Come richiedere il Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza
È finalmente realtà l’istituzione del “Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza”. L’ufficialità è arrivata il 20 luglio con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.P.C.M. approvato nel dicembre 2020 e contenente le indicazioni per questa nuova misura di supporto verso le donne vittime di violenza e soprusi.
Reddito di Libertà per donne vittime di violenza: cos’è
Il Reddito di Libertà per donne vittima di violenza è un sussidio previsto dallo Stato italiano, cumulabile anche con il Reddito di Cittadinanza, che prevede l’erogazione fino a 400 euro mensili per 12 mensilità.
Il provvedimento rientra nel D.P.C.M. pubblicato il 20 luglio 2021, decreto che ha previsto un incremento di circa 3 milioni di euro del “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”. Per tale somma sono stati disciplinati, nel D.P.C.M. in questione, le modalità e i criteri di ripartizione del “Fondo per il Reddito di Libertà per le donne vittima di violenza”.
I fondi sono stati utilizzati per contenere gli effetti dannosi dell’epidemia, soprattutto nelle persone più fragili e vulnerabili, come appunto le donne vittime di violenza.
Come varia il Fondo da regione a regione
L’importo di 3 milioni di euro viene ripartito tra tutte le Regioni italiane e le Province autonome di Trento e Bolzano. Ad ogni regione viene corrisposta una quota a seconda della proporzione regionale della popolazione femminile. Sono state prese in considerazione le persone di sesso femminile comprese tra i 18 anni e i 67 anni.
Come funziona il “Reddito di Libertà”
Il Reddito di Libertà prevede il contributo di massimo 400 euro per 12 mensilità per le donne vittime di violenza. Non è una discriminante avere o non avere figli. Le donne che possono accedere al Fondo devono essere seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalla regione di riferimento oppure dai servizi sociali nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza. Non solo, in particolari istanze il Reddito di Libertà viene riconosciuto anche a donne che si trovano in situazione di particolare vulnerabilità e/o povertà, con l’obiettivo di agevolarne l’indipendenza economica.
Reddito di Libertà: come si presenta la domanda
Come stabilito dal D.P.C.M. di riferimento la richiesta è possibile attraverso uno specifico modello di domanda predisposto dall’Inps. Il modulo deve essere compilato e deve essere accompagnato dalla dichiarazione sottoscritta del rappresentante legale del Centro antiviolenza che segue da vicino la richiedente. Nella dichiarazione si deve attestare lo stato di bisogno urgente della persona. Altresì, in caso di dichiarazione del servizio sociale di riferimento è necessario accertare l’inizio di un percorso di emancipazione da parte della donna.
Le finalità del Reddito di Libertà
Il Reddito di Libertà è stato pensato e formulato per sostenere le donne vittime di violenza a sostenere alcune spese prioritarie, tra le quali:
- Spese inerenti all’autonomia abitativa e alla riacquisizione dell’autonomia personale, come l’affitto, requisito fondamentale per iniziare un percorso di liberazione dalla violenza;
- Spese per sostenere il percorso scolastico e formativi di eventuali figli.
Perché si tratta di un Reddito necessario
Il Reddito di Libertà per le donne vittima di violenza è il primo passo serio verso un cambio radicale sulla questione. La piaga della violenza sulle donne è ancora di enorme dimensione nel nostro paese. Basti pensare che i dati Istat hanno registrato un aumento di quasi l’80% delle chiamate (e del 70% di messaggi via chat) al numero 1522, il numero pubblico che accoglie le richieste di violenza e di stalking. Ad una situazione già emergenziale si è aggiunta la gravità della situazione pandemica, che ha senz’altro acuito il problema. Il Fondo per il Reddito di Libertà si rivela per questo di capitale importanza, al fine di garantire l’autonomia necessaria alle donne che vogliono liberarsi da condizioni insostenibili.