Certificazione del rischio fiscale: Commercialisti al centro della cooperative compliance
La certificazione del rischio fiscale permette di avviare un dialogo con il Fisco che garantisce una serie di benefici e sanzioni ridotte alle imprese che accedono all’adempimento collaborativo, vantaggi sono previsti anche per i soggetti di dimensione più piccola che possono beneficiare del regime alternativo. La procedura chiama in causa Commercialisti e Avvocati: le novità della riforma fiscale
Con la riforma fiscale, si riscrive anche il regime dell’adempimento collaborativo che permette alle imprese di stabilire un dialogo col Fisco accedendo a una serie di benefici e ottenendo sanzioni ridotte.
Pilastro del rapporto fiduciario è la certificazione del rischio fiscale affidata a Commercialisti e Avvocati tributaristi, terze parti chiamate in causa con un ruolo centrale.
Anche le imprese di dimensioni più piccole potranno certificarsi per ottenere dei vantaggi.
Le novità sono contenute nel decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale, n. 221 del 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2023.
Certificazione del rischio fiscale per l’accesso alla cooperative compliance
Il raggio d’azione dell’adempimento collaborativo, attualmente riservato ai soggetti con volume di ricavi o affari non inferiore a1 miliardo di euro si estende sempre di più:
- dal 2024 la soglia scende a 750 milioni di euro;
- si passa dal 2026 a 500 milioni di euro;
- e dal 2028, invece, a 100 milioni di euro.
Lo strumento, che cambia con la riforma fiscale, è stato introdotto dal Decreto Legislativo numero 128 del 2015 ed è finalizzato a costruire un rapporto più agile tra aziende e Amministrazione finanziaria.
“È un istituto che prevede l’adesione volontaria del contribuente qualora sia in possesso di determinati requisiti dimensionali e di un sistema, di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, inteso quale rischio di operare in violazione delle norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario”: con queste parole, la relazione illustrativa allegata al testo del decreto legislativo descrive la cooperative compliance.
Le imprese che entreranno nel perimetro dell’adempimento collaborativo dovranno dotarsi di un sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework o TCF) che deve essere certificato da un Professionista.
Agli addetti ai lavori si affida, in questo modo, un ruolo di garanti del dialogo tra Fisco e contribuenti.
Certificazione del rischio fiscale: la figura centrale del Commercialista
Avvocati e Commercialisti con qualificata esperienza, che esercitano la loro attività anche in forma associata o in società, dovranno assicurare che l’impresa sia dotata di un Tax Control Framework integrato con il sistema di controllo dell’informativa finanziaria/contabile capace di assicurare la “solidità” del dato contabile su cui poggia l’obbligazione tributaria.
Tra i requisiti richiesti al sistema, inoltre, è prevista anche una mappatura dei rischi fiscali relativi ai processi aziendali.
I Professionisti e le Professioniste si occuperanno di redigere in prima persona la certificazione e di aggiornarla, poi, in maniera periodica. E nelle procedure potranno avvalersi dei consulenti del lavoro per le materie di loro competenza.
All’Agenzia delle Entrate spetta il compito di definire le linee guida da seguire per predisporre un efficace sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale e per il suo aggiornamento, ma anche per il periodico adeguamento della certificazione.
I vantaggi legati alla certificazione del rischio fiscale
Per le imprese l’accesso al regime dell’adempimento collaborativo si traduce in una serie di vantaggi, tra questi:
- riduzione fino all’eliminazione delle sanzioni amministrative in presenza di rischi di natura fiscale comunicati in maniera preventiva, tempestiva ed esauriente;
- in caso di comportamenti collaborativi e considerando alcune eccezioni, esclusione dalle sanzioni penali tributarie, in particolare per ciò che riguarda il reato di dichiarazione infedele;
- riduzione di due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento, che passano a tre se il Professionista incaricato alla certificazione del sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, attesta la corretta applicazione delle norme tributarie sostanziali, nonché l’esecuzione degli adempimenti, dei controlli e delle attività indicati annualmente con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Il regime alternativo per le imprese più piccole con certificazione del rischio fiscale
Non solo le grandi imprese potranno affidarsi a Commercialisti e Avvocati per la certificazione del rischio fiscale, anche quelle più piccole potranno dotarsi di un TCF per ottenere dei benefici.
Il nuovo adempimento collaborativo, infatti, prevede anche un regime alternativo per chi non ha i requisiti richiesti: anche i soggetti che non accedono alla cooperative compliance ma hanno un sistema certificato potranno ottenere dei vantaggi.
Le imprese più piccole che adottano un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, comunicandolo all’Agenzia delle Entrate, accedono ai seguenti benefici:
- le sanzioni amministrative si riducono a un terzo e non possono essere applicate, in ogni caso, in misura superiore al minimo edittale per le violazioni che riguardano rischi di natura fiscale comunicati in maniera preventiva tramite interpello prima delle dichiarazioni fiscali o delle relative scadenze fiscali;
- è prevista la causa di non punibilità per il reato di dichiarazione infedele per le violazioni di norme tributarie dipendenti da rischi di natura fiscale relativi a elementi attivi, in caso di rappresentazione preventiva e circostanziata all’Agenzia delle Entrate del caso concreto in relazione al quale l’interpellante ravvisa rischi fiscali, sempre tramite la presentazione di un’istanza di interpello.
I dettagli saranno definiti, più nello specifico, con un apposito decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il regime alternativo alla cooperative compliance ha effetti dall’inizio del periodo d’imposta in cui è esercitata l’opzione, ha una durata di due periodi d’imposta ed è irrevocabile. Alla scadenza si rinnova automaticamente per lo stesso arco temporale, a patto che non venga revocato.
Certificazione del rischio fiscale: i prossimi passi
Dal punto di vista pratico, le regole per poter concedere il bollino di qualità sui sistemi aziendali sono ancora tutte da scrivere.
Gli ordini professionali interessati sono chiamati a collaborare con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro della giustizia per stabilire i requisiti che i Professionisti e le Professioniste dovranno rispettare per rilasciare la certificazione del rischio fiscale.
Con un regolamento ad hoc, poi, saranno definiti in maniera specifica i compiti e gli adempimenti richiesti a Commercialisti e Avvocati.