Quali sono i 10 migliori finanziamenti alternativi al prestito bancario
In Italia il tempo medio di pagamento delle fatture per le aziende è considerevolmente superiore rispetto alla media europea. Questo ritmo a rilento influisce negativamente sulle PMI, costrette a sperimentare dei tempi di incasso delle proprie fatture molto lunghi. Se il prestito bancario non si prefigura come una scelta d’elezione, esistono finanziamenti alternativi che permettono di migliorare le condizioni di sviluppo delle imprese. Quali sono i finanziamenti aziendali più interessanti e come accenderli per migliorare i flussi di cassa della propria impresa? Nella guida che segue analizzeremo da vicino i metodi di finanziamento alternativi al prestito bancario e i relativi vantaggi.
Cos’è la finanza alternativa?
Pur vantando buoni profitti e una buona redditività, molte piccole e medie imprese risentono di una carenza di liquidità che ne compromette la crescita, impattando negativamente sulla possibilità di investire e di migliorare la propria offerta.
In loro soccorso, quando si tratta di accesso al credito, giunge il mercato della finanza alternativa. Si tratta di un tipo di finanza che avviene per canali disintermediati, che fanno leva su fondi di investimento o professionali. Questo mercato garantisce una maggiore visibilità alle aziende, permette loro di diversificare l’approvvigionamento al credito e genera indipendenza finanziaria. L’apertura del capitale delle imprese tramite la finanza alternativa rappresenta un’opportunità significativa per le aziende, che in questo modo possono diversificare i propri finanziamenti, ottenere un supporto strategico e generare valore aggiunto che permette loro di accelerare le strategie di crescita. Inoltre, agli occhi dei fornitori, un’azienda che ricorre alla finanza alternativa viene percepita come una realtà evoluta ed organizzata, capace di stare al passo coi tempi e di adattarsi ai cambiamenti di mercato.
Finanziamenti alternativi: le soluzioni migliori
Sempre più frequentemente le PMI stanno ricorrendo a fonti di finanziamento alternative rispetto al circuito bancario, prediligendo la cessione dei crediti esigibili ad operatori di settore capaci di erogare gli importi richiesti in tempi più rapidi. Ma quali sono gli strumenti migliori attraverso i quali le piccole e medie imprese possono finanziarsi evitando di ricorrere ai prestiti bancari? Vediamo alcune delle soluzioni preferite.
1. Private equity
Questa forma di finanziamento può arrivare da soggetti privati, fondi di investimento o società specializzate e vede il capitale esterno confluire direttamente in quello dell’azienda. Le operazioni di private equity vengono effettuate principalmente da fondi comuni di investimento e l’acquisizione delle quote di capitale di rischio può avvenite tramite due modalità;
- acquistando dai soci della società target le azioni già esistenti (operazione nota come ‘buyout’);
- sottoscrivendo azioni di nuova emissione, inserendo così nuovi capitali all’interno dell’impresa.
2. Venture capital
Considerato una categoria del private equity, consiste in un’attività di investimento istituzionale in capitale di rischio di aziende non quotate, in fase di start-up, caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo. Attraverso questo sistema più investitori mettono a disposizione i propri fondi per finanziare un’azienda. Chi immette capitali va alla ricerca di un investimento che conduca a un’uscita veloce e redditizia. Sia il private equity che il venture capital sono considerate forme di investimento di medio-lungo termine per imprese che puntano ad avere un guadagno in conto capitale derivante dalla vendita, in un secondo momento, della partecipazione acquisita.
3. Minibond
Questo strumento viene utilizzato dalle aziende per reperire fondi dagli investitori in cambio di titoli di credito. Si tratta di obbligazioni, o titoli di credito, a medio lungo-termine che vengono emessi da PMI e sono tipicamente destinati a piani di sviluppo, operazioni di investimento straordinario o di refinancing.
Sono, pertanto, titoli di debito sottoscritti da investitori istituzionali che, a fronte della raccolta di capitale, ricevono dalle aziende una remunerazione stabilita tramite il pagamento di cedole periodiche. Il Decreto Sviluppo del 2014 ha esteso alle PMI la possibilità di emettere obbligazioni corporate al di sotto dei 500 milioni di euro.
4. Obbligazioni convertibili
Simili ai minibond, ma con sfumature diverse. In questo caso, infatti, chi presta il denaro acquisisce il diritto a convertire i titoli in partecipazioni al capitale sociale dell’impresa. In questo modo l’investitore perde lo status di creditore, ma diventa socio dell’azienda.
5. Invoice trading
Noto in Italia come “anticipo fatture”, questo strumento consiste nella cessione di una fattura commerciale dei propri clienti (definiti “debitori ceduti”) tramite una piattaforma online, da parte di una PMI (cedente) a un investitore terzo (cessionario) in cambio di un anticipo in denaro da parte di quest’ultimo. L’invoice trading assicura flussi di cassa continui alle imprese che vantano crediti commerciali pagati da 30 a 120 giorni e hanno bisogno di anticipare, gestione e finanziare questi crediti. Le operazioni di cessione possono essere svolte tramite soluzioni pro-soluto (ovvero trasferendo il rischio di insolvenza al cessionario) e pro solvendo (formula attraverso cui il cedente rimane responsabile di eventuali insolvenze del cliente debitore).
6. Factoring
Formula molto simile all’invoice trading, questo strumento permette a un’azienda di cedere a una società specializzata (factor, per l’appunto) le fatture non scadute che vanta nei confronti del cliente. In questo modo ottiene in cambio liquidità, al netto di costi e tassi di interesse stabiliti e applicati dal factor. Il factoring prevede anche la gestione dei crediti ceduti, l’incasso e la protezione dal rischio di insolvenza.
7. Crowdfunding
Ovvero una raccolta di fondi che avviene tramite piattaforme web, che diventa una vetrina per le idee di business e la proposta di valore dell’azienda. Le imprese ricevono somme in denaro da più soggetti (imprese, investitori istituzionali o privati) in cambio di una commissione sul capitale raccolto, che varia in base alla tipologia del progetto oscillando in media tra il 2% e il 10%.
8. Crowdinvesting
Formula alternativa al crowdfunding, attraverso la quale la raccolta di capitale assume i caratteri di un investimento. Il capitale raccolto viene remunerato con quote della società o titoli di debito. A seguito dell’investimento, gi investitori diventano una parte attiva della community aziendale e possono prendere parte alle decisioni chiave dell’azienda.
9. Crowdlending
Diversamente dal crowdfunding, costituisce un vero e proprio prestito. Le piattaforme che offrono questo servizio mettono in collegamento finanziatore e mutuatario: entrambi aprono un account, il prestatore stabilisce l’importo che intende versare e il mutuatario fornisce dettagli sui motivi della richiesta. A questo punto la piattaforma definisce il profilo di chi richiede il prestito, il livello di rischio e gli interessi che riceverebbe l’investitore. Questa soluzione assicura una velocità di risposta elevata delle piattaforme e la trasparenza sui costi.
10. Angel investor
In questo caso è un soggetto privato che si fa carico di finanziare, attraverso i propri capitali, un’impresa, in cambio di capitale di rischio della stessa. Questa soluzione permette al finanziatore di diventare socio dell’impresa, portando all’interno anche la sua rete di relazioni e il suo bagaglio di conoscenze.
Con un’offerta del credito bancario sempre più ristretta, le forme alternative di finanziamento rappresentano una valida soluzione per accedere al credito. L’attenzione verso la finanza alternativa per le PMI è un tema attuale, particolarmente dopo la crisi economica di inizio secolo e lo sviluppo del fenomeno della fintech.
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