Come funziona l’Anno Bianco per le Partite Iva
L’“Anno Bianco” contributivo, ovvero l’esonero dei contributi per Partite Iva e Professionisti, è senza dubbio tra le novità più attese della Legge di Bilancio 2021. Questa misura rientra nelle manovre governative introdotte per sostenere Partite Iva e professionisti colpiti dalla crisi economica legata all’emergenza sanitaria del Covid-19.
Ma in cosa consiste l’“Anno Bianco” 2021? Quali sono gli esoneri fiscali che prevede? Chi può accedervi e quali sono i requisiti? Proviamo a capirne di più.
Anno Bianco 2021: cos’è e come funziona
La manovra governativa 2021 che culmina con la Legge di Bilancio ha previsto l’inserimento di un anno bianco contributivo per i lavoratori autonomi iscritti all’Inps. Per anno bianco fiscale si intende un esonero contributivo per il 2021, così come specificato dal decreto interministeriale.
Il governo mette a disposizione di Partite Iva e lavoratori autonomi circa 2,5 miliardi per garantire loro un esonero parziale (soglia massima 3.000 euro) dei contributi previdenziali e assistenziali richiesti dalle gestioni Inps e dalle Casse previdenziali.
Come funziona l’“Anno Bianco” 2021
La domanda di esonero fiscale viene accolta se il contribuente rispetta i requisiti reddituali richiesti (calo di fatturato e limite massimo di reddito complessivo, come spiegato nel paragrafo successivo) e se si mostra in regola con il versamento dei contributi precedenti.
Qualora la domanda di esonero venisse accettata si segnala un limite massimo individuale pari a 3 mila euro su base annua.
Esonero contributivo INPS 2021: a chi spetta
Chi può sfruttare l’“anno bianco”? Ecco di seguito le categorie che possono accedere alla misura:
- lavoratori iscritti alle gestioni speciali dell’AGO (Gestioni autonome speciali degli artigiani e dei commercianti, dei coltivatori diretti, dei coloni e dei mezzadri);
- lavoratori iscritti alla Gestione separata, compresi i soci di società e i professionisti inseriti in uno studio associato;
- professionisti iscritti ad enti che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al D.Lgs. n. 509/94 (CNPADC, Inarcassa, CIPAG, ENPAM, ecc.) e D.Lgs. n. 103/96 (Casse Interprofessionali);
- tutti i professionisti elencati dalla legge n. 3 dell’11 gennaio 2018, come medici, infermieri e altre tipologie di professionisti a cui sono stati conferiti incarichi di lavoro autonomo / co.co.co. per l’emergenza COVID-19.
Questo è l’elenco dei professionisti e delle Partite IVA che possono accedere all’esonero dei contributi, ma quali sono i requisiti necessari? Eccoli:
- registrazione di un calo di fatturato (o dei corrispettivi) per l’anno 2020 superiore al 33% rispetto all’anno precedente, il 2019;
- registrazione di un reddito complessivo di lavoro o reddito derivante dall’attività iscritta alla gestione non superiore alla soglia di 50.000 euro.
Per i soggetti che hanno iniziato l’attività nel 2020, l’esonero spetta anche in assenza dei predetti requisiti economici.
Richiesta esonero contributo Partite IVA: come fare richiesta?
Per accedere alla misura che garantisce un anno bianco fiscale, così come indicato nella Legge di Bilancio 2021, è necessario provvedere ad inviare la domanda all’INPS. È bene specificare questo passaggio per evitare qualsiasi equivoco: l’esonero non è automatico.
Inizialmente la data ultima per l’invio della domanda era stata fissata per il 29 luglio 2021. Il legislatore ha però ritenuto opportuno prorogare la scadenza al 30 settembre 2021. Alla data del 29 luglio, infatti, non era ancora disponibile sul sito dell’INPS la procedura operativa da seguire per inviare la domanda. Per quanto riguarda invece le casse dei professionisti la scadenza ultima è il 31 ottobre 2021, con il consiglio di verificare con cura le indicazioni delle gestioni di appartenenza.
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