I principi “Voluntary” per le PMI
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Focus sulla compliance al VSME, Voluntary Standard for non-listed small and Medium Enterprise – undertakings e all’adozione dei principi predisposti dall’EFRAG per le piccole e medie imprese non quotate. Vantaggi e opportunità della scelta volontaria di implementazione degli obiettivi ESG.
È stato pubblicato lo standard UE che specifica le informazioni ESG, Environmental, social, governance, per i bilanci di sostenibilità volontari delle piccole e medie imprese non quotate.
Lo standard “VSME”, Voluntary sustainability reporting standard for non-listed SMEs, è stato pubblicato il 17 dicembre 2024 dall’EFRAG, l’organismo che coopera con la Commissione Ue nel campo della rendicontazione aziendale.
Lo standard costituisce uno strumento di supporto alle micro, piccole e medie imprese che decidono volontariamente di fornire informazioni legate agli obiettivi ESG, ovvero relative agli aspetti ambientali, sociali e di governance dell’impresa a favore degli stakeholder (investitori, banche, clienti, fornitori).
In questo senso l’assessment agli scoring ESG rappresenta un percorso di avvicinamento all’implementazione del valore della sostenibilità nelle strategie aziendali, nell’ottica di una futura compliance a normative più stringenti o a obblighi non previsti direttamente per le PMI ma per le filiere in cui sono inserite.
Ricordiamo, invece, che per le imprese soggette alla nuova rendicontazione di sostenibilità (grandi imprese quotate e non e Pmi quotate), in vigore dal 1° gennaio 2025, richiedono l’adeguamento agli standard di rendicontazione ESRS, European Sustainability Reporting Standard.
I vantaggi della compliance agli obiettivi ESG
Il decreto legislativo 6 settembre 2024, n. 125 ha recepito gli obblighi introdotti dalla Direttiva (UE) 2022/2464 Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
Tra questi, anche quello di rendicontazione di sostenibilità. L’adeguamento agli standard europei ESRS, rappresenta un passaggio cruciale per diversi soggetti, gli enti di interesse pubblico, le grandi imprese, gruppi di grandi dimensioni, piccole e medie imprese quotate e alcune tipologie di società con sede in Paesi, con esclusione delle microimprese quotate.
Più in generale, per le PMI, l’adeguamento agli standard ESG può rappresentare una scelta strategica per diversi aspetti. Sebbene non siano ancora stati introdotti obblighi specifici per le PMI, intraprendere la strada dell’assessment agli scoring ESG può di fatto anticipare un’eventuale futura regolazione più stringente. A ciò si aggiunge la possibilità di venire incontro a determinate esigenze in tema di sostenibilità di particolari filiere. Inoltre si possono ottenere vantaggi competitivi in termini di maggiore facilità di accesso al credito o di miglioramento in termini reputazionali nei confronti degli stakeholder, sempre più inclini a prestare attenzione ai temi legati alla sostenibilità.
Agli aspetti già evidenziati si aggiungono quelli ambientali, per esempio riferiti alle emissioni di gas serra, al consumo di risorse naturali, alla gestione dei rifiuti, all’uso di energia rinnovabile, e a iniziative per la conservazione della biodiversità.
Tra gli aspetti sociali possono essere richiamati quelli del benessere dei lavoratori dipendenti, il rispetto dei valori della diversità e dell’inclusione. A tali aspetti si aggiungono il miglioramento delle condizioni di lavoro, il rispetto dei diritti umani e più in generale all’impatto delle attività aziendali sulle comunità locali.
Ci sono infine aspetti legati alla governance, ovvero relativi alla struttura dell’azienda: la trasparenza, l’etica nel business, la gestione dei rischi e le pratiche di compliance alla normativa. Il miglioramento degli aspetti di compliance agli obiettivi ESG può permettere di implementare le strategie che consentono l’ottimizzazione di consumi energetici e di risorse, oltre ai passi in avanti sul tema dell’innovazione, nell’ottica di creazione di valore nel lungo termine.
I principi “Voluntary” per le PMI
Nel caso delle PMI, una fase iniziale dell’implementazione degli scoring ESG all’interno delle strategie aziendali è legato a una “versione semplificata” dei principi ESRS.
Tale versione è stata approvata dalla Commissione europea e redatta dall’EFRAG, l’European Financial Reporting Advisory Group il 17 dicembre 2024, dopo una conferma da parte della Commissione europea arrivata lo scorso 12 dicembre.
Di particolare importanza sono i cosiddetti principi “Voluntary”, che interessano appunto le PMI. Al momento tali soggetti non hanno l’obbligo di adottare gli standard ESRS. Tuttavia l’utilizzo di tali principi potrebbe essere necessario nel medio termine.
Potrebbe quindi essere strategico“ragionare” su come adottare tali principi in questione per dare valore all’impresa nell’ottica della sostenibilità.
La scelta della compliance al VSME, Voluntary Standard for non-listed small and Medium Enterprise – undertakings, specificamente indicata per le piccole e medie imprese non quotate, condensa in un unico principio alcuni elementi che permettono di strutturare un corretto report di sostenibilità, tenendo in considerazione le dimensioni aziendali.
Lo stesso percorso si può adottare in relazione al principio della doppia materialità, chiamato a tenere insieme sia la rilevanza dell’impatto nei confronti di persone, ambiente, operazioni commerciali e questioni ambientali, sia la rilevanza finanziaria.
Il contenuto in bozza prevede due sezioni:
- il Modulo Base, Basic Module, ovvero le informazioni minime fornite dall’impresa, su base volontaria, in merito alle informative ambientali. Tali informazioni riguardano, ad esempio, l’energia, l’inquinamento, la biodiversità, il consumo idrico e l’economia circolare. Sono indicati anche aspetti sociali, ad esempio sulle caratteristiche generali dell’impresa, sulla salute e sulla sicurezza e in relazione alla remunerazione. Non mancano, inoltre, aspetti relativi alla governance, che si concentrano ad esempio sulle azioni per la lotta alla corruzione. In questo caso è previsto un requisito minimo, senza un’analisi di materialità, ma solo la resa di informazioni applicabili alle circostanze specifiche dell’impresa;
- il Modulo completo, Comprehensive Module, che si aggiunge a quello base. In questo caso sono ricomprese informazioni aggiuntive di descrizione e di individuazione di KPI in relazione alle strategie, alle azioni e agli obiettivi che l’impresa ha definito. Tale sezione sostituisce quella precedentemente indicata come PAT Module (Policy, Action and Targets Module), offrendo maggiori spunti strategici.
Da un lato, quindi, le semplificazioni non richiedono l’analisi della doppia materialità, dall’altro devono essere individuati gli aspetti ESG che saranno oggetto di implementazioni.
L’adozione di tali modelli è volontaria ma la scelta potrebbe risultare vantaggiosa, soprattutto in uno scenario di medio lungo periodo.
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