubblicazioni ufficiali. In questo senso un approccio ben pianificato permette di migliorare la reputazione aziendale e di stimolare il coinvolgimento degli stakeholder e del personale aziendale;
  • il processo di monitoraggio continuo, ovvero la verifica periodicamente delle performance, aggiornare gli obiettivi e rispondere alle nuove sfide. Quest’ultimo obiettivo è aiutato dagli strumenti digitali e da audit periodici.

L’insieme delle azioni messe in campo permette alle imprese di gestire con consapevolezza i processi di implementazione delle pratiche ESG tra le attività strategiche dell’azienda e apre a nuove opportunità di business, dalla facilità all’accesso al credito al vantaggio competitivo rispetto alle imprese che non adottano tali pratiche.

Inoltre, i processi in questione potrebbero anticipare i processi necessari all’adeguamento a norme che potrebbero essere approvate in futuro per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Il processo di implementazione dei fattori ESG nelle PMI: il ruolo del commercialista

In tutte le fasi in precedenza descritte un ruolo particolarmente importante è affidato al dottore commercialista, chiamato a supportare l’azienda nel processo di implementazione dei fattori ESG.

La figura consulenziale incide notevolmente sia nella fase di analisi del contesto che in quella di definizione degli obiettivi aziendali. Non ultimo, per alcuni versi una prerogativa, il ruolo fondamentale nei processi legati alla rendicontazione di sostenibilità. La sostenibilità rientra, infatti, nelle materie della professione di dottore commercialista.

Il professionista gioca un ruolo chiave nell’implementazione dei fattori ESG, grazie alle sue competenze economico-finanziarie e di governance. Può guidare le PMI nell’identificazione delle risorse necessarie, nella definizione degli obiettivi e nell’integrazione del piano ESG nella strategia aziendale e nella gestione dei rischi.

Il ruolo del commercialista può contribuire a diffondere la cultura aziendale della sostenibilità basata su un nuovo concetto di “valore aziendale” orientato sia alla dimensione economica che alla dimensione sociale ed ambientale.

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