I fattori ESG nella valutazione d’azienda: indicazioni per la costruzione della base informativa
L’importanza dei fattori ESG nella valutazione d’azienda è al centro dello studio dei commercialisti. A disposizione dei professionisti uno strumento di supporto operativo nel processo delle PMI italiane che intraprendono implementazioni dei fattori environmental, social e governance.
Nella valutazione d’azienda la considerazione per i fattori ESG assume sempre maggiore importanza.
Nel percorso di implementazione dei fattori environmental, social e governance un ruolo cruciale è svolto dai professionisti.
Gli stessi sono chiamati ad accompagnare le PMI italiane che intraprendono processi di compliance agli obiettivi ESG, anche in anticipo rispetto a obblighi di legge che potrebbero essere introdotti nell’immediato futuro.
Per questo può risultare utile una guida operativa che approfondisca i diversi aspetti che interessano l’intero percorso: dalla raccolta delle informazioni per formare il set documentale al successivo processo valutativo.
Per la predisposizione del set documentale è necessario prendere in considerazione la molteplicità dei settori in cui operano le imprese e valutare attentamente su quali degli aspetti dell’ambito ESG è più opportuno concentrare il lavoro.
In tal senso la guida non ha pretesa di esaustività in relazione alle numerose possibilità per imprese ma intende fornire uno strumento utile ai professionisti per la raccolta delle informazioni, preliminari ai processi di valutazione.
I fattori ESG nella valutazione d’azienda: l’importanza della scelta delle informazioni
La guida operativa “I fattori ESG nella valutazione d’azienda: la costruzione della base informativa”, curata dalla Commissione di studio “Valutazione d’azienda” del Consiglio nazionale dei commercialisti, rappresenta uno strumento operativo utile ai professionisti chiamati ad affiancare le aziende nelle implementazioni relative ai fattori environmental, social e governance.
Tale strumento è il primo di una serie di approfondimenti sul tema e si concentra principalmente sulla predisposizione di un set documentale successivo alla ricerca di informazioni dell’impresa in ambito ESG, con l’analisi degli impatti che le attività imprenditoriali possono avere sull’ambiente e sulle persone.
Tale percorso può essere intrapreso, a prescindere dagli obblighi di legge, dalle aziende che intendono sviluppare un vantaggio competitivo, raggiungendo il successo imprenditoriale grazie al rafforzamento della relazione con gli stakeholder.
Stakeholder e investitori valutano infatti la compliance agli obiettivi ESG come uno strumento di riduzione del rischio, tale da rendere l’impresa competitiva nel medio-lungo termine.
A livello operativo non sono richieste particolari modifiche nell’approccio metodologico della valutazione d’azienda. Si devono tuttavia tenere da conto: il quadro giuridico nazionale, europeo e internazionale (CSRD e CSDDD) e i documenti emanati dalle organizzazioni internazionali (standard EFRAG, IFRS, GRI, IR Framework, etc).
Sono quindi diversi gli step che le imprese sono chiamate ad affrontare, con il supporto dei professionisti:
- impostare l’impianto di valutazione considerando anche i fattori ESG e il loro impatto in termini di modello di business, di rischi e di performance economico-finanziarie;
- ampliare la base informativa con documenti e informazioni relativamente sui fattori ESG;
- adattare l’applicazione dell’analisi fondamentale per esprimere un giudizio di ragionevolezza dell’informazione prospettica finanziaria e non finanziaria:
- nell’analisi dello scenario macroeconomico, per i possibili effetti dei fattori ESG;
- nell’analisi strategica dell’azienda e del settore/contesto competitivo;
- nell’adattamento del processo di analisi dell’informazione prospettica finanziaria e non finanziaria;
- nel processo di scelta delle metodologie valutative e nell’applicazione dei modelli di valutazione dei fattori ESG.
I fattori ESG e gli impatti nella valutazione d’azienda
Come anticipato, ai professionisti e ai valutatori non sono richiesti cambi di approccio metodologico ma un rinnovamento delle competenze analitiche, soprattutto di natura qualitativa.
L’impatto degli elementi relativi alla governance, al rispetto dell’ambiente e degli aspetti sociali deve essere valutato con attenzione.
In linea generale, infatti, può portare a obiettivi di sostenibilità che permettono alle aziende una migliore gestione dei rischi aziendali, grazie alla prevenzione di errori di programmazione e di organizzazione.
Anche per tali motivi la scelta può essere su base volontaria e, in questo caso, non è previsto un set informativo minimo. Deve tuttavia essere costruita una solida base informativa, integrando quella tradizionale con le informazioni ESG, se la PMI manca di un set informativo di sostenibilità. Devono quindi essere identificate fonti affidabili, metriche rilevanti e metodologie adatte per un’analisi completa e accurata.
Il punto di partenza per la costruzione del set informativo è rappresentato dalla direttiva (UE) 2022/2464 (“CSRD”). Devono in ogni caso essere messi in risalto: l’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità e il modo in cui tali questioni influiscono sull’andamento dell’impresa.
Nella ricerca dei fattori ESG su cui concentrarsi hanno un ruolo importante anche gli ESRS, European Sustainability Reporting Standard, gli standard adottati dalla Commissione per attuare la CSRD. Si dovrà inoltre valutare le peculiarità dell’azienda e del contesto.
In questo senso sarà possibile distinguere tra fattori ESG “significativi” e “non significativi” per la valutazione d’azienda.
I primi, a differenza dei secondi, sono in grado di incidere nella stima del complesso economico.
I fattori ESG nella valutazione d’azienda e le prospettive
La valutazione d’azienda, alla luce dei fattori ESG, dovrà tenere insieme due prospettive: l’ottica dell’investitore e l’ottica dell’azienda.
La prima indaga su come le pratiche ESG incidono sul rendimento atteso e come si possono definire i criteri di allocazione del portafoglio. Verrà anche valutato quali costi ambientali e sociali vengono prodotti dall’attività imprenditoriale e come l’azienda fronteggia la situazione nell’ottica di riduzione dei costi ambientali e sociali, durata degli investimenti e relativo periodo di recupero.
Un ulteriore aspetto è l’influenza del punteggio ESG sul prezzo delle azioni e l’eventuale presenza di rischi a breve o a lungo termine.
Per l’azienda è necessario quindi individuare le migliori strategie, e la relativa attuazione, per implementare le pratiche ESG. Le azioni devono essere misurabili per valutare i risultati sulla creazione di valore. A tal fine sono stati realizzati diversi sistemi di indicatori, i cosiddetti ESG scoring, per valutare l’impatto sul valore aziendale.
Nell’attribuzione dei punteggi sono presenti, però, due limiti: lo scoring viene effettuato solo in presenza di relazioni sulla sostenibilità pubblicate dalle aziende e l’attribuzione di punteggi è effettuata da agenzie specializzate che impiegano diversi modelli. Di conseguenza il numero di aziende prese in considerazione è limitato e le valutazioni possono presentare variazioni significative.
Nell’ambito delle valutazioni relative ai fattori environmental, social e governance è necessario soffermarsi sui collegamenti con i flussi di cassa. Quelli possibili sono cinque: crescita del fatturato, riduzione dei costi, snellimento delle pratiche amministrative e legali, miglioramento della produttività e ottimizzazione degli investimenti operativi.
A tali aspetti, tuttavia, si collegano quelli relativi ai primi passaggi del processo di inclusione dei fattori ESG. L’investimento iniziale, infatti, può portare a benefici inferiori ai costi sostenuti per l’implementazione.
Un ulteriore fattore da considerare è l’impatto sul costo del debito. In linea generale, i finanziatori applicano un tasso di interesse significativamente più elevato sui prestiti bancari emessi alle imprese che trascurano i fattori ESG.
In questo senso azioni di disclosure ESG possono rafforzare il rapporto dell’impresa con i suoi stakeholder, compresi i finanziatori. Come conseguenza è possibile un migliore accesso al debito a tassi favorevoli per le imprese. D’altro canto, però, altri studi mostrano una correlazione positiva o assente tra buone performance ESG e costo del capitale di debito. In alcune circostanze i finanziatori terzi danno più importanza al rating creditizio, rispetto alla compliance agli obiettivi ESG.
Tra le azioni che danno più possibilità di incidere positivamente sul valore aziendale, attraverso buone pratiche in materia ambientale, ci sono quelle che riguardano la decarbonizzazione e la riduzione dei rifiuti.
I fattori ESG nella valutazione d’azienda: i principi di valutazione
Un aspetto molto importante analizzato nel documento di studio diffuso dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili è il ruolo dei principi di valutazione nell’ambito delle valutazioni d’azienda.
L’obiettivo è quello di individuare i principi che si riferiscono ai fattori ESG e incidono sulle valutazioni. Successivamente possono essere messe in campo specifiche azioni, sottoposte al processo di stima e per lo sviluppo dei modelli di valutazione.
Come strumento per raggiungere gli obiettivi indicati lo Standards Review Board (SRB) dell’International Valuation Standards Council (IVSC) ha approvato la nuova versione degli IVS, che si applicheranno dal 31 gennaio 2025.
Tra i General Standard sono stati inseriti specifici riferimenti ai fattori ESG:
- IVS101 Scope of Work;
- IVS103 Valuation Approaches;
- IVS106 Documentation and Reporting.
Nello documento per i professionisti vengono ricapitolate alcune delle definizioni utili a muoversi nel contesto di inquadramento teorico dei fattori ESG nelle valutazioni.
Viene ad esempio richiamato lo “Scetticismo professionale”, l’atteggiamento che comprende un approccio dubitativo e la valutazione critica delle evidenze alla base della valutazione. Tra le definizioni richiamate c’è anche quella del “Giudizio professionale”, ossia l’uso delle competenze ed esperienze accumulate per decisioni consapevoli.
C’è poi un riferimento all’oggetto dell’incarico, in alcuni casi la lettera di incarico, che descrive i termini e le condizioni della valutazione o di un riesame di una precedente valutazione. Vengono menzionate le attività o le passività oggetto della valutazione, l’uso previsto della valutazione e le responsabilità delle parti coinvolte nella valutazione.
Anche l’oggetto dell’incarico deve fare riferimento anche ai fattori ESG significativi.
Dopo le definizioni il documento entra maggiormente nel dettaglio in merito alle modalità per una valutazione conforme agli IVS. La stessa deve disporre di una documentazione e rendicontazione sufficienti per descrivere con chiarezza all’utilizzatore della valutazione:
- l’approccio di valutazione;
- i metodi input;
- i modelli di valutazione;
- il giudizio professionale e il valore risultante.
La documentazione in questione deve essere conservata per la durata della valutazione e deve permettere la descrizione degli elementi su cui si fondano le conclusioni raggiunte, rispettando il livello minimo delle regole contenute nella sezione 20 dell’IVS 106 Documentation and Reporting.
Nella valutazione non sono introdotti nuovi approcci valutativi ma sono confermati quelli esistenti: market approach, income approach e cost approch. Dovranno quindi essere conosciuti il modello di business e le azioni strategiche operative in tema ESG, le caratteristiche del settore in cui opera l’impresa, il contesto e la concorrenza sui temi ESG. Tali fattori permettono di sviluppare un’appropriata analisi dei rischi su modello di business e settore.
In conclusione nei nuovi IVS, l’IVSC si soffermato su un primo inquadramento teorico operativo, che si è tradotto:
- nell’introduzione del principio di significatività dei fattori ESG nella valutazione e i relativi impatti quantitativi e qualitativi;
- nell’individuazione, grazie al proprio giudizio professionale, dei fattori ESG rilevanti (misurabili e ragionevoli);
- nelle indicazioni generali sui principali fattori ESG potenzialmente significativi;
- nell’analisi dei rischi relativi al modello di business, al settore di appartenenza e al contesto competitivo;
- nell’introduzione di specifiche attività che il valutatore deve condurre per determinare i parametri valutativi da utilizzare nella stima.
I fattori ESG e il valore d’azienda
Nella parte finale del documento per i professionisti vengono esaminate le connessioni tra i fattori ESG e il valore aziendale, al fine di fornire gli strumenti per il processo di stima e per la costruzione della base aziendale.
Sono tre i principali aspetti su cui è fondato il valore aziendale: i flussi prospettici, il rischio e la crescita.
La valutazione si deve concentrare sugli effetti, di breve e lungo termine, a livello quantitativo e qualitativo.
Tra gli effetti, come evidenziato, sono possibili una riduzione dei costi legata alla diminuzione degli scarti nella catena produttiva o dell’approvvigionamento di energia, o un aumento degli stessi nella prima fase del percorso di sostenibilità dell’azienda.
Ulteriori effetti possono essere rappresentati dalla riduzione del costo del debito, se viene reso meno oneroso il reperimento delle risorse finanziarie per le attività aziendali, o un impatto diretto sul costo del capitale di rischio.
Le stime di tali effetti si devono fondare su una base informativa obiettiva e completa, di cui l’esperto deve evidenziare le fonti e le eventuali limitazioni rilevate. La base informativa deve essere anche in linea con i metodi di valutazione scelti.
I criteri con cui possono essere classificati gli imput della base informativa sono i seguenti:
- tempo: informazione storica, corrente e prospettica;
- data di valutazione e data della relazione di stima: informazione disponibile alla data di valutazione e informazione relativa ad eventi accaduti dopo la data di valutazione o disponibile solo successivamente;
- accessibilità: informazione privata o pubblica;
- fonte: informazione interna o esterna;
- completezza: informazione completa o incompleta.
Nell’analisi devono essere considerati anche il mercato di riferimento, le strategie aziendali, la documentazione contabile, le previsioni economiche finanziarie e lo scenario economico.
Rispetto al set informativo base, le ulteriori informazioni per la valutazione ESG consistono:
- nella dichiarazione non finanziaria (bilancio di sostenibilità);
- report di sostenibilità e integrated reporting;
- rating ESG;
- altri documenti e fattori ESG.
Nello strumento a servizio dei professionisti vengono inoltre elencati i documenti chiave in relazione alla tipologia di impresa e alle sue caratteristiche.
La raccolta dei dati è finalizzata a capire se le impostazioni scelte riducono il rischio di impresa e come influiscono sul valore dell’azienda.
I fattori ESG e la costruzione della base informativa
Nella parte conclusiva del documento messo a disposizione dal CNDCEC vengono fornite alcune indicazioni sulla costruzione della base informativa.
Non essendo previsto alcun obbligo di bilancio di sostenibilità per le PMI non quotate, micro, piccole e medie imprese, la predisposizione è volontaria. Può essere utilizzata la dichiarazione di sostenibilità o un altro documento analogo. Possono inoltre essere predisposte informazioni di carattere non finanziario nella nota integrativa, nella relazione sulla gestione o, se si tratta di società benefit, nella relazione d’impatto.
Per incentivare le PMI a dotarsi della dichiarazione di sostenibilità, l’EFRAG è stato incaricato dalla Commissione Europea di predisporre, al di fuori della CSRD, uno standard per la rendicontazione di sostenibilità delle organizzazioni.
Al momento è stata pubblicata una bozza del principio VSME ESRS, che è attualmente in stato di valutazione.
Il principio ESRS VSME prevede quanto segue:
- non tutte le questioni ESG sono applicabili e devono essere riportate nel modulo base. Se le informazioni sono omesse dalla relazione di sostenibilità si presume che non siano applicabile;
- una questione ESG ritenuta non applicabile può comunque avere un impatto qualitativo/quantitativo nella stima e dovrà essere analizzata dal valutatore.
Per tutte le imprese viene inoltre previsto che non tutte le questioni ESG previste dagli standard ESRS applicabili per la predisposizione della rendicontazione di sostenibilità sono significative ai fini della valutazione.
Per la valutazione si potrà fare riferimento all’Allegato B del principio ESRS VSME e alle informazioni raccolte durante il processo di stima.
Per ciascuna delle questioni il valutatore sarà chiamato a individuare se:
- è applicabile all’impresa target;
- ha una rilevanza di impatto e finanziaria per l’impresa target;
- ci sono e quali sono i driver di valore influenzati ai fini della stima della impresa target.
Dovranno inoltre essere valutati diversi aspetti, il cui elenco è fornito nel documento di studio:
- fattore critico di successo (FCS), per il miglioramento in relazione alla sotto tematica;
- misura chiave di prestazione di natura quantitativa, KPI quantitativo, per individuare l’indicatore chiave che può misurare l’esito delle azioni;
- misura chiave di prestazione di natura qualitativa, KPI qualitativo, nel caso di impossibilità a ottenere una misura di prestazione.
In conclusione, i fattori ESG hanno una rilevanza trasversale che influisce sul modello di business delle imprese e sulla determinazione del loro valore. A tal proposito i professionisti sono chiamati a dotarsi di strumenti che permettano un’efficace valutazione, a partire dalla raccolta delle informazioni in relazione agli aspetti significativi, per arrivare all’adozione di pratiche di miglioramento delle condizioni aziendali.