Fringe benefit 2023: i limiti da rispettare e le conseguenze in caso di superamento
Quali sono i limiti di esenzione in vigore fino a fine anno per i fringe benefit? E quali sono le conseguenze in caso di superamento della soglia stabilita? Dalla normativa di riferimento alle eccezioni previste per il 2023: una panoramica delle regole da seguire
I cosiddetti fringe benefit, forme di retribuzione aggiuntiva riconosciute dal datore di lavoro, entro determinati limiti non concorrono alla formazione del reddito. Quando si supera la soglia di esenzione stabilita, però, diventa imponibile l’intero importo.
Fringe benefit 2023 fuori dal reddito imponibile: entro quali limiti?
In vista della fine del 2023, che prevede particolari eccezioni alla normativa ordinaria, è necessario avere una panoramica chiara delle regole da seguire in base al valore dei bonus erogati ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti.
Per avere contezza dei fringe benefit riconosciuti nell’arco dell’anno dal datore di lavoro, bisogna partire dalla loro definizione. Con questo termine, si indicano alcune forme di compensi in natura, elementi remunerativi che sono complementari alla retribuzione principale.
Dal punto di vista pratico, per le lavoratrici e i lavoratori i fringe benefit prendono forma nella concessione in uso di beni e servizi. Ma con le novità introdotte negli ultimi anni, in alcuni casi, anche il pagamento o il rimborso delle utenze domestiche possono rientrare in questo perimetro.
In linea generale i fringe benefit possono essere considerati un’integrazione in natura della normale retribuzione pattuita, e che solitamente viene erogata in denaro.
Come si legge nell’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, le somme beneficiano di una esenzione fiscale e contributiva entro determinati limiti.
“Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000”
A regime, quindi, la soglia da rispettare per beneficiare del trattamento agevolato è pari a 258,23 euro.
Fringe benefit: soglia di esenzione doppia per il 2023
Per effetto degli interventi effettuati negli ultimi anni su questo passaggio del TUIR, il limite è cambiato più volte fino ad arrivare al Decreto Lavoro che ha determinato per il 2023 una soglia differenziata:
- 258,23 euro per la generalità dei lavoratori e delle lavoratrici;
- 3.000 euro per i dipendenti con figli o figlie fiscalmente a carico, includendo nel calcolo il pagamento o il rimborso delle utenze domestiche.
Il testo dell’articolo 40 del DL n. 48 del 2023, infatti, recita:
“Limitatamente al periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, prima parte del terzo periodo, del Testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, non concorrono
a formare il reddito, entro il limite complessivo di euro 3.000, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli (…) che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del citato testo unico delle imposte sui redditi, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale”.
Come chiarito dalla circolare numero 23 del 1° agosto 2023, il beneficio spetta a entrambi i genitori lavoratori dipendenti con figlie o figli, quando questi ultimi sono considerati fiscalmente a carico di entrambi.
Fringe benefit 2023: le regole in caso di superamento della soglia di esenzione
Per verificare il rispetto della soglia di esenzione, è necessario considerare il valore dei fringe benefit riconosciuti dal datore di lavoro nell’arco di tutto il periodo d’imposta.
In caso di più rapporti di lavoro si deve tenere conto della totalità dei bonus riconosciuti dai diversi datori di lavoro.
Al superamento del limite non risulta imponibile solo l’eccedenza, ma l’intero importo.
Il benefit diventa rilevante ai fini reddituali nel momento in cui entra nella disponibilità del lavoratore, a prescindere dal fatto che il servizio venga fruito in un momento successivo.
La ritenuta fiscale deve essere applicata dal sostituto d’imposta nel periodo di paga in cui è superata la soglia di 258,23 euro o di 3.000 euro e fin dal primo periodo di paga, se risulta chiaro e certo il superamento del limite.
Vale la pena, poi, in chiusura fare un’ultima precisazione: i genitori che per il 2023 beneficiano di una soglia di esenzione più alta devono presentare al datore di lavoro una dichiarazione sul possesso dei requisiti per usufruire del trattamento agevolato.
Qualora nel corso dell’anno vengano meno le condizioni per beneficiare del limite di 3.000 euro, ad esempio perché i figli hanno conseguito redditi superiori ai limiti previsti per essere considerati fiscalmente a carico, è necessario allo stesso modo presentare una comunicazione al sostituto d’imposta.
Il datore di lavoro dovrà recuperare il beneficio non spettante nei periodi di paga successivi a quello della comunicazione e in ogni caso entro la scadenza da rispettare per effettuare le operazioni di conguaglio di fine anno o di fine rapporto, nel caso di cessazione nel corso del 2023.
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