Pagamenti Elettronici: le sanzioni dal 30 giugno per chi non si adegua
Se ne parla da anni, ma il problema del sommerso resta uno dei più gravosi ancora nel 2022 per il nostro paese. Nel 2019 l’Istat ha stimato che il NOE (Non Observed Economy) rappresenta l’11.3% del PIL italiano e vale circa 203 miliardi di Euro.
Per questo motivo, cercando di contrastare quanto più possibile il fenomeno, il Legislatore, nell’ambito degli interventi previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha anticipato al 30 giugno prossimo (rispetto alla data iniziale del 1.1.2023 prevista dal comma 4 bis dell’art. 15, D.L. 179/2012) l’irrogazione delle sanzioni per tutti i soggetti che vendono beni o servizi, anche legati alle libere professioni, che non saranno attrezzati per accettare pagamenti elettronici, dunque attraverso carte di credito, di debito o altri sistemi per l’incasso digitale.
Digitalizzare gli incassi significa offrire ai propri clienti una modalità di pagamento, ovviamente elettronico, comoda e coerente con le loro esigenze, naturalmente tracciabile da parte di chi ha emesso la fattura. Con questi ingredienti è possibile introdurre gli “Incassi Digitali”, dotati di procedure informatiche in grado di effettuare la riconciliazione completamente automatica tra fattura e incasso.
Un onere quindi, per imprese, professionisti e commercianti, da poter trasformare in opportunità di rilancio e vivere in prima persona la trasformazione digitale in atto.
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Leggi l’articolo: Obbligo POS 2022: il Decreto PNRR 2 anticipa le sanzioni al 30 giugno